Vigilanza pesca e tutela del consumatore

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Il nostro Paese vanta una vocazione naturale per le attività legate al mare come la pesca, con la sua storia e le sue tradizioni. Ma le risorse marine viventi devono essere gestite con attenzione, nell’ottica di assicurarne la disponibilità per le future generazioni, cose da garantire uno sviluppo sostenibile per il settore. Il mare va protetto da un eccessivo sforzo di pesca, così come dagli impatti negativi che scaturiscono da altre attività umane, in modo che la sua ricchezza possa costituire un patrimonio accessibile a tutti.

Il controllo sull'ordinato svolgimento della pesca marittima richiede, oltre alla perfetta conoscenza delle norme comunitarie e nazionali, anche quella della normativa ad esse connesse (Codice della navigazione, sicurezza della navigazione, norme a tutela degli equipaggi, norme igienico sanitari, disciplina sul commercio dei prodotti ittici, ecc.). Di qui l'esigenza avvertita dal legislatore di affidare il coordinamento di detta attività al “Corpo delle Capitanerie di Porto[1], struttura radicata e capillarmente diffusa lungo gli oltre 8.000 Km di costa.

A seguito dell’abrogazione della Legge n. 963/1965 e l’entrata in vigore del Decreto legislativo 19 gennaio 2012, n. 4 (come modificato dall’art. 39 – Capo VIII della Legge 28 luglio 2016, n. 154 sulle disposizioni in materia di pesca e acquacoltura) che ha introdotto nuove disposizioni applicative della normativa europea inserita nei regolamenti 1224/2009 e 404/2011 oltre ad un riassetto generale della materia con l’armonizzazione del sistema sanzionatorio, l’attività di controllo sulla pesca, sul commercio e sulla somministrazione dei prodotti di essa, nonché l’accertamento delle infrazioni che li riguardano (art. 22, comma 3) sono affidati, al personale delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, che, in quanto incaricati del controllo sulla pesca marittima, possono accedere in ogni momento presso le navi, i galleggianti, gli stabilimenti di pesca, i luoghi di deposito e di vendita, commercializzazione e somministrazione e presso i mezzi di trasporto dei prodotti della pesca, al fine di accertare l'osservanza delle norme sulla disciplina della pesca (art. 22 comma 7).

Va aggiunto che, a seguito del varo della politica comune della pesca, gli Stati dell'Unione Europea hanno avvertito l'esigenza di individuare in ogni Stato aderente un soggetto qualificato a cui tutti gli organi preposti al controllo della filiera della pesca devono fare riferimento, dando vita, in tal modo, alla istituzione di “Centri di Controllo Pesca Nazionali”. Il Centro Controllo Nazionale Pesca (CCNP) è stato costituito in attuazione del Regolamento CE 1489/97 della Commissione del 29/07/1997, recante le modalità di applicazione del Regolamento CEE 2847/93 (Abrogato) del Consiglio sui sistemi di controllo dei pescherecci via satellite. Compito del CCNP, secondo quanto previsto dal DPR 9 ottobre 1998 n. 424, è la sorveglianza sullo sforzo di pesca e sulle attività economiche connesse. Detta attività è rivolta nei confronti dei pescherecci battenti bandiera italiana (a prescindere dalle acque nelle quali essi operano o dal porto in cui fanno scalo) e nei confronti delle unità da pesca appartenenti a Stati membri, nonché di quelle appartenenti a Paesi non facenti parte dell'Unione Europea, quando operano in acque comunitarie.

In definitiva, l'Italia, con il suindicato DPR 424/98 ha designato quale Autorità di controllo il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto ed ha predisposto a tal fine strutture, impianti e programmi informatici che consentono, a partire dal nuovo anno, la radiolocalizzazione in tempo reale dei pescherecci di lunghezza superiore a 18 metri a mezzo blue boxes (ferma la possibilità per le unità di minore lunghezza di dotarsi volontariamente di tale apparecchiatura).

 

Attività di vigilanza e controllo svolta dal personale del Corpo

 


[1] Sotto la direzione del Comandante della Capitaneria di Porto, sono preposti alla vigilanza pesca altresì:

  1. il personale civile e militare della Amministrazione centrale e periferica del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (ex Mimerc);
  2. le Guardie di Finanza;
  3. i Carabinieri;
  4. gli Agenti di pubblica sicurezza:
  5. gli Agenti giurati