Mezzi a disposizione del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per la lotta all'inquinamento

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Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per la Protezione della Natura (ex Servizio difesa Mare) può disporre, in forza di una convenzione stipulata con una Società specializzata nel settore      «Castalia Elcomar»[1], di circa 60 unità attrezzate ed equipaggiate miratamente per effettuare un servizio di monitoraggio delle acque e condurre la lotta all' inquinamento marino, distribuite negli approdi nazionali ritenuti più strategici. Attualmente il naviglio dello Stato non dispone di specifiche unità attrezzate per condurre la lotta all'inquinamento marino, eccezion fatta per i Pattugliatori della Marina Militare classe «Cassiopea» che, invece, sono in grado di poter efficacemente effettuare attività antinquinamento, sia nella forma passiva (circoscrivendo mediante panne galleggianti prodotti insolubili sversati in mare), sia nella fase attiva, avvalendosi di sistemi che consentono il contrasto chimico (prodotti disperdenti, assorbenti, emulsionati, ecc.) sia la rimozione meccanica (skimmer). Tali unità, come è noto, sono state costruite al fine di potenziare il servizio di vigilanza e soccorso in mare svolto dal Corpo delle Capitanerie di Porto ai sensi dell'art. 2, commi a, b e c, della Legge 979/82.

               

Nel complesso panorama nazionale, particolare menzione meritano i mezzi aerei ad ala fissa delle Capitanerie di Porto in quanto dotati di un sistema di telerilevamento ad infrarossi «DAEDALUS» in grado di poter rilevare tracce, anche minime, di idrocarburi presenti sulla superficie del mare, utilizzati, fra l'altro, dalla Direzione Generale per la Protezione della Natura, a seguito di una convenzione che prevede che, durante l'impiego dei mezzi, il controllo operativo sia assicurato dalla Centrale Operativa del Comando Generale.

Infine, è opportuno dover fare una dovuta precisazione. Allo stato attuale il citato piano nazionale deve ancora vedere la luce e devono ancora essere ben definite attribuzioni e competenze dei singoli Organi della Pubblica Amministrazione. Infatti, con l'entrata in vigore del D.Lvo del 30.07.1999, n. 300, che prevede, tra l'altro, la creazione di un sistema di agenziale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (ABAT), alla istituenda Agenzia devono essere trasferite le attribuzioni dell'Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, quelle dei servizi tecnici nazionali istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad eccezione di quelle del Servizio Sismico Nazionale.

Tale innovativo assetto della Pubblica Amministrazione, se da un lato ha accelerato l'avvio delle soluzioni di molti problemi legati alla protezione dell'ambiente, dall'altro lato ha prodotto ritardi dovuti soprattutto alla certa e definitiva attribuzione dei compiti ed attività come, per esempio, l'approvazione del Nuovo Piano di pronto intervento nazionale per la difesa da inquinamenti da idrocarburi o da altre sostanze nocive causate da incidenti marini. In attesa della definitiva approvazione del sopracitato “piano nazionale”, restano in vigore sia i “piani locali” emanati da ogni Compartimento Marittimo, sia il vecchio Piano Nazionale emanato dall'allora Ministero della Marina Mercantile.

 


[1] E' stata rinnovata di recente la convenzione con la Castalia. In verità, scaduta la convenzione con la società Castalia il servizio di vigilanza e pronto intervento in caso di inquinamento marino era stato sospeso in tutta Italia. La gara che il Ministero dell'Ambiente aveva bandito per la riassegnazione dell'appalto gestito dalla Castalia è andata deserta. E non perché la società che dal 1999 gestiva il servizio di tutela dei litorali con le sue 35 navi (10 d'altura e 25 costiere) non fosse più interessata a parteciparvi. La verità è che non poteva più garantire, come d'altra parte non potevano farlo le altre imprese italiane specializzate nel settore della sorveglianza costiera, per via delle richieste avanzate dal dicastero giudicate insostenibili.