Pesca sportiva-ricreativa della risorsa “Tonno rosso” (BFT)
Il Tonno Rosso (Thunnus thynnus), è un pesce con un'enorme importanza commerciale La sua carne è molto ricercata, in special modo per preparare il sashimi ed il sushi. La parte più pregiata è la cosiddetta ventresca, prodotta con la regione attorno alla cavità addominale del pesce. Viene insidiato con una miriade di tecniche, come la tradizionale mattanza nella tonnara, le reti da circuizione, i palamiti e la fiocina. I pescatori sportivi-ricreativi lo catturano a traina o a drifting (pesca con esche naturali a unità ferma).
Da qualche anno si sta espandendo molto la pesca sportiva catch and release[1] con tecnica spinning[2] molto adrenalinica.
In ossequio alle vigenti normative internazionali (Reg. UE 2016/1627 e D.D. 10/04/2017), il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali - Direzione Generale della Pesca e dell'Acquacoltura, ha inteso disciplinare l'esercizio delle pesca sportiva/ricreativa della risorsa Tonno rosso. conosciuto anche come “tonno pinna blu”.
In particolare, il menzionato provvedimento prevede il rilascio, a cura dell'Ufficio circondariale marittimo nella cui giurisdizione ricade il porto di stanza dell'unità da diporto interessata, di una “specifica autorizzazione” con validità triennale e rinnovabile alla scadenza.
Attenzione !
Tale nulla-osta si riferisce all'unità da diporto (che, naturalmente, deve essere di nazionalità italiana), per cui non è necessaria la presenza a bordo del soggetto che ne ha fatto richiesta.
- Disposizioni sula pesca sportiva ricreativa
Dal punto di vista tecnico operativo sono previste le seguenti limitazioni:
- i pescatori sportivi o ricreativi che intendono esercitare la pesca del tonno rosso, mediante l’utilizzo di unità da diporto, dovranno presentare all’Ufficio circondariale marittimo, nella cui giurisdizione ricade il porto di stanza della medesima unità, apposita “dichiarazione” relativa all’intenzione di svolgere l’attività in questione con unità da diporto. Tale comunicazione vistata dall’Autorità Marittima deve essere tenuta insieme ai documenti di bordo ed esibita agli organi di controllo. La comunicazione munita del nulla osta ha validità per tre campagne di pesca;
- solo le unità da diporto di bandiera/nazionalità italiana possono essere autorizzate alla pesca del tonno rosso;
- la pesca sportiva e ricreativa del tonno rosso è consentita nel periodo dal 16 giugno al 14 ottobre con possibilità di proseguire fino al 31 dicembre, solo ed esclusivamente con la tecnica del catch and release (eventuale decreto di chiusura anticipata al raggiungimento della TAC [3]);
- è consentita esclusivamente la cattura giornaliera di un unico esemplare di tonno rosso (divieto assoluto di pendolarismo);
- è vietato l’uso di palangari (è consentito, unicamente, l’utilizzo, da parte del pescatore sportivo, degli attrezzi “lenze” o“canne”);
- la taglia minima (nel Mediterraneo) di cattura fissata a 30 kg. o 115 cm. di lunghezza alla forca (misurata, cioè, dall'estremità della mascella superiore all'estremità del raggio più corto della coda – Vedi a pag. 32);
- è consentito esclusivamente lo sbarco di prodotto intero;
- è obbligatorio il rigetto in mare degli esemplari di pesce spada che, in fase di recupero dell’attrezzo, dovessero risultare ancora vivi.
- prima dell’accesso in porto, è obbligatorio comunicare con qualsiasi mezzo disponibile (VHF, cellulare, fax, email...) l’eventuale cattura di tonno rosso all’Autorità marittima del porto di sbarco, ovvero a quella più vicina;
- entro 24 ore dallo sbarco deve essere consegnato o trasmesso all’Autorità marittima del porto di sbarco una copia della “dichiarazione di cattura”;
- il raggiungimento delle quote previste per la pesca al Tonno Rosso potrà avere effetto anche nei riguardi della pesca ricreativa;
- è assolutamente vietata la commercializzazione del prodotto ittico catturato
[1] Il Catch & Release (dall'inglese catturare e rilasciare) è una pratica di pesca per la quale non si uccide il pesce pescato, qualsiasi sia la tecnica di pesca utilizzata, ma lo si rilascia in acqua. Non ci sono notizie certe sull'origine di questo comportamento, ma possiamo dare per certo che abbia avuto inizio negli Stati Uniti negli ambienti della pesca con la mosca e della pesca a spinning al black bass o persico trota (Micropterus salmoides). Queste due tecniche di pesca, la pesca a mosca e lo spinning, sono tuttora le discipline alieutiche che supportano maggiormente e praticano il Catch & Release. L'impatto ambientale dei pescatori che praticano questa tecnica è quasi nullo dato che la popolazione ittica di una determinata area non viene in questo modo intaccata da un prelievo indiscriminato. Rilasciare il pesce pescato, per chi condivide, attua e diffonde la pratica del catch and release, non è solo segno di civiltà e rispetto ambientale, ma rappresenta una vera filosofia e approccio alla pesca, dove alla gioia della cattura si aggiunge la felicità del vedere l'animale appena catturato di nuovo libero.
[2]. La Pesca a spinning è un tipo di pesca sportiva mirata alla cattura dei pesci predatori. Lo spinning è una tecnica di pesca nella quale si utilizzano esche artificiali, in metallo, legno o plastica. Essa prende il suo nome dal movimento dell'esca artificiale (dall'inglese to spin, ruotare). La pesca a spinning era originariamente praticata con esche come cucchiaini rotanti (spoon in inglese) che, venendo recuperati ad una velocità variabile, producevano un movimento rotatorio in acqua e quindi delle vibrazioni che attiravano il pesce. L'esca artificiale può variare a seconda della situazione: le più comuni sono i cucchiaini che possono essere rotanti o ondulanti in questi casi, essa è costituita da una paletta metallica che ruota sul suo asse nel momento in cui è recuperata dal pescatore, subito dopo il lancio, i pesci artificiali in plastica o balsa e le esche siliconiche. L'asse attorno a cui ruota la paletta è appesantito da un piccolo peso di piombo, di forma pressoché sferoidale, il cui diverso peso incide, tra l'altro, sulla profondità che potrà raggiungere l'esca nell'acqua e sulla distanza che potrà essere raggiunta con il lancio.
[3] I totali ammissibili di catture (TAC), o possibilità di pesca, sono limiti di cattura (espressi in tonnellate o numeri) che vengono fissati per la maggior parte degli stock ittici commerciali.