Linee di base e limiti delle acque territoriali italiane

Versione stampabileVersione stampabile

L’Italia, con il D.P.R. 26 Aprile 1977, n° 816, ha adottato un «sistema di linee di base» articolato in 38 segmenti complessivi, che ha portato ad una notevole semplificazione del margine esterno del mare territoriale, passato ad uno sviluppo lineare inferiore a 5000 km, rispetto ad uno sviluppo costiero effettivo di 7418 km. L’iniziativa legislativa ha determinato la "chiusura", oltre che del Golfo di Taranto come baia storica, dell’Arcipelago Toscano, delle Isole Pontine e dei Golfi di Napoli e Salerno con le Isole dell’Arcipelago campano, del Golfo di Squillace, di Manfredonia e delle Isole Tremiti con linee congiungenti Peschici, e del Golfo di Venezia.
Le linee di base dritte e le linee di chiusura delle baie naturali e storiche, per la determinazione delle linee di base a partire dalle quali è misurata la larghezza del mare territoriale italiano, sono riportate nella «Carta Nautica n.330/LB», annessa al citato D.P.R.

 

Sistema di linea di base italiana (Carta nautica n. 330 LB)

 

La delimitazione delle acque territoriali tra l'Italia ed i Paesi confinanti è stata attuata con:

  1. la Convenzione di Parigi del 28 novembre 1986 tra Italia e Francia relativa alla delimitazione delle frontiere marittime nell'area delle Bocche di Bonifacio (l'Accordo definisce i limiti delle acque territoriali poste tra la Sardegna e la Corsica mediante una linea composta di 6 segmenti);

Convenzione di Parigi 1986

  1. L’Italia ha esteso a 12 miglia il proprio mare territoriale con la Legge 14 agosto 1974 n ° 359, ampliando il precedente limite di 6 miglia previsto dall’art. 2 del Codice della Navigazione del 1942. Il nostro Paese ha stipulato accordi di delimitazione con la Francia, per la fissazione delle frontiere marittime nell’area delle Bocche di Bonifacio, e con la Jugoslavia (cui sono succedute Croazia e Slovenia), per la delimitazione del golfo di Trieste.
  2. il Trattato di Osimo del 10 novembre 1975 tra la Iugoslavia e l'Italia (l'Accordo, concernente la sistemazione delle questioni pendenti tra i due Paesi, all'Allegato III fissa i limiti delle rispettive acque territoriali per mezzo del tracciamento di una linea improntata al criterio dell'equidistanza).