Specie protette: Cernia di fondale (Polyprion americanus)

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La cernia o dotto (Polyprion americanus), conosciuta maggiormente come cernia di fondale (Regolamento (CE) N. 216/2009), è un pesce di mare appartenente alla famiglia Polyprionidae che fino a poco tempo fa veniva ascritto alla famiglia dei Serranidae come le cernie propriamente dette. Il nome del genere deriva dal greco “poly”= molto e “prion” = sega, cioè è un pesce che “sega molto”, considerando il fatto che è rivestito da piccole scaglie ctenoidi cigliate,molto ruvide, per non parlare della scabrosa cresta dell’opercolo, della seghettatura del preopercolo e delle numerose spine.

La cernia o dotto (cernia di fondale) è conosciuta, nelle varie regioni italiane, con nomi dialettali divesi:

Liguria

Lucerna, Lüxerna de fundo

Puglia

Dotture, Cernia fusca, Pesce de friesche, Pisci frischi, Pisci fusco

Sardegna

Gernia niedda

Sicilia

Addottu di sciumi, Addottu di furi

Il nome della specie “americanus” sarebbe semplice dire che deriva da “americano”, visto che è presente, con densità variabile , sulle coste atlantiche del Nord America e del Sud America. È diffuso sia in mari tropicali che in acque fredde, infatti si ritrova nell'Oceano Atlantico dall'Islanda e Norvegia fino al Sudafrica ed anche nel Pacifico e nell'Oceano Indiano. Comunque è più comune in mari temperati e freddi piuttosto che vicino ai Tropici. Nonostante il nome è rarissima lungo le coste americane sia del nord che del sud.

Il suo habitat è profondo, in genere nelle grotte a 100-200 metri  di profondità, ma è stato avvistato anche 1.000 metri. Ha una predilezione per le navi affondate, dove mette su casa, tanto che gli inglesi lo chiamano “Wreck fish” cioè “Pesce dei relitti”. Gli esemplari più giovani, per allenarsi, si trovano spesso in superficie sotto assi e rottami galleggianti alla deriva. Gli adulti si rinvengono tra da 30-40 metri fino ad oltre 400 metri di profondità sia in ambienti rocciosi e sabbio-fangosi  e, soprattutto, all'interno di relitti. I giovani hanno la curiosa abitudine di stazionare in piccoli branchi sotto relitti galleggianti in mare aperto  (da cui il nome di cernia ombra).

Il corpo è tozzo non molto schiacciato lateralmente ed è immediatamente riconoscibile dalle cernie propriamente dette a causa della bocca enorme, della mandibola che sopravanza la mascella di varie lunghezze e della caratteristica fronte concava con un'evidente gibbosità dietro l'occhio.
Esclusi la testa, gli opercoli e le mascelle, è coperto da piccole squame ruvide, che si estendono anche alla base delle pinne. La pinna dorsale è unica; la prima parte ha 11 raggi spinosi (i primi tre sono i più corti), e la seconda parte ha 11-13 raggi molli ed alti, che si innestano su una grossa protuberanza, caratteristica della specie.  La pinna anale, innestata come la parte molle della dorsale su una protuberanza, ha 3 raggi spinosi forti a cui fanno seguito 8-9 raggi molli. La caudale (17-19 raggi) ha il bordo posteriore arrotondato negli esemplari giovani e troncato dritto in quelli adulti. Le pettorali sono ampie e rotonde. Anche le ventrali (1 raggio spinoso e 5 molli, sono ampie e arrotondate.

La colorazione dei giovani sono di colore bruno violaceo, con macchie più chiare e più scure sparse e bordi delle pinne biancastri.  Negli adulti il corpo assume una tinta unita brunastra, più scura sul dorso con riflessi vinosi e più chiara sul ventre con sfumature giallastre.
E’ un animale molto vorace, carnivoro, spesso solitario, che caccia cefalopodi, crostacei e pesci, può raggiungere i 2 metri con 100 kg di peso.
  Abbastanza comune in Sicilia e nelle acque del Tirreno; presente, anche dallo Jonio  fino all'Adriatico centrale.

Si riproduce in estate e cambia di sesso- I particolari biologici sono poco noti. La riproduzione ha luogo d’estate, come mostrano le retate di plancton contenenti uova pelagiche, ed i piccoli raggiungono 10 cm ad un anno di vita.

Data la profondità in cui vive, non è facile dire fino a che punto questa specie sia in pericolo. Ma è evidente che pesci pregiati di grosse dimensioni, a crescita lenta, sono seriamente minacciati dalla pesca moderna, anche se in alcuni stati sono state votate misure protezionistiche.

L’indice di vulnerabilità della specie segna attualmente 72 su una scala di 100.

 

Esemplare di  cernia (Polyprion americanus),