Il Misuratore a Carico Longitudinale

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Lo strumento è molto simile ad un comune calibro e presenta le seguenti caratteristiche:

  1. è dotato di due beccucci, uno fisso e l'altro mobile dello spessore di 2 mm;
  2. è fornito di un sistema di bloccaggio[1] , quando si raggiunge la forza di 40 Newton (circa 4kgf);
  3. è corredato da una molla di taratura con cui assicurarsi che la forza sia uguale a 40 N;
  4. consente di misurare aperture di maglia da 20 a 170 mm.

 

Misuratore a carico longitudinale
(ices mesh gauge)

 

  • Metodo di misura col misuratore a carico longitudinale

Anche se l'art. 110 del citato Regolamento dice che: "le reti al traino non possono essere composte in alcuna parte da maglie aventi apertura inferiore a 40 mm.”, in realtà ciò che interessa principalmente è la selettività del “sacco”, ed è su questo che conviene concentrarsi, senza dimenticare comunque quanto detto in questo articolo. La misura dell'apertura della maglia si effettua sempre su rete bagnata ed usata, nella direzione “N” in cui la maglia raggiunge la massima estensione. Le maglie da misurare vanno scelte su una fila di 20 maglie consecutive e parallele all'asse longitudinale del sacco. La fila scelta deve essere lontana da bordi, cuciture, riparazioni, giunzion,i ecc.

 

 

L'operatore impugna il Misuratore ed inserisce i due beccucci nella maglia, quindi, in rapida successione, effettua due misure, legge il valore relativo alla seconda misurazione sulla "scala graduata" e lo trascrive su una tabella.

 

Lente per la lettura della misura

 

Alla fine delle 20 misure calcola la media aritmetica con il relativo intervallo di fiducia al 90%. La maglia usata dovrà considerarsi non regolamentare qualora il valore della media sommato all'intervallo di fiducia sia inferiore a 40 mm.

Approfondimenti:

E’ uno strumento abbastanza sofisticato e preciso proposto per fini scientifici molti anni fa dall’ICES (Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare) per cui spesso viene indicato brevemente come strumento ICES. Questo strumento è indicato come riferimento in caso di controversie nell’art. 110 bis del DPR 1639/68 come modificato con DPR 651/78. Lo sesso strumento è descritto, standardizzato e ne sono indicate le modalità di uso nella norma UNI 8738/861, parte I. Il tentativo di proporlo a livello internazionale, predisponendo una apposita norma ISO (Organizzazione internazionale di standardizzazione) è naufragato per la impossibilità che alcuni paesi hanno ad accettare le molle come misuratori di forza. Lo strumento ICES infatti ha al suo interno una molla che al raggiungimento del carico voluto (fissato in funzione della dimensione del filo) blocca lo strumento stesso rendendo possibile in modo univoco la misura.
Con questo dispositivo è chiaro che la misura diviene oggettiva, indipendente cioè dall’operatore. Lo strumento quindi è un ottimo strumento che effettua la misura bene e senza la possibilità di contestazioni. Vi è però anche qualche difetto che è opportuno evidenziare. Oltre al problema creato dall’uso della molla, che non è naturalmente di facile soluzione, lo strumento è costoso, delicato, facile alla rottura dei denti di blocco della misura. E’ uno strumento che a livello scientifico, per le prove di selettività, è ben accetto ed usato, ma a livello di controllo, come normale strumento di lavoro in condizioni non certo ideali quando lo si deve usare nella ispezione a bordo dei pescherecci in altomare, lascia un poco a desiderare. In pratica, sia in Italia che a livello comunitario nella normale attività di controllo della pesca non viene usato.

 


[1] Il blocco è prodotto dall’incastro di un perno, comandato dal beccuccio mobile, tra i denti di una barra a cremagliera fissata sullo strumento. I denti della cremagliera sono distanziati tra loro d 1 mm. in modo da avere sulla scala graduata una lettura con la precisione al millimetro intero.