Tutela del mare e prevenzione dell'inquinamento

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Le attività umane da sempre modificano l’ambiente. L’incremento demografico ed un uso non corretto delle risorse hanno determinato una serie di squilibri all’interno dei vari «ecosistemi». Tra gli squilibri più gravi ricordiamo quelli prodotti dall’inquinamento dell’atmosfera, del suolo e delle acque. Una immissione, sia essa accidentale o meno, in grado di apportare una qualsiasi modifica alle caratteristiche specifiche dell’ambiente naturale interessato (aria, acque, suolo) viene indicata col termine di «inquinamento». Questo temine è comprensivo di tutte le ipotesi di alterazione dell’ambiente e si può riferire tanto all’atto dell’immissione quanto agli effetti che tale immissione provoca.

Riferendoci al componente ambientale degradato - indipendentemente dal tipo di immissione che ne ha modificato, temporaneamente o meno, le caratteristiche - si usa distinguere tra:

  • inquinamento atmosferico
  • inquinamento del suolo
  • inquinamento idrico

Sono sostanzialmente tre i modi attraverso i quali l'ambiente naturale può essere inquinato:

  1. immettendo sostanze inquinanti non di per sé tossiche ma con una velocità tale che i cicli biogeochimici non riescono del tutto a smaltire. E' questo il caso dell'anidride carbonica e di molti composti organici;
  2. liberando sostanze tossiche per gli organismi viventi. Alcune di loro poiché non sono biodegradabili (non sono cioè trasformabili in composti inattivi dai normali meccanismi biologici) aumentano la loro concentrazione, e quindi la loro tossicità, nei viventi passando da un anello all'altro delle catene alimentari;
  3. depositano nell'ambiente sostanze inquinanti che restano inalterate nel tempo, cioè non subiscono alcuna forma di degradazione, come la plastica.

 

 

Tutte queste sostanze liberate nell'ambiente modificano la composizione chimica e le caratteristiche fisiche d'aria, acqua e suolo agendo negativamente sull'equilibrio dei vari ecosistemi.

Peraltro, le vie d'acqua, sono uno dei veicoli maggiori dell'inquinamento ecologico. Il trasporto delle merci da un capo all'atro del mondo, è sempre stato un motivo di ricerca ed evoluzione nella costruzione dei mezzi e di sistemi atti a garantire velocità, sicurezza ed economicità. Le merci oggi si trasportano per terra, per mare e per aria, ma nonostante lo sviluppo delle reti stradali e il sempre maggior utilizzo degli aerei, le vie d'acqua (mare, fiumi e laghi) garantiscono ancora oggi, i mezzi più economici e spesso insostituibili per il trasporto delle merci, ad esempio il trasporto del petrolio greggio dai luoghi di produzione ai luoghi di trasformazione e di consumo oppure del gas naturale (metano) che sebbene in alcuni paesi può essere distribuito attraverso una serie di condotte sottomarine , in altre zone della terra può essere trasportato solo con le navi gassiere (navi particolari costruite appositamente per il trasporto di gas ).

L'uomo, da sempre, ha utilizzato il mare come mezzo di comunicazione, ma anche come un grande «scarico» naturale. Per molti tempo questo non ha creato gravi danni all'ambiente, perché anche se i fiumi immettevano in mare le acque residuali urbane contenenti sostanze organiche e batteri, non vi erano grandi problemi, in quanto le sostanze organiche erano in quantità tale che giunte al mare venivano rapidamente riutilizzate come nutrimento dagli organismi del plancton, i batteri erano diluiti e non sopravvivevano a causa della salinità e della temperatura. I rifiuti industriali non erano molto dannosi poiché erano costituiti quasi esclusivamente da sostanze biodegradabili e da pochi elementi metallici. La capacità depurativa del mare era nettamente superiore alla capacità inquinante delle sostanze immesse. Questa situazione oggi è notevolmente cambiata , la popolazione mondiale negli ultimi 100 anni è cresciuta in modo esponenziale concentrandosi sempre di più nelle aree urbane, proporzionalmente sono aumentati gli scarichi organici prodotti dall'uomo. Anche le industrie si sono moltiplicate e i loro scarichi hanno subito delle trasformazioni radicali, tra i loro rifiuti vi sono sostanze chimiche artificiali non trasformabili, che derivano dalla lavorazione delle materie plastiche, da fibre sintetiche, dai detergenti utilizzati e dall'uso di insetticidi e pesticidi. Tra i metalli spesso si trovano quelli molto tossici come il mercurio, il cadmio, il nichel, lo zinco, il cromo, l'arsenico.

In questa sede ci occuperemo solo marginalmente degli inquinamenti latu sensu per trattare con maggiore attenzione, quelli che hanno origine nel mare in conseguenza del trasporto marittimo di prodotti petroliferi e chimici; questi ultimi sono in crescente espansione in seguito alla continua richiesta di nuovi preparati per le più svariate applicazioni industriali e civili e all’impiego, sempre più diffuso, dei fertilizzanti, degli insetticidi e degli erbicidi in agricoltura.