Il reato permanente
Si tratta di un reato di creazione giurisprudenziale che si verifica quando l’offesa commessa dall’agente a un bene giuridico tutelato dall’Ordinamento giuridico, si protrae nel tempo per effetto di una sua condotta persistente e volontaria.
- Esempio di tale tipo di reato è il sequestro di persona.
Si tratta dunque di un "reato di durata" caratterizzato dal fatto che l'evento lesivo e la sua consumazione perdurano per un certo periodo di tempo.
Il reato si compone di due fasi:
- una fase iniziale in cui il soggetto agente pone in essere tutti i fatti perché si verifichi il fatto illecito (si può trattare di condotta omissiva e/o commissiva);
- poi vi è la fase della continuazione che, secondo la giurisprudenza prevalente, consiste nel persistere, da parte del soggetto agente, nella condotta (omissiva). Nel caso di sequestro, la fase della continuazione coincide con la persistenza della volontà del soggetto agente di negare la libertà all’ostaggio ecc.
Nei reati permanenti acquista rilevanza giuridica non solo la condotta criminosa del soggetto agente che realizza la lesione del bene ma anche e soprattutto quella successiva di mantenimento.
Tale reato cessa nel momento in cui il reo mette fine alla sua condotta volontaria di mantenimento dello stato antigiuridico.
I requisiti di tale fattispecie sono dunque: carattere continuativo del comportamento criminoso e la volontà e la persistenza della condotta dell’agente.
Il carattere della permanenza non è un elemento caratteristico di questa particolare figura di illecito (giacché il reato si perfeziona con il semplice verificarsi del primo evento) ma va a incidere sulla determinazione della pena.
► Nel nostro Ordinamento penale sono previste diverse figure del reato permanente tra i quali:
- riduzione in schiavitù (art. 600 c.p.);
- plagio (art. 603 c.p.);
- sequestro di persona (art. 605 c.p.);
- indebita limitazione della libertà personale (art. 607 c.p.).
- tratta degli schiavi (art. 1152 Cod. nav.);
- occupazione di suolo demaniale (art. 1161 comma 1, Cod. nav.), ecc.
Non è pacifica in dottrina la distinzione fra il "reato continuato" e il "reato permanente" e la stessa distinzione normativa non è da tutti condivisa. La differenza consisterebbe infatti nella eventuale pluralità di azioni da considerarsi singolarmente reati ripetuti (reiterati), ovvero nella configurabilità di un reato unico, all'interno di un arco temporale rilevante durante il quale perduri una situazione di illecito.
- Il sequestro di persona, ad esempio, è considerato un reato unico, la cui consumazione si compie operando nel tempo una serie di azioni tutte finalizzate alla commissione di quel delitto, di uno stesso disegno criminoso (reato continuato con pluralità di condotte).
- Ipotesi di reato continuato, ad esempio, è quello dell'evasione fiscale (evasore totale) e ciò in quanto la condotta illecita ha inizio dalla data di scadenza del pagamento dovuto e ha fine solo nel momento dell’effettivo pagamento).