Normativa acque marino-costiere di riferimento

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Le zone costiere costituiscono degli ambienti complessi, influenzati da una miriade di forze che interagiscono fra loro e che dipendono dalle condizioni idrologiche, geomorfologiche, socioeconomiche, istituzionali e culturali del sistema considerato. Lo studio degli ecosistemi marini permette di valutare lo stato di «qualità» delle acque marino-costiere da un punto di vista ambientale e in funzione della salute pubblica. Solo tenendo costantemente sotto controllo il mare, punto di arrivo finale di tutti i fattori di inquinamento, sarà possibile definire ed attuare le politiche di risanamento e di valorizzazione delle zone costiere.

La crescente consapevolezza, oramai diffusa in ogni campo, dell'importanza della conservazione delle risorse naturali disponibili e del loro razionale sfruttamento, ha fatto sorgere, sul piano giuridico e politico-legislativo, un'attenzione sempre maggiore verso una considerazione unitaria delle problematiche ambientali, e conseguentemente verso una predisposizione di livelli decisionali parimenti unitari, o almeno di coordinamento delle varie competenze preesistenti nelle materie ambientali.

La legislazione ambientale italiana, non diversamente da quella di altri Paesi dell’Unione europea, ha preso impulso dalla normativa comunitaria ed oggi deriva in massima parte da essa. L’emanazione delle più recenti normative comunitarie e nazionali hanno oggi portato alla definizione di una strategia di monitoraggio più complessa per ciò che attiene la selezione dei comparti di indagine e dei parametri indagati.

I controlli da attuarsi nelle acque marine costiere per assegnare un giudizio di qualità sono regolamentati dai seguenti atti legislativi:

 

  Normativa nazionale:

  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 16 giugno 2008, n. 131. Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle norme tecniche del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante: «Norme in materia ambientale», predisposto ai sensi dell'articolo 75, comma 4, dello stesso decreto.(GU n. 187 del 11-8-2008 - Suppl. Ordinario n.189)
  • Legge 06 febbraio 2007, n. 13 recante disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee – Legge comunitaria 2006, al Capo I, art. 1, delega il Governo per l’attuazione, entro un anno dall’entrata in vigore della legge, di numerose direttive europee tra cui la direttiva 2006/7/CE relativa alla gestione delle acque di balneazione
  • Decreto Legislativo 03 aprile 2006, n. 152 disciplina le seguenti materie: procedure di valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione di impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC); la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall’inquinamento e la gestione delle risorse idriche; la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati; la tutela dell’aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera; la tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 06 gennaio 2003, n. 367 fissa in modo uniforme su tutto il territorio nazionale gli standard di qualità per la matrice acqua, per i corpi idrici significativi e per quelli a specifica destinazione, al fine di assicurare il conseguimento di un elevato livello di tutela ambientale alle scadenze temporali fissate dal decreto legislativo n. 152/1999 nel 2008 (art. 5, comma 3) e nel 2015 (art. 4, comma 4), per le sostanze pericolose individuate a livello comunitario, immesse nell'ambiente idrico da fonti puntuali e diffuse
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 19 agosto 2003, n. 152 disciplina le modalità di trasmissione delle informazioni sullo stato di qualità dei corpi idrici e sulla classificazione delle acque, al fine di assolvere agli obblighi comunitari e assicurare la più ampia divulgazione sul tema, con riferimento in particolare alle caratteristiche dei bacini idrografici, dei corpi idrici superficiali e sotterranei, alle aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano e alle zone vulnerabili da prodotti fitosanitari, da parte delle Regioni e province autonome di Trento e Bolzano attraverso la trasmissione per via telematica all’APAT dei dati conoscitivi, le informazioni e le relazioni secondo definiti standard informativi ed entro prestabilite scadenze temporali
  • Decreto del Ministero della Sanità 16 maggio 2002 stabilisce i tenori massimi e metodiche di analisi delle biotossine algali nei molluschi bivalvi vivi, echinodermi, tunicati e gasteropodi marini
  • Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 18 settembre 2002, n. 198 disciplina le modalità di informazione sullo stato di qualità delle acque, ai sensi dell’art. 3, comma 7, del Decreto Legislativo n. 152 del 1999 sue modifiche ed integrazioni, al fine di assolvere agli obblighi comunitari e assicurare la più ampia divulgazione sul tema, con riferimento in particolare alle acque a specifica destinazione, agli scarichi e alla protezione dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole, da parte delle Regioni e province autonome di Trento e Bolzano attraverso la trasmissione per via telematica all’APAT dei dati conoscitivi, le informazioni e le relazioni secondo definiti standard informativi ed entro prestabilite scadenze temporali
  • Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 258 apporta modifiche e integrazioni al D.lgs 152/99 relativamente alle competenze, le aree sensibili, la salvaguardia delle acque destinate al consumo umano, il bilancio idrico, la temporaneità delle concessioni per il prelievo delle acque, la disciplina degli scarichi, l'autorizzazione al trattamento di rifiuti negli impianti di trattamento di acque reflue urbane, l'utilizzazione agronomica, la domanda di autorizzazione agli scarichi di acque reflue industriali, le sanzioni amministrative e penali
  • Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152 regolamenta la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee, attraverso l'individuazione degli obbiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici; la tutela integrata degli aspetti quantitativi e qualitativi di ciascun bacino idrografico; il rispetto dei valori limite prescritti e riportati negli allegati al Decreto, differenziati in relazione agli obbiettivi di qualità del corpo ricettore; l'individuazione delle zone vulnerabili e delle zone sensibili nonché delle relative misure per la prevenzione e riduzione dell'inquinamento; l'individuazione delle misure volte alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche
  • Decreto del Ministero della Sanità 14 ottobre 1998 apporta modificazioni all’allegato al Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 530 e successive modifiche, fissando il tenore massimo consentito della tossina ASP (Amnesic Shellfish Poisoning) nelle parti commestibili dei molluschi e approvando la relativa metodica di analisi oltre ad individuare il laboratorio nazionale di riferimento per il monitoraggio delle biotossine marine il Centro ricerche marine di Cesenatico
  • Decreto del Ministero della Sanità 31 luglio 1995 approva le metodiche per la determinazione dei coliformi fecali, di Escherichia coli, delle salmonelle, delle biotossine algali PSP (Paralytic Shellfish Poisoning), delle tossine DSP (Diarrehetic Shellfish Poisoning), del mercurio e del piombo nei molluschi bivalvi
  • Decreto del Ministero della Sanità 1 agosto 1990, n. 256 modifica i requisiti biologici di qualità delle zone acquee sedi di banchi e di giacimenti naturali di molluschi eduli lamellibranchi e delle zone acquee destinate alla molluschicoltura, di cui al decreto ministeriale 27 aprile 1978 di attuazione della legge 2 maggio 1977, n. 192
  • Decreto del Ministero della Sanità 1 settembre 1990 indica i metodi di analisi per la determinazione delle biotossine algali nei molluschi bivalvi, nonchè per la determinazione quali-quantitativa dei popolamenti fitoplanctonici nelle acque marine adibite alla molluschicoltura
  • Decreto del Ministero della Sanità, di concerto con Ministero dell’Ambiente, 17 giugno 1988 stabilisce i criteri per la definizione dei programmi di sorveglianza per la rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico-sanitarie nelle acque di balneazione
  • Decreto del Presidente della Repubblica 08 giugno 1982, n. 470 e successive modificazioni ed integrazioni (Legge 29 dicembre 2000, n. 422; Legge 30 maggio 2003, n. 121 e Decreto Legislativo 11 luglio 2007, n. 94), emanato in recepimento della direttiva 76/160/CEE dell’8 dicembre 1975, disciplina la materia relativa alla qualità delle acque destinate alla balneazione (si rimanda alla specifica parte del sito di Arpat per maggiori informazioni sul tema).
  • Legge 31 dicembre 1982, n. 979 detta le disposizioni per la difesa del mare. Istituisce le Riserve Naturali Marine per la protezione dell'ambiente e individua le regole per la loro gestione. Dispone la protezione dell'ambiente marino dall'inquinamento, tenuto conto dei programmi statali e regionali, degli indirizzi comunitari ed internazionali. Definisce, d'intesa con le Regioni, il Piano generale di difesa del mare e delle coste marine
  • Lettera-Circolare del Ministero della Sanità 25 marzo 1989 specifica il metodo per la determinazione della clorofilla “a” nell’ambito del programma di sorveglianza algale di cui al decreto interministeriale 17.08.1988
  • Lettera-Circolare del Ministero della Sanità 9 aprile 1998 aggiorna le metodiche analitiche per la determinazione dei parametri previsti nel D.M. 17.06.1998 concernente i criteri per la definizione del programma di sorveglianza per la rilevazione di alghe aventi possibili implicazioni igienico-sanitarie nelle acque di balneazione
  • Lettera-Circolare del Ministero della Sanità 31 luglio 1998 indica i valori soglia nelle fioriture algali determinate da specie potenzialmente tossiche nelle acque di balneazione oltre i quali si ipotizza l’insorgenza di fattori di rischio per i bagnanti.

 

 Normativa comunitaria:

  • Direttiva 2006/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 febbraio 2006 relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione e che abroga la direttiva 76/160/CEE, nel stabilire le disposizioni in materia di monitoraggio e classificazione della qualità delle acque di balneazione, la gestione della qualità delle acque di balneazione e l’informazione al pubblico in merito alla qualità delle acque di balneazione, è finalizzata a preservare, proteggere e migliorare la qualità dell’ambiente e a proteggere la salute umana integrando la direttiva 200/60/CE
  • Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 istituisce un quadro per la protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee (G.U.C.E. L327 del 22.12.2000)
  • Direttiva 76/160/CEE del Consiglio delle Comunità europee dell’8 dicembre 1975 disciplina la materia relativa alla qualità delle acque destinate alla balneazione.