Attività di polizia preventiva e giudiziaria

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Le principali linee di attività del Corpo in materia di polizia sono indirizzate principalmente nell’attività di prevenzione, accertamento e repressione di tutti quei comportamenti illeciti o comunque sanzionabili che hanno come presupposto giuridico la violazione di norme non solo previste dal Codice della navigazione ma anche in materia di «tutela ambientale», per assicurare la prevenzione degli inquinamenti del mare e dirigere le operazioni di disinquinamento.

L’attività in questione è fondamentale per la salvaguardia dei nostri mari dall’inquinamento navale. Per quanto attiene la «polizia preventiva» dobbiamo subito premettere che questa, per essere correttamente svolta e per divenire non una “persecuzione del cittadino” bensì un prezioso servizio alla collettività, necessita di personale ben addestrato e preparato. A tal fine, è stato dato notevole impulso alla formazione con l’obiettivo di specializzare sempre più il personale della Guardia Costiera e, nel contempo, corrispondere alle aspettative di crescita professionale dei singoli interessati.

L’attività in questione dovrà essere portata “dal mare al porto”. Dal mare con mezzi aerei e navali adeguati al fine di prevenire gli scarichi abusivi dalle navi in alto mare. In porto, sia tramite i cosiddetti Ispettori PSC che il normale personale della Guardia Costiera, al fine di accertarsi, fra l’altro, del regolare funzionamento di tutti i sistemi antinquinamento di bordo, come gli “Oil Water Separator”, obbligatori per tutte le navi, o gli “Oil Dicharge Monitoring Equipment”, presenti sulle navi petroliere, delle corrette trascrizioni sui Registri sia del Carico che dei Residui oleosi di bordo, al fine di verificare, confrontandole con le ricevute delle Port-facilities, che i residui del carico o delle sentine di bordo siano stati regolarmente smaltiti.

Per quanto riguarda la «polizia giudiziaria» questa, pur non necessitando di personale fornito di un altissimo grado di addestramento specifico nella materia, è chiaro che non può essere svolta efficacemente senza un minimo di conoscenza nel campo dell’inquinamento marino dalle navi. Se non altro poiché diviene fondamentale nelle indagini che l’investigatore sia nelle condizioni di sapere dove e come individuare e raccogliere gli indispensabili reperti probatori.

Ma ancora più importante si ritiene sia la possibilità per le Forze di Polizia di cogliere il reato d’inquinamento in flagranza o quasi flagranza oppure, quanto meno, nell’immediatezza della sua consumazione. Le note difficoltà di reperire campioni di prodotto inquinante e di eseguire confronti di questi in laboratorio, molto tempo dopo che l’inquinamento sia avvenuto, fanno divenire essenziale l’esigenza della prontezza dell’intervento d’indagine sopra esposta.

Trattandosi l’inquinamento marino dalle navi un reato molto spesso compiuto da stranieri, è di gran lunga preferibile che il legislatore, nell’emanare la normativa di riferimento, propenda più nel comminare sanzioni amministrative, eventualmente correlate ad una semplice procedura di fermo nave, che sanzioni penali, che spesso finiscono senza un vero esito punitivo per il responsabile straniero.