Elementi di tanatologia forense

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Particolare importanza assume, nell’ambito dell’attività investigativa volta alla risoluzione, nel caso di «rinvenimento di un cadavere», l’attività tecnico-scientifica diretta a stabilire l’epoca della morte.
La «Tanatologia»
(dal greco θάνατος, thànatos - "morte", e λόγος, lògos - "discorso" o "studio") ha il compito di studiare i fenomeni della morte ed i cambiamenti di ordine fisico, chimico e morfologico che si svolgono sul cadavere. In particolare, la “tanatologia forense” è quel capitolo di tale disciplina che studia il cadavere in relazione alle esigenze giudiziarie, amministrative e professionali connessi all’avvenimento stesso della morte.
Si tenga presente che la morte non è un atto che si completa nell'immediato, ma è prolungata nel tempo, con la vita che continua in organi e apparati anche a decesso avvenuto, in modo a noi impercettibile. È proprio su questo principio che si basa la progressione dei fenomeni cadaverici.
Tali cambiamenti fenomenici avvengono nella struttura del corpo e, quando possono essere osservati dall'esterno, come avviene in sede di sopralluogo e autopsia, vengono definiti «segni».

  • Ad esempio, la rigidità cadaverica che si riscontra nel cadavere è un segno. Responsabile di tale rigidità è tuttavia un complesso di fenomeni non osservabili direttamente (cito solo uno di questi fenomeni alla base del segno rigidità: la degenerazione dei legamenti muscolari di actina-miosina, provocata dalla scomparsa dell'acido adenosintrifosforico, detto anche ATP, con conseguente blocco muscolare in uno stato di accorciamento).

I fenomeni cadaverici comprendono l’insieme dei cambiamenti della struttura organica e dello stato fisico-chimico, cui va incontro il corpo dopo la morte. A scopo didattico essi vengono suddivisi in tre gruppi:

  1. abiotici (immediati e consecutivi)
  2. trasformativi (distruttivi e speciali)

I fenomeni sono detti «abiotici» quando dipendono dalla cessazione delle attività vitali; ecco perché i segni che li rivelano all'osservatore sono "negativi".
Si differenziano dai fenomeni «trasformativi», che determinano modificazioni importanti del cadavere. I segni che li rivelano sono pertanto detti "positivi".

Di seguito, uno schema riassuntivo del loro significato e del periodo di comparsa, tenendo sempre presente che ci sono molte variabili, intrinseche (del corpo) ed estrinseche (dell'ambiente) che si combinano tra loro in vario modo, così da non rendere sempre attendibile la cronologia riportata (da intendersi dunque come parametro medio a condizioni standard).

► Classificazione dei fenomeni cadaverici

  Abiotici immediati:

  1. perdita della coscienza
  2. perdita della sensibilità
  3. perdita della motilità
  4. perdita del tono muscolare
  5. cessazione del circolo
  6. cessazione del respiro

  Abiotici consecutivi:

  1. raffreddamento
  2. disidratazione
  3. ipostasi
  4. acidificazione
  5. eccitabilità neuromuscolare
  6. rigidità cadaverica

  Trasformativi distruttivi:

  1. autolisi
  2. autodigestione
  3. putrefazione

  Trasformativi speciali:

  1. macerazione
  2. mummificazione
  3. saponificazione
  4. corificazione