Azioni di competenza della Capitaneria di Porto a seguito di inquinamento marino

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E’ opportuno evidenziare l’importanza della cosiddetta “Attività preventiva” del personale delle Capitanerie di Porto che deve basarsi su accurati e frequenti controlli a tutte quelle attività, che si svolgono sul mare e sul litorale, al fine di mantenere sempre ad un elevato livello l’attenzione e la cura dei vari operatori del settore (tecnici delle industrie, equipaggi delle navi, personale di piattaforme, ecc.), di verificarne il livello professionale e l’idoneità dei mezzi e materiali alle operazioni in atto.

In materia di inquinamento, l’Ispettorato Centrale per la Difesa del mare (ora Servizio Difesa Mare del Ministero dell'Ambiente) ha disposto (Circolare n. 9262157 del 14 Aprile 1989) che per ogni controllo effettuato dal personale delle Capitanerie, venga compilato un apposito “Rapporto NODM”, che in caso di accertata violazione di norme relative alla MARPOL 73/78 dovrà essere inviato al suddetto Ispettorato che provvederà, in caso di nave straniera che ha effettuato sversamenti irregolari in acque internazionali, ad informare lo Stato di bandiera tramite il Ministero degli Esteri.

L’attivazione del sistema di intervento scatta allorché si ha notizia di un qualsiasi evento che possa costituire minaccia di inquinamento. In tale situazione la Capitaneria di Porto deve predisporre tutte le misure necessarie per un eventuale pronto intervento allertando la sua organizzazione.

A seconda del luogo dove è avvenuto o potrebbe avvenire l’inquinamento, diverse saranno le operazioni da compiere, tale considerazione in funzione del luogo (porto mercantile, porto petrolifero, rada, mare territoriale, alto mare, costa, ecc.) deve essere necessariamente fatta avendo a riguardo anche per le condimeteo sussistenti nella zona dell’evento.

In linea di massima, ricevuta la “segnalazione di allarme” (che può giungere anche attraverso i titolari degli Uffici dipendenti, navi coinvolte in un sinistro, responsabili di installazioni fisse o mobili situate in mare o sul litorale ovvero di terzi non responsabili), l'Ufficiale o il Sottufficiale preposti alla Centrale Operativa (o l’Ufficiale di guardia), provvede a informare il Comando il quale dispone, in attuazione del “Piano di Pronto Intervento Locale” ed in relazione all'ampiezza e natura dell'inquinamento, una serie di azioni.

Ai sensi dell’art. 11 Legge 979/82, in caso di inquinamento o di imminente pericolo di inquinamento, l’Autorità marittima, nella cui area di competenza si verifichi l’evento, è tenuta a disporre le misure necessarie allo scopo di prevenire o eliminare gli effetti inquinanti, ovvero attenuarli qualora risultasse tecnicamente impossibile eliminarli, con tecniche di recupero e riduzione delle sostanze sversate in mare. Qualora si renda necessario, in particolare, l’impiego di risorse (uomini e mezzi) non dipendenti o l’uso di prodotti disperdenti, le relative operazioni dovranno essere sempre preventivamente autorizzate dalla Direzione Generale per la Protezione della Natura del Ministero dell'Ambiente – per il tramite del Centro Operativo Antinquinamento), pena il mancato successivo riconoscimento di qualsiasi onere a carico dell’erario; per la qual cosa dovranno instaurarsi dei contatti diretti.

Per le determinazioni salienti (rilascio autorizzazioni all’uso dei disperdenti, ecc…) dovrà preferirsi la comunicazione scritta, ovvero il ricorso a fonogrammi in caso di impossibilità (attività svolte oltre l’orario di servizio, reperibilità festiva dei funzionari responsabili, ecc.).

Viceversa per quanto concerne le attività svolte dagli uffici marittimi con risorse (uomini e mezzi) dipendenti, la Direzione Generale per la Protezione della Natura (per il tramite del C.O.A.) dovrà comunque esserne tempestivamente messo a conoscenza e successivamente informato con rapporto circostanziato scritto (cd. rapporto iniziale di inquinamento).

  • Tra le azioni fondamentali da eseguire, citiamo:
  1. l'approntamento del personale e dei mezzi navali necessari alle operazioni di disinquinamento, sulla scorta delle notizie pervenute, dando quindi le opportune direttive per l'attivazione del Nucleo Operativo Difesa Mare.
  2. il collegamento con la nave che ha originato la segnalazione;
  3. gli accertamenti da terra ritenuti necessari;
  4. il prelievo di n. 3 (tre) campioni di acqua marina (almeno un litro ciascuno) che saranno immediatamente inviati al Laboratorio di Igiene e Profilassi per le analisi.
  5. l'intervento del chimico di porto e dei tecnici del laboratorio di Igiene e Profilassi  per suggerire la tecnica più idonea per abbattere l'inquinamento;
  6. l’allertamento dei mezzi disinquinanti;
  7. l’intervento di mezzi aerei;
  8. richiedere l’intervento dei Comandi, Autorità, Enti, Uffici e Società private interessate all'esecuzione del piano di pronto intervento locale, necessario per le operazioni di abbattimento o per le altre esigenze connesse all'emergenza;
  9. richiedere l'intervento del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;
  10. segnalare il fatto alla Prefettura e all'Autorità Giudiziaria, la zona colpita e gli interventi necessari;
  11. in caso di particolari necessità, mettere in allarme altre Autorità o Enti (come ad esempio, reparti militari, ospedali, ambulanze, ecc.).