La flotta peschereccia: classificazione e distinzione

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La flotta peschereccia viene catalogata tenendo in considerazione il tipo di “Licenza di pesca”. E' possibile distinguere vari segmenti: la pesca a strascico, la circuizione, la piccola pesca artigiana, le draghe e i pescherecci polivalenti. I tre segmenti principali sono lo strascico, i polivalenti e la piccola pesca artigianale.
Le unità che pescano con le reti a strascico sono circa 2.241 e rappresentano circa il 13,8% della flotta, anche se, dal punto di vista delle capacità, sono circa il 44,5% del tonnellaggio di stazza lorda. La maggiore rappresentatività delle unità da pesca a strascico viene confermata in tutti i mari italiani.
Le unità del sistema polivalente rappresentano, con circa 4.000 unità, la seconda componente, sia in termini di tonnellaggio (28,3%) che di numero (25%). Queste unità praticano frequentemente, come previsto dalla Licenza, anche lo strascico, la pesca con palamiti e con le reti a circuizione.
Le unità della piccola pesca costituiscono, con circa 8.680 unità, la prima realtà nel panorama nazionale, rappresentando oltre il 53% della flotta. Considerate le modeste dimensioni, il tonnellaggio di stazza lorda totale non supera però il 12% della flotta italiana.
La ripartizione per aree geografiche indica che il polo di maggiore consistenza produttiva è rappresentato dalla realtà siciliana, che costituisce il 24% del numero di unità da pesca ed il 31,5% del tonnellaggio di stazza lorda. Il versante adriatico rappresenta invece il 35,2% delle unità ed il 40,5% del tonnellaggio.

► Classificazione delle unità da pesca

L’art. 8 del Regolamento di esecuzione n.1639/1968, distingue le navi destinate alla pesca professionale nelle seguenti «categorie» (la categoria esprime la distanza di navigazione che una nave può raggiungere):

  • PRIMA: Navi che, per idoneità alla navigazione, per dotazione di attrezzi di pesca e di apparati per la congelazione o la trasformazione dei prodotti della pesca, sono atte alla pesca oltre gli stretti o oceanica[1] ;
  • SECONDA: Navi non inferiori a 30 TSL che, per idoneità alla navigazione, per dotazione di attrezzi di pesca e di sistemi per la refrigerazione o la congelazione dei prodotti della pesca, sono atte alla pesca mediterranea o d'altura;
  • TERZA: Navi che, per idoneità alla navigazione costiera e per dotazioni di attrezzi da pesca, sono atte alla pesca costiera ravvicinata (Dlvo n. 561/94; Legge n. 655/94);
  • QUARTA: Navi fino a 30 TSL, che per idoneità alla navigazione litoranea e per dotazione di attrezzi di pesca, sono atte alla pesca costiera locale (DM 22/06/82; DM 19/04/2000);
  • QUINTA: Navi e galleggianti stabilmente destinati a servizi di impianti da pesca
  • SESTA: Navi che, per idoneità alla navigazione e per dotazioni di bordo, sono destinati dalle imprese al servizio di una flottiglia di pesca per l'esercizio delle attività di conservazione o trasferimento e di trasporto dei prodotti della pesca.

L'assegnazione alla rispettiva categoria spetta al "Comandante della Capitaneria di Porto" (=Capo del Compartimento), all'atto dell'iscrizione nelle Matricole delle navi maggiori o nei Registri delle Navi Minori e Galleggianti (RR.NN.MM. e GG.)

  • Le navi autorizzate alla “pesca oceanica”, “mediterranea” e “ravvicinata” possono esercitare tale attività «in tutti i compartimenti marittimi italiani».
  • Le navi autorizzate alla “pesca costiera locale” possono esercitare tale attività «nel compartimento d’iscrizione e nei due compartimenti contigui».

 

Distinzione della nave da pesca

Agli effetti del secondo comma dell’art. 136 del Codice della navigazione, le navi (latu sensu) si distinguono, a secondo l’uso cui sono destinate, all’impiego e al tipo di navigazione, in:

  1. Navi Maggiori
  2. Navi Minori.

Le “navi maggiori” sono le navi alturiere, destinate alla navigazione di alto mare (oltre le 20 miglia dalla costa); le "navi minori", sono le navi costiere, destinate alla navigazione lungo le coste continentali ed insulari dello Stato, a distanza non superiore alle 20 miglia marine.

Fra le navi adibite alla pesca marittima rientrano nella categoria delle navi maggiori, quelle “oceaniche” (I^) e “mediterranee” (II^) e, in genere, quelle destinate dalle imprese di pesca al “servizio di una flottiglia” di pesca (VI^) per l’esercizio di trasferimento e di trasbordo dei prodotti della pesca.
Rientrano, invece, nella categoria delle “navi minori”, le navi da pesca che effettuano la “pesca costiera” (III e IV^). Infine si fanno rientrare tra i “galleggianti”, tutte quelle unità da pesca ricomprese nella V^ ctg. stabilmente destinate a servizi di impianti da pesca che non sono inserite in flotta.

L’attività di pesca viene svolta in navigazione e ciò implica il rispetto delle norme del Codice di navigazione e delle disposizioni legislative sulla sicurezza della navigazione e della vita umana in mare; inoltre, il fatto che l’attività venga svolta mediante il movimento di unità attraverso l’acqua, che è una delle matrici ambientali da tutelare contro l’inquinamento, comporta anche il rispetto delle disposizioni relative alla tutela delle acque e delle zone marine protette.

 


[1] A questo tipo appartengono tutte quelle medie e grosse navi destinate alla pesca in alto mare o alla pesca oceanica. Sono navi dotate di ottime qualità nautiche ed attrezzate al particolare tipo di lavoro che debbono svolgere. I pescherecci più grossi sono dotati di centrali frigorifere per la produzione del freddo allo scopo di poter lavorare e conservare il pesce pescato allungando in tal modo il periodo di permanenza in mare (campagna di pesca). Molte di queste navi sono in grado di lavorare completamente il pescato, cioè di compiere le operazioni di svisceramento, taglio in filetti, congelazione rapida, confezione e immagazzinaggio in stive refrigerate. Tra le navi adibite alla pesca citiamo la nave “baleniera”, particolarmente attrezzata per la pesca delle balene. Queste navi sono dotate di un apposito cannoncino, situato a prua, il quale può lanciare un arpione contro la balena. Attualmente, ad affiancare le navi baleniere, vi sono le navi destinate alla lavorazione delle balene pescate; queste hanno a poppa una grande apertura munita di un piano inclinato attraverso il quale viene issata la balena pescata, che, una volta a bordo, viene lavorata procedendo all'estrazione di tutte le sostanze utili per l'uso industriale.