Il «Corpo delle Capitanerie di porto», storicamente è l’erede delle antiche magistrature del mare, alle quali erano state affidate molteplici attività, dalla regolamentazione delle attività marittime, l'amministrazione e la cura dei porti a funzioni meno mercantili quali gli arruolamenti militari marittimi. E' stato istituito nella sede di palazzo Pitti, nell'allora capitale del Regno d'Italia, Firenze, con la firma del Regio Decreto n. 2438 del 20 luglio 1865 [1]da parte di Vittorio Emanuele II.
Il sempre crescente intervento del nostro Paese in tutte le manifestazioni della vita economica nazionale e l’evoluzione della navigazione marittima latu sensu hanno determinato un ampliamento delle funzioni del Corpo, e da qui la necessità - nel breve volgere di mezzo secolo - della istituzione di un Organo con compiti di direzione e coordinamento su tutti i Comandi e gli Uffici periferici. Fù istituito, con R.D. 8 dicembre 1910 n. 857 [2], l'Ispettorato Generale del Corpo delle Capitanerie di porto.
L’efficienza del personale del Corpo venne duramente collaudata nei momenti più decisivi della vita nazionale e nei conflitti bellici che videro impegnato il nostro Paese. Il conflitto italo-turco prima e l’epopea del colonialismo africano poi, non risparmiarono certamente il Corpo delle Capitanerie di porto in quegli anni, sia per l’impegno nella organizzazione dell’imbarco e sbarco di uomini e vettovaglie di guerra, che per il mantenimento della disciplina dei porti occupati e delle linee di collegamento.
Nel maggio del 1915, alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia, per il riconoscimento militare del servizio compiuto nel Corpo delle Capitanerie di porto, al personale fu concesso di portare le «stellette», simbolo dei militari. Artefice di questo traguardo fu l’ Ammiraglio Francesco Mazzinghi, divenendo di fatto il fondatore della moderna istituzione delle Capitanerie di porto.
Generale di Porto Ispettore Francesco MAZZINGHI
La prima guerra mondiale portò un grande impegno alle Capitanerie di porto: il servizio di mobilitazione, la requisizione del naviglio mercantile per uso bellico, la difesa costiera, la polizia militare, senza mancare all’organizzazione e l'attività portuale volta ad assicurare la continuità dei rifornimenti alle prime linee.
Nel mese di febbraio 1918 il Governo gravò il Corpo di ulteriori compiti di carattere militare, tutti gli uomini furono militarizzati per tutto il periodo guerreggiato. Il Corpo venne definitivamente inquadrato militarmente nel mese di novembre 1919 ed infine entrava a far parte dei Corpi della Regia Marina nel settembre del 1923. Questo ultimo provvedimento, consacrò la reale vocazione militare del Corpo, conducendolo fino all’attuale assetto organizzativo.
Attualmente, la "struttura" del Corpo prevede una «organizzazione centrale» ed una «periferica», deputata al conseguimento degli interessi pubblici inerenti alla navigazione. In particolare, esplica le proprie funzioni nei riguardi del naviglio, del traffico, del personale marittimo, della pesca, del demanio pubblico marittimo e dei porti, della sanità marittima, ecc.
In quanto Organo periferico dell’Amministrazione Marittima dello Stato dipende dal "Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti [3]" (istituito dall’art. 2 del Dlgs 30 luglio 1999, n. 300) per quanto riguarda i «Servizi di Istituto» di competenza di tale amministrazione, ma dipende dal "Ministero Difesa-Marina [4]" per quanto riguarda lo «stato giuridico, il reclutamento, l'avanzamento e la disciplina» degli appartenenti al Corpo nonché per lo svolgimento dei compiti esclusivamente militari ad esso affidati.
Un posto "particolare" nell'amministrazione diretta occupa il «Comando Generale delle Capitanerie di Porto [5]», istituito con Legge 28 gennaio 1994, n. 84 (Riordino della legislazione in materia portuale). È questo l'Organo di comando delle Capitanerie di Porto, retto attualmente da un «Comandante Generale», che provvede all’organizzazione ed al funzionamento delle Capitanerie di Porto, alla disciplina del personale e alla sorveglianza sui servizi periferici disimpegnati dalle stesse e dagli altri Uffici minori, con particolare riferimento alla funzione “esclusiva” della «ricerca e soccorso», gestita dalla dipendente Centrale Operativa.
Nell'ambito dell'organizzazione centrale sono stati, inoltre, istituti il «Reparto Ambientale Marino [6]» (RAM) e il «Reparto Pesca Marittima [7]» (RPM) del Corpo posti alle rispettive dipendenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Con Decreto Ministeriale 8 giugno 1989 [8], i reparti del Corpo delle Capitanerie di Porto che svolgono compiti di natura “tecnico-operativa”, sono stati costituiti in «Guardia Costiera» che, pertanto, rappresenta un’articolazione del Corpo medesimo ed è costituita da unità navali ed aeree.. Tale provvedimento, che istituisce formalmente anche in Italia la “Guardia Costiera”, in verità non ha fatto altro che riconoscere come tale il servizio da sempre espletato, lungo le coste e in mare, dagli uomini delle Capitanerie di Porto.
Con D.P.R. 28 settembre 1994 n. 662 [9], con il quale l'Italia rende esecutiva la "Convenzione di Amburgo" del 27 aprile 1979 (sulla ricerca e salvataggio in mare), è stato istituito, presso il Comando generale delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera, il «Centro nazionale di coordinamneto del soccorso marittimo [10]» (I.M.R.C.C.). Trattasi di una struttura altamente specializzata in grado di esercitare le proprie funzioni nei molteplici settori di competenza che spaziano dal soccorso marittimo al telerilevamento ambientale, al monitoraggio delle unità da pesca e da traffico, grazie anche alle apparecchiature ad alta tecnologia che consentono una efficace comunicazione tra il bordo e la sala operativa medesima.
Le Capitanerie di porto espletano sia funzioni "prettamente amministrative" (in forma normativa), sia funzioni di "polizia marittima" che di specifici compiti di "polizia di sicurezza" (effettuate in forma operativa e limitatamente alle attività di istituto), sia, infine, funzioni di "polizia giudiziaria" per le violazioni previste dal Codice della navigazione e delle altre leggi speciali (pesca, demanio marittimo, diporto nautico, ambiente, ecc.) ed attraverso l'articolazione operativa di Guardia Costiera, opera in mare, nei porti e sulle pertinenze marittime, principalmente per la «salvaguardia della vita umana in mare» ed in genere tutte le attività marittime connesse alla fruizione del mare nella più ampia accezione del termine.
Le principali linee di attività del Corpo delle Capitanerie-Guardia Costiera in materia di “polizia marittima”, comprendono la disciplina della navigazione marittima, la regolamentazione di eventi che si svolgono negli spazi marittimi soggetti alla sovranità dello Stato; il controllo del traffico navale e la prevenzione di sinistri marittimi attraverso il "Sistema VTS" [11] (Vessel Traffic Service) e l’esperimento delle relative inchieste; il controllo sulla sicurezza della navigazione svolto sempre più intensamente dagli ispettori PSC (Port State Control) per prevenire infortuni ai marittimi e incidenti in mare; la manovra delle navi in sicurezza nei porti; il controllo del demanio pubblico marittimo; i collaudi e le ispezioni periodiche di depositi costieri e di altri impianti pericolosi.
Bisogna ricordare però che anche quelle che, da sempre, sono state le attività principali del Corpo hanno subito varie evoluzione e modificazioni e tra queste ricade appunto l’attività di “polizia giudiziaria”, che si sta spingendo ad abbracciare numerose materie legate sempre e comunque al mare, rivestendo un’importanza fondamentale a livello nazionale per la difesa dell’ambiente marino e la prevenzione di attività illecite che possano arrecargli danno.
L’impegno quotidiano del Corpo delle Capitanerie in tema di polizia giudiziaria è pertanto da inquadrarsi nel complesso delle attività operative svolte in mare, nei porti e lungo la fascia costiera nazionale dalle unità navali e dal personale a terra.
L’intensa azione di accertamento che caratterizza tali attività ha assunto, nel tempo, proporzioni sempre più ampie in relazione alla crescita esponenziale degli interessi della collettività sul mare e lungo la fascia costiera e della conseguente attività normativa svolta dallo Stato con numerosi atti legislativi e regolamentari.
Non è più solo il Codice della Navigazione del 1942 l’unica fonte normativa a cui gli operatori di polizia nel campo marittimo devono fare riferimento, ma una serie di leggi e decreti che spaziano dalla pesca alla salvaguardia dell’ambiente marino, dal controllo e repressione dell’immigrazione clandestina alla tutela dei beni archeologici sommersi.
Quelli indicati sono, pur nelle linee generali, i compiti d’istituto del Corpo delle Capitanerie di porto. E’ proprio nello svolgimento di quei compiti, che il personale del Corpo può «imbattersi» in fatti concreti costituenti reato e trovarsi, di conseguenza, costretto ad esercitare funzioni di polizia giudiziaria. Peraltro, il personale del Corpo, può legittimamente svolgere dette funzioni solo “entro gli ambiti“ per esso rispettivamente determinati dal Codice di procedura penale e dalle numerose leggi speciali (o dai provvedimenti a esse equiparati) che si interessano della materia. Per questo motivo, si dice solitamente che la legge stabilisce la “competenza” degli Ufficiali ed Agenti di polizia giudiziaria indicando non solo quali atti possono essere compiuti dall’una o dall’altra categoria di soggetti (c.d. competenza agli atti), ma anche i limiti (di tempo, spazio e materia) entro i quali quegli atti possono esere compiuti dai vari Organi e persone cui essa attribuisce la qualifica di Ufficiale o Agente di polizia giudiziaria.
Per il personale del Corpo l’attività di polizia giudiziaria è generalmente un’attività “residuale” che viene svolta esclusivamente quando la normale attività amministrativa (di controllo, ispezione e vigilanza) affidata dai Comandi di appartenenza progredisce nell’accertamento di un reato e impone perciò il compimento di attività dirette ad assicurare le fonti di prova e a raccogliere quant’altro possa servire per l’applicazione della legge penale.
Nel carattere residuale dell’attività di polizia giudiziaria degli Ufficiali ed Agenti di polizia giudiziaria a "competenza limitata" va individuata la ragione per la quale gli appartenenti al Corpo delle Capitanerie, a differenza della gran parte degli Ufficiali e degli Agenti di polizia giudiziaria a competenza generale, possono esercitare la loro funzione solo entro definiti limiti temporali e spaziali.
L'Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Nicola CARLONE è nato a Minervino Murge (BT) il 23/09/1960. Ha trascorso l'adolescenza a Losanna (Svizzera), dove ha frequentato le scuole medie e superiori diplomandosi presso il Liceo scientifico "Vilfredo Pareto".
Con Decreto del Presidente della Repubblica in corso di emanazione, vista la delibera del Consiglio dei Ministri del 15/07/2021, è stato nominato, a decorrere dal 25/07/2021, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, con il contestuale conferimento del grado di Ammiraglio Ispettore Capo (CP).
Ha conseguito la laurea in Scienze marittime e navali presso l'Università degli studi di Pisa e la laurea in Scienze internazionali e diplomatiche presso l'Università degli studi di Trieste, e due Master universitari di II livello in e-Health (presso l'Università degli studi di Camerino) e in Intelligence e Security (presso la Link Campus University of Malta).
Ha frequentato, tra l'altro, i seguenti corsi: 1st Port State Control Officer certification course (1996, Centro di formazione specialistica del Corpo "A. De Rubertis" di Genova); Helicopter underwater escape specialization course (basic and advanced) - Firefighting training specialization - Survival and rescue training specialization course (1996, Centro Formazione ENI); Information technology specialization course (1996, Comando Generale del Corpo); Police specialization course (1999, Comando Carabinieri di Bari).
Ha conseguito l'abilitazione ad Ispettore Port State Control (1996) e il brevetto di specializzazione M.M. in diritto internazionale marittimo (2011).
Nel corso della carriera ha svolto attività di docenza presso le seguenti istituzioni: Scuola Sottufficiali M.M. di Taranto (artiglieria navale); Università degli studi di Perugia (investigations and security sciences); Link Campus University of Malta (intelligence e security); Centro di formazione specialistica del Corpo "A. De Rubertis" di Genova (sicurezza della navigazione e port/ship security); Università Campus Bio-Medico di Roma (homeland security).
E' insignito di numerose onorificenze, tra cui: Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana; Medaglia Mauriziana per anzianità di servizio militare; Medaglia commemorativa per le operazioni NATO in ex Jugoslavia; Croce commemorativa per la missione militare di pace della Forza Multinazionale in Libano; Medaglia commemorativa per la protezione del naviglio mercantile nazionale e salvaguardia della libertà di navigazione in Golfo Persico.
E' sposato con la sig.ra Nunzia ed ha due figli. Parla correntemente le lingue inglese e francese ed ha una conoscenza di base della lingua tedesca.
L'Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Nicola CARLONE
Il Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera è l'Organo posto al vertice del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia costiera [12] della Repubblica Italiana [13].
Il Comando generale è retto da un "Ammiraglio Ispettore Capo [14]" e ha la sua sede in viale dell'Arte a Roma [15] nel quartiere dell'EUR [16] presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti [17], ed è coadiuvato dalla figura dell'Ammiraglio Ispettore [18], che ricopre la carica di Vice Comandante Generale del Corpo.
Funzioni del Comandante Generale del Corpo:
Il Comandante Generale del Corpo viene nominato con decreto del Presidente della Repubblica [19]. In seguito ad una della norme del decreto 11 novembre 1938 [20] al vertice del Corpo della Capitanerie di porto veniva posto un Ammiraglio di squadra [21] appartenente al Corpo di stato maggiore [22] della Regia Marina [23], tale situazione perdurò fino al gennaio 1946 quando al vertice del Corpo tornò un Ammiraglio Ispettore proveniente dal Corpo delle Capitanerie.
L'attuale Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto è l'Ammiraglio Ispettore (CP) Nicola Nicola CARLONE (25/07/2021 al .... oggi).
Il «Corpo delle Capitanerie di porto», storicamente è l’erede delle antiche magistrature del mare, alle quali erano state affidate molteplici attività, dalla regolamentazione delle attività marittime, l'amministrazione e la cura dei porti a funzioni meno mercantili quali gli arruolamenti militari marittimi. E' stato istituito nella sede di palazzo Pitti, nell'allora capitale del Regno d'Italia, Firenze, con la firma del Regio Decreto n. 2438 del 20 luglio 1865 da parte di Vittorio Emanuele II.
L'Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni PETTORINO è nato a Roma il 24 luglio 1956. Sposato con due figli, si è laureato in Scienze Politiche presso l'università "La Sapienza" di Roma.
Dopo aver prestato servizio nel gruppo sportivo militare delle "Fiamme Gialle" per oltre quattro anni, ha frequentato il corso a nomina diretta presso l'Accademia Navale di Livorno nel 1981.
Successivamente ha prestato servizio presso le Capitanerie di Porto di Napoli e Viareggio ed ha effettuato imbarchi di addestramento a bordo della fregata Alpino e del dragamine Larice.
Ha frequentato il 13° corso di abilitazione al Comando di motovedette d'altura nel 1986, il 14° corso Normale di Stato Maggiore presso l'Istituto di Guerra Marittima di Livorno nel 1994/1995 ed il 1° corso dell'Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze nel 1998/1999.
Nel 1982 è transitato nel Corpo delle Capitanerie di porto, ricoprendo, tra gli altri, incarichi di comando presso i seguenti uffici:
L’ Ammiraglio Ispettore (CP) Comandante Generale Vincenzo MELONE è nato a Roma (RM) il 9 febbraio 1953. Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica ha frequentato i corsi normali di S. M. dell’Accademia Navale di Livorno dal 1972 al 1976, laureandosi in scienze marittime e navali. Quale ufficiale di Stato Maggiore della Marina Militare è stato imbarcato su diverse unità della Squadra Navale tra cui Nave Etna, Nave Doria, Nave Impavido, Nave S. Giorgio, Nave Centauro e Nave Canopo, conseguendo l’abilitazione as/sioc e il comando di guardia in plancia.
Nel 1982 è transitato nel Corpo delle Capitanerie di porto, ricoprendo, tra gli altri, incarichi di comando presso i seguenti uffici:
Nel 1987 ha conseguito la specializzazione “ordinamento servizio sicurezza della navigazione e difesa "NBC”.
Nel periodo dal 1989 al 1991 l’Ammiraglio ha ricoperto l’incarico di Ufficiale Superiore addetto al Ministro della Marina Mercantile, dal 1992 al 1995 è stato Assistente del Comandante Generale e dal 1999 al 2002 ha curato i rapporti con il Parlamento per i provvedimenti di interesse del Corpo delle Capitanerie di porto.
E’ stato insignito delle seguenti decorazioni e onorificenze:
Il 31 maggio 2005 ha assunto l’incarico di Capo del III Reparto Piani e Operazioni del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera ed in tale incarico è stato responsabile nazionale dell’impiego operativo della componente aeronavale e subacquea del Corpo, della predisposizione dei documenti di pianificazione e soprattutto delle emergenze in mare sia per quanto riguarda la salvaguardia della vita umana che della tutela dell’ambiente marino.
Il 15 novembre 2010 ha assunto l’incarico di Capo del I Reparto Personale del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera.
Il Comandante Generale delle Capitanerie di Porto
da www.guardiacostiera.it/
L' Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Comandante Generale Felicio Angrisano è nato a Torre Annunziata (NA) il 1° novembre 1950. Ha conseguito, con il massimo dei voti, la laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli ''Federico II'' e dopo un anno di tirocinio legale presso il foro di Milano, è entrato nel Corpo delle Capitanerie di porto nell’ottobre del 1975, quale Ufficiale a Nomina Diretta, con il grado di Sottotenente di Vascello (CP) del ruolo normale.
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 17 maggio 2013, ha deliberato la promozione al grado di Ammiraglio Ispettore Capo, perfezionata con Decreto del Presidente della Repubblica del 21 maggio 2013 e decorrenza amministrativa 2 giugno 2013.
Con Decreto del Presidente della Repubblica del 27 maggio 2013, all’Ammiraglio Angrisano è stato conferito l’incarico di Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera a decorrere dal 2 giugno 2013.
Tra i numerosi incarichi assunti nel corso della sua carriera figurano:
L’Ammiraglio Ispettore Capo Felicio Angrisano ha portato a termine anche varie iniziative nel campo del sociale:
Autore di diverse pubblicazioni sui servizi d’istituto del Corpo, membro permanente del CISM (Comitato Interministeriale Sicurezza Marittima) e del COCIST (Comitato di Coordinamento Interministeriale per la Sicurezza dei Trasporti e delle Infrastrutture), è docente di:
È stato insignito delle seguenti decorazioni ed onorificenze:
È stato, inoltre, insignito del Premio alla carriera ''Ad Haustum Doctrinarum''.
È coniugato con la Sig.ra Anna Maria Saracino ed ha due figli, Alfredo e Alessandro.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 02.06.2013 al 01.11.2015
da www.guardiacostiera.it/
L' Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Comandante Generale Pierluigi CACIOPPO è nato a Roma il 1° giugno 1948, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma, è entrato in Accademia Navale nel 1974/75 con il grado di Sottotenente di Vascello della Marina Militare (Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera). Terminato il ciclo di studi è stato destinato presso la Capitaneria di Porto di Gaeta.
Ha successivamente assolto una serie di prestigiosi incarichi, tra cui:
Promosso Ammiraglio Ispettore (CP) il 1° gennaio 2008, dal 12.02.2007 è in servizio a Roma presso il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera, dove ha ricoperto l’incarico di Capo del 7° Reparto Ricerca e Sviluppo fino al 14 ottobre 2008 e successivamente Capo del 5° Reparto Amministrazione e Contabilità fino al 7 ottobre 2010.
Ha ricoperto l’incarico di Vice Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto dall'8 ottobre 2010 al 24 febbraio 2012.
Ha frequentato, tra l'altro, il 20° corso superiore di stato maggiore presso l'Istituto di Guerra Marittima di Livorno, e la 54^ sessione ordinaria dell’Istituto Alti Studi della Difesa (CASD) di Roma.
E' inoltre insignito delle seguenti onorificenze e decorazioni:
E' stato Responsabile Unico del Procedimento per l’attuazione del “Grande Progetto Nazionale VTS” cofinanziato con fondi P.O.N. Trasporti 2000/06.
E’ stato Responsabile d’Azione per diversi progetti cofinanziati dal P.O.N. Sicurezza 2007/15 e dal Fondo Europeo per le Frontiere Esterne.
E’ attualmente rappresentante Italiano presso il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA) e rappresentate italiano presso l’High Level Steering Group on SafeSeaNet presso la D.G. MOVE - Unità G.1 della Commissione Europea di Bruxelles.
Nel corso della carriera ha diretto o coordinato molteplici operazioni di ricerca e soccorso in mare, salvando numerose persone disperse o naufragate a seguito di incidenti.
E' stato Commissario Straordinario per la bonifica dell'Area Marina Protetta di Baia.
E' autore di numerosi studi e pubblicazioni sul controllo di gestione del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera.
Ha ricevuto il premio Cosimo FANZAGO 2006 di Napoli con la seguente motivazione: "Per il suo impegno nel rilancio e nella valorizzazione della risorsa mare e delle coste per aver stabilito un proficuo rapporto con la città ed i beni culturali".
L'Ammiraglio CACIOPPO abita a Roma. E' coniugato con la signora Maria Stella BARTOLI ed ha due figli.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 25.02.2012 al 01.06.2013
da www.guardiacostiera.it/
L' Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Comandante Generale Marco LOLLI è nato a Montefiascone (VT) il 7 ottobre 1945, laureato in Giurisprudenza nel 1969 presso l'Università degli Studi di Genova, con discussione di una tesi in Diritto della Navigazione, è entrato nel Corpo delle Capitanerie di porto nel 1970 frequentando, presso l'Accademia Navale di Livorno, il corso di Istruzione per ufficiali a nomina diretta.
Nel corso della carriera ha ricoperto praticamente la totalità degli incarichi dell'Amministrazione marittima, sia di natura amministrativa sia tecnico/operativa, prestando servizio presso importanti Capitanerie di porto e presso il Comando Generale.
Ha frequentato numerosi corsi di formazione in materia di sicurezza, difesa e soccorso aereo ed ha conseguito:
Tra le iniziative poste in essere ha:
Durante l'ultimo incarico alla Direzione Marittima della Liguria ha perseguito gli obiettivi tesi allo snellimento dei procedimenti amministrativi legati all'arrivo e alla permanenza delle navi in porto in un'ottica di maggiore efficienza e sicurezza dei traffici marittimi e dei servizi anche attraverso l'implementazione dell'informatizzazione della gestione portuale (PMIS-port management information system) e del controllo del traffico marittimo (VTS-Vessel Traffic Services).
In ambito internazionale l'Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Ferdinando Lolli è stato:
E' stato insignito delle seguenti onorificenze:
All'Ammiraglio Ispettore Lolli sono stati a tutt'oggi tributati per specifici interventi connessi con gli incarichi ricoperti e per i risultati conseguiti, fra cui spiccano quelli correlati all'effettivo salvataggio di vite umane, 2 encomi solenni, 12 encomi semplici e 10 elogi, nonché numerosissime attestazioni di vivo compiacimento e apprezzamento.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 19.06.2010 al 07.10.2010
da www.guardiacostiera.it/
L' Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Comandante Generale Marco Brusco è nato il 24 Febbraio 1947 a Civitavecchia, è entrato nel Corpo delle Capitanerie di Porto nell’Ottobre 1971, dopo essersi laureato a Roma in Giurisprudenza discutendo una tesi sui poteri del Comandante del Porto (tesi discussa con il Chiar.mo Prof. Antonio Lefebvre D’Ovidio).
Dopo il corso in Accademia Navale, gli imbarchi sull’incrociatore Vittorio Veneto e su unità della marina mercantile ed una breve permanenza di servizio a Genova, è stato destinato nell’anno 1973 a Cagliari.
Nel capoluogo sardo, fra gli innumerevoli incarichi, in particolare ha retto la Sezione Demanio Marittimo ed ha impostato il nascente Ufficio Ecologia presso quella Capitaneria di Porto.
L’Ufficiale, dopo aver svolto il periodo di Comando nel grado di Tenente di Vascello presso il Circondario Marittimo di Porto S.Stefano (Luglio 1980 – Settembre 1982), è stato destinato a Livorno per svolgere prevalentemente l’incarico di insegnante di materie giuridiche, ambientali ed economiche ai giovani Ufficiali delle Capitanerie di Porto e della Guardia di Finanza che seguono i vari corsi presso l’Accademia Navale.
Dall’anno 1985, pur continuando a svolgere saltuarie conferenze in Accademia, è rientrato a tempo pieno in Capitaneria dove ha esplicato la propria attività quale Capo delle Sezioni Tecnica ed Ecologia.
Durante lo svolgimento di tali ultimi incarichi, è stato componente degli staff del "Commissario ad acta" per lo smaltimento dei rifiuti transfrontalieri sia della Motonave "Karin B" che della Motonave "Deep sea carrier" ed in qualità di Ufficiale all'Ecologia, ha collaborato con il Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Chimica Analitica Strumentale presso il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, sui problemi eco-ambientali della zona marittima di bocca d'Arno - tenuta S. Rossore.
Dal 1990 al 1994 è stato Comandante della Capitaneria di porto di Viareggio.
Dal 6 luglio 1994 al 30 Settembre 1995, con il grado di Capitano di Vascello, ha svolto l'incarico di Assistente del Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto presso il Comando Generale.
Il 1° Ottobre 1995 è stato nominato Comandante della Capitaneria di Porto di La Spezia e, conseguentemente alla legge 84/94 anche Commissario Aggiunto per l'organizzazione portuale di La Spezia, nelle more della nomina del Presidente dell'Autorità Portuale.
Dal 1997 al 1999, ritornato al Comando Generale, ha svolto l'incarico di Capo del 2° Reparto - Affari Giuridici e Servizi d'Istituto.
Dal 1999 al 2001 ha assunto l'incarico di Capo dell'Unità Organizzativa del Corpo delle Capitanerie di Porto per la protezione dell'Ambiente Marino e Costiero presso il Gabinetto del Ministro dell'Ambiente; durante questo periodo è stato nominato Presidente del Comitato Tecnico di vigilanza e consulenza sull'Accordo di Programma tra Ministero dell'Ambiente ed ENEA, con riferimento al Progetto " Il Mediterraneo, difesa del mare e delle coste" e nel 2000 è stato nominato Consulente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse della XIII legislatura.
Con il grado di Contrammiraglio, dal 2001 ha assunto l'incarico di Direttore Marittimo della Toscana e Comandante della Capitaneria di Porto di Livorno fino al 2004; nello stesso periodo, nel 2003, con Ordinanza 7 novembre n. 3324 del Presidente del Consiglio dei Ministri, è stato nominato Commissario delegato per la demolizione e la rimozione della motonave da carico libanese VENUS, incagliatasi per naufragio nella notte tra il 23 ed il 24 Ottobre 2002 sulla scogliera di Castiglioncello (l’emergenza si è conclusa, come previsto, nel Luglio 2004).
Dal 2004 al Gennaio 2007 ha ricoperto l'incarico di Direttore Marittimo della Liguria e Comandante della Capitaneria di Porto di Genova.
Promosso Ammiraglio Ispettore con decorrenza 22 Gennaio 2007, è divenuto Capo del 1° Reparto Personale del Comando Generale a Roma.
Le attribuzioni proprie del Reparto cui è preposto, l’Ammiraglio ha lo speciale incarico di continuare a formare e realizzare i programmi di reclutamento, formazione e addestramento professionale del personale militare in servizio, assunto e da assumere, ai sensi della Legge 31 Agosto 2004, n° 226.
Il 15 Ottobre 2008 è stato nominato Vice Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.
Dall'8 ottobre 2010, con il grado di Ammiraglio Ispettore Capo, è stato nominato Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera; incarico ricoperto fino al collocamento in ausiliaria in data 24 Febbraio 2012.
Durante questo stesso ultimo periodo è stato Presidente del Comitato Nazionale del Welfare della Gente di Mare.
Fra le diverse specializzazioni conseguite, vi è quella in "Diritto umanitario internazionale in guerra".
Nel periodo Novembre 1997 - Febbraio 1998 ha frequentato un corso di Management tenuto presso il Centro Alti Studi per la Difesa con la collaborazione della Scuola di Management della LUISS di Roma e della Scuola di Direzione Aziendale della BOCCONI di Milano.
Ha rappresentato il Corpo delle Capitanerie di Porto nella " Iª Conferenza Internazionale sulle ustioni ed incendi ", svoltasi a Palermo dal 25 al 28 Settembre 1990, tenendo una relazione sul tema "Incendio in porto", pubblicata nel volume "The management of mass burn casualties and fire disasters" edito nel 1992 da Kluwer Academic Publishers.
E’ membro del Comitato della “Rivista del Diritto della Navigazione”.
Oltre a vari encomi, elogi ed apprezzamenti, si fregia delle Onorificenze di "Commendatore", "Ufficiale" e "Cavaliere" dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, della Medaglia Mauriziana al merito per 10 lustri di carriera militare, del Diploma di benemerenza di seconda classe e relativa Medaglia d'Argento al merito dell'Ambiente, della Medaglia d'argento al merito della Croce Rossa Italiana, della Medaglia di bronzo al merito di lungo comando, della Croce d'oro con stelletta per anzianità di servizio (40 anni), della Croce di Grande Ufficiale con spade dell'Ordine al merito Militense del Sovrano Militare Ordine di Malta, dell'Onorificenza Pontificia di "Cavaliere di San Silvestro Papa", delle Onorificenze di Commendatore e di Cavaliere di Merito con placca d'argento del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e dell’Onoreficienza dell’Ordine di San Giorgio (IV grado) dell’Accademia Internazionale delle Tecnologie di Rating e della Sociologia “Golden Fortune”.
Per la Sua carriera al servizio delle Istituzioni e della collettività, l’Ammiraglio Brusco è stato insignito dalla Città di Viareggio, luogo di residenza, di un attestato di riconoscimento e benemerenza; inoltre ha ricevuto la cittadinanza onoraria dai Comuni di Fagnano Castello (CS), Forte dei Marmi (LU) e Pietrasanta (LU).
Coniugato con la signora Vivalda, ha due figli ed una nipotina.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 08.10.2010 al 24.02.2012
da www.guardiacostiera.it/
L' Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Comandante Generale Raimondo Pollastrini è nato a Milano il 17 giugno 1945, è entrato nel Corpo delle Capitanerie di porto, prima come Ufficiale di Complemento e poi quale vincitore del Concorso a nomina diretta; ha prestato servizio presso importanti Capitanerie quali Genova, Trieste, Savona, Viareggio e Livorno.
Nel 1985 è stato destinato all'Accademia Navale di Livorno per svolgere le funzioni di insegnante di diritto della navigazione e diritto marittimo internazionale in diversi Corsi ai quali partecipano prevalentemente laureati in Giurisprudenza, Scienze Politiche e Economia e Commercio.
Dal 1986 al 1989 è stato Direttore dell'Ufficio del Lavoro Portuale di Livorno (anche durante il Commissariamento della Locale Compagnia Portuale).
Tra il 1989 e il 1991 è stato responsabile e coordinatore del Dipartimento di Scienze Giuridiche all'Istituto di Guerra Marittima di Livorno, che da anni prepara gli Ufficiali Superiori della Marina Militare al futuro ruolo di Dirigenti della Forza Armata.
Ha ricoperto l'incarico di vice Comandante del porto di Livorno dal 1991 al 1995 ed è stato da settembre 1994 a maggio 1995 Commissario aggiunto della neo istituita Autorità Portuale di Livorno.
Ha partecipato al 30° Corso di diritto dei conflitti armati (in lingua francese) dal 3 al 15 giugno 1990 a Sanremo.
Ha rappresentato l'Italia al 3° "Meeting of Madrid Plan of Action" sul diritto dei conflitti armati che si è svolto a Bergen nel settembre 1991 ed ha anche preso parte al 6° meeting tenutosi sullo stesso argomento a Livorno nel giugno del 1994.
In due diverse occasioni, nel 1997 e nel 1998, ha fatto parte della Delegazione italiana di esperti operante a Tirana quale consulente giuridico per l'elaborazione di un Codice della Navigazione albanese e per la predisposizione di un disegno di legge relativo alla istituzione di una Guardia Costiera Albanese.
E' stato per due anni Direttore responsabile del Bollettino dell'istituto di Guerra Marittima, di scienze militari e cultura varia a larga diffusione nell'ambito della Marina Militare, cui ha collaborato anche con la stesura di articoli di diritto internazionale marittimo.
Nel periodo in cui è stato destinato in Accademia e all'Istituto di Guerra Marittima ha elaborato le seguenti dispense utilizzate come libri di testo:
Ha collaborato inoltre al periodico dell'Istituto di Guerra Marittima per la quale ha scritto i seguenti articoli:
Un suo intervento ad un incontro del Propeller Club di Genova sui Porti di Rifugio è stato pubblicato sulla Rivista "Il Diritto Marittimo". Un suo articolo dal Titolo "Le bandiere ombre come minaccia alla Security" è stato altresì pubblicato nel volume "Sicurezza Marittima: un impegno comune" edito a cura della Fondazione Marittima Ammiraglio Michelagnoli.
Un articolo in tema di Port State Control è stato pubblicato sulla rivista "Il diritto Marittimo" Fascicolo IV - 2005.
Un ulteriore articolo: "Il controllo dello stato di approdo: un utile strumento. Breve analisi dei principali aspetti giuridici" è stato pubblicato sulla rivista "Il Diritto Marittimo" Fascicolo III - 2009.
Ha rivestito dal 1995 a dicembre 1999 l'incarico di Capo Ufficio Coordinamento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera - con sede a Roma ed è stato Assistente del Comandante Generale.
Ha frequentato l'Istituto Alti Studi della Difesa nell'anno 2000.
L'Ammiraglio POLLASTRINI, Contrammiraglio (CP) dal 1° gennaio 1999 e promosso Ammiraglio Ispettore (CP) il 1° gennaio 2003, dal 1° agosto del 2000 ha assunto gli incarichi di Direttore Marittimo della Liguria e di Comandante della Capitaneria di porto di Genova. Dal 30 ottobre 2004 al 4 marzo 2007 ha espletato l'incarico di Capo del Reparto 1° (Ordinamento e impiego del personale) del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto.
Dal 5 marzo 2007 al 3 luglio dello stesso anno ha ricoperto l'incarico di Vice Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera.
Professore a contratto presso:
É laureato in Lettere all'Università di Firenze e in Giurisprudenza all'Università di Genova, discutendo una tesi in Diritto della Navigazione dal titolo "Tutela dell'equipaggio e responsabilità dei raccomandatari marittimi".
É insignito delle seguenti decorazioni:
Il 20 giugno 2008 è stato nominato Socio Onorario dell'Associazione Italiana di Diritto Marittimo.
In data 11 luglio 2008 la Fondazione "Centro Internazionale Radio Medico" (CIRM) gli ha conferito l'Attestato di Benemerenza.
Dal 4 Luglio 2007 al 18 giugno 2010 è stato il Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera.
Si è spento a Livorno il 15 agosto 2013.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal dal 05/07/2007 al 18/06/2010
da www.guardiacostiera.it/
L' Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Comandante Generale Luciano Dassatti è nato a Riva del Garda (TN) il 28 giugno 1942. Dopo aver conseguito il diploma di maturità classica ha frequentato i corsi normali dell’Accademia Navale di Livorno dal 1961 al 1965, laureandosi in scienze marittime e navali. Quale ufficiale di Stato Maggiore della Marina Militare è stato imbarcato su diverse unità della Squadra Navale tra cui Nave Duilio, Nave Centauro, Nave Intrepido e Nave Veneto, conseguendo l’abilitazione as/sioc e di controllore di aeromobili di II livello. Nel 1972 è transitato nel Corpo delle Capitanerie di porto, ricoprendo, tra gli altri, incarichi di comando presso i seguenti uffici: Ufficio Circondariale Marittimo di Riposto, dal 1973 al 1975; Capitaneria di porto di Viareggio, dal 1984 al 1986; Capitaneria di porto di Roma, dal 1989 al 1990; Direzione Marittima di Civitavecchia, dal 1991 al 1992; Direzione Marittima di Livorno, dal 1992 al 1995; Direzione Marittima di Napoli, dal 1995 al 1998. Nel periodo dal 1986 al 1989 l’Ammiraglio ha svolto presso l’Accademia Navale l’incarico di docente di materie giuridiche, diritto marittimo internazionale, diritto umanitario e logistica, nonché quello di coadiutore del Corso Superiore di Stato Maggiore presso l’Istituto di Guerra Marittima, incarico per il quale è stato autorizzato a fregiarsi del distintivo IGM.
Dal 1998 al 2004 ha rivestito l’incarico di Capo del 1° Reparto personale, formazione e ordinamento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto.
Durante la carriera ha svolto periodicamente l’incarico di Professore a contratto in seno al corso di Economia e Gestione delle Imprese di Trasporto presso l’Università di Cassino, nonché la funzione di Commissario straordinario dell’Autorità Portuale di Livorno.
E’ autore di diverse pubblicazioni sui servizi di istituto del Corpo delle Capitanerie di porto.
E’ stato insignito delle seguenti decorazioni e onorificenze:
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 26/11/2004 al 04/07/2007
da www.guardiacostiera.it/
L' Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Comandante Generale Eugenio Sicurezza è nato a Formia in provincia di Latina il 25 novembre 1939, è sposato con la Sig.ra Marvi Amici Cavallo ed ha due figli. Dopo la maturità classica ha frequentato l’Accademia Navale di Livorno nel Corpo di Stato Maggiore negli anni tra il 1958 ed il 1962. E’ stato imbarcato per oltre sei anni su varie unità della Squadra Navale, fra cui l’Incrociatore lanciamissili “Caio Duilio” ove ha ricoperto l’incarico di Ufficiale di Rotta. Si è specializzato in Idrografica presso l’Istituto Idrografico della Marina a Genova. Transitato nel Corpo delle Capitanerie di porto ha avuto come prima destinazione la Capitaneria di porto di Genova, dove ha operato negli anni 1970-71 quale addetto alla sezione Tecnica ed alla sezione Sicurezza della Navigazione. Successivamente è stato titolare dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Grado e quindi Comandante in II^ della Capitaneria di porto di Olbia. Ha poi alternato destinazioni presso Uffici Centrali del Corpo e Comandi periferici, dal 1981 al 1983 è stato comandante della Capitaneria di porto di Imperia, dal 1986 al 1989 Direttore Marittimo del Lazio e Comandante del porto di Civitavecchia, dal 1996 al 1999 Direttore Marittimo della Liguria e Comandante del porto di Genova. Dal 15 dicembre 1999 ha assunto l’incarico di Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto. E’ laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Genova e in Scienze Marittime e Navali presso l’Università di Pisa. Ha frequentato a Roma tre corsi di specializzazione post-universitaria presso la sede distaccata dell’Università di Bologna. Ha frequentato l’Istituto di Guerra Marittima nel grado di Capitano di Fregata, ed il Centro Alti Studi per la Difesa nel grado di Contrammiraglio.
ONORIFICENZE:
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 15/12/1999 al 25/11/2004
da www.guardiacostiera.it/
L' Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Comandante Generale Renato Ferraro Di Silvi e Castiglione è nato a Napoli nel 1934, dopo il conseguimento della maturità classica nel 1952 e, nel 1957, della laurea in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Napoli, entra nelle Corpo delle Capitanerie di porto a seguito di concorso. Nel 1958 frequenta presso l'Accademia Navale, quale capocorso, il corso a nomina diretta per sottotenente di porto, per essere poi destinato alla Capitaneria di porto di Siracusa. Successivamente, nel 1975, conseguirà anche la laurea in scienze politiche presso l’Università di Napoli, e più tardi, in qualità di professore a contratto, insegnerà per tre anni economia marittima presso l’Università di Cassino. Nel 1968, con il grado di capitano di porto, comanda il Circondario Marittimo di Anzio. Successivamente frequenta l'Istituto di Guerra Marittima di Livorno prima, e l'Istituto Stati Maggiori Interforze di Roma, poi. Dal 1978 al 1980 comanda il Compartimento Marittimo di Monfalcone, e successivamente è addetto all’Ufficio I del gabinetto del Ministro della Difesa (on. Lagorio, poi sen. Spadolini) fino al 1984. Promosso capitano di vascello, assume il comando del Compartimento Marittimo di Roma prima e di quello di Civitavecchia dopo, contemporaneamente alla connessa carica di Direttore Marittimo del Lazio. Dal 1986 ritorna ad incombenze ministeriali, ricoprendo l'incarico di Vice-capo di Gabinetto di vari Ministri della Marina mercantile succedutisi nel tempo e di Capo dell’ufficio Patto Atlantico dello stesso Ministero. Effettua numerose missioni anche all’estero, è commissario governativo alla compagnia portuale di Livorno e partecipa ai primi studi di fattibilità dell’istituendo VTS (Vessel Traffic System) nazionale. Nel 1991 frequenta il Centro Alti Studi per la Difesa. Promosso contrammiraglio, comanda il porto di Genova come Direttore Marittimo della Liguria e vice-presidente del Consorzio autonomo del porto della città della Lanterna. Durante il suo comando si ritrova a gestire la fase finale delle operazioni conseguenti all’incendio della petroliera HAVEN. Promuove inoltre la costituzione di un “Santuario internazionale dei cetacei” nel Mar Ligure. Dal 1996 al 1999, nel grado di ammiraglio ispettore, riveste la carica di Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto/Guardia Costiera. Gli anni del suo comando sono anni di rinnovamento per il Corpo, che ottiene dal Governo un cospicuo finanziamento per il potenziamento della flotta navale ed aerea, fortemente usurata per il notevole impegno profuso dagli uomini della Guardia Costiera nel fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, ambito in cui lo stesso ammiraglio Ferraro ha collaborato intensamente con il Ministero degli Affari esteri nella promozione delle Interim Measures for Combating Unsafe Practices Associated with the Trafficking or Transport of Migrants by Sea (Circ. 896 dell’IMO) e nella sede ONU di Vienna per la produzione del Protocollo contro il traffico illecito di migranti, annesso alla Convenzione sulla criminalità organizzata transnazionale (Palermo 2000). Il 15 dicembre 1999 è collocato in congedo per raggiunti limiti di età. Tuttavia non rinuncia a continuare a servire lo Stato, infatti viene invitato a collaborare quale esperto per gli affari marittimi presso il Ministero degli Affari Esteri, in particolare con il Servizio del contenzioso diplomatico e dei trattati e con la Direzione generale della cooperazione economica multilaterale. In tale qualità, tra l’altro, ha partecipato regolarmente per alcuni anni ai lavori del Legal Committee dell’International Maritime Organization (Agenzia dell’ONU per gli affari marittimi) e degli organi dell’International Oil Pollution Compensation Fund. Dopo il congedo ha ripreso gli studi, conseguendo tre master di II grado in Peace Building Management e un diploma di perfezionamento in filosofia contemporanea. Ha al suo attivo alcune centinaia di articoli e recensioni su varie pubblicazioni, in particolare sulla Rivista Marittima. Nel dicembre 2009 ha pubblicato un suo corposo studio sui rapporti tra l’Egitto nasseriano e l’Unione Sovietica. Tuttora svolge un’intensa attività pubblicistica. Appassionato di musica, suona il flicorno basso in SI bemolle in due complessi amatoriali.
DECORAZIONI ED ONORIFICENZE
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 05/05/1996 al 14/12/1999
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio Ispetore Capo (CP) Comandante Generale Mario De Palo è nato a Brindisi il 5 maggio 1931, Mario De Palo entra in Accademia come allievo del Corpo di Stato Maggiore nel 1950. Compie diversi imbarchi su unità della Marina Militare fino al 1964. Transitato nel Corpo delle Capitanerie di porto, assume il comando del Circondario Marittimo di Grado e successivamente presta servizio presso la Capitaneria di Ancona. Comandante in II del Compartimento Marittimo di Torre del Greco dal 1969 al 1971, viene trasferito alla Capitaneria di Genova. Trascorre nel capoluogo ligure cinque anni ricoprendo diversi incarichi. Comanda la Capitaneria di porto di Manfredonia dal 1976 al 1979. Con il grado di Capitano di Vascello è comandante in II della Direzione Marittima di Venezia. Dal 1982 al 1986 ricopre l’incarico di Direttore Marittimo delle Marche e Comandante del Porto di Ancona. Nell’autunno di quell’anno frequenta la 38^ sessione del C.A.S.D. (Centro Alti Studi Difesa). Nominato Contrammiraglio, comanda la Direzione Marittima di Venezia dal 1987 al 1995, anno in cui diviene Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto. Il 5 maggio 1996 viene posto in ausiliaria.
ONORIFICENZE
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 07/09/1995 al 04/05/1996
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Franco Marzio è nato a Roma il 1 Febbraio 1925 e laureatosi in giurisprudenza presso l’Università degli studi “La Sapienza”, Franco Marzio si arruola nel Corpo delle Capitanerie di porto nel 1949. Terminato il corso in Accademia, il Sottotenente Marzio imbarca sulla corazzata Caio Duilio per completare il tirocinio di formazione. Dal 1950 al 1954 presta servizio presso la Capitaneria di porto di Olbia; successivamente, dal 1960 al 1962, comanda il Circondario Marittimo di Ortona. Dal 1963 ritorna nella capitale, dove ricopre l’incarico di Addetto al Sottosegretario di Stato alla Marina Mercantile e, indossato il Grado di Tenente Colonnello, quello di Comandante in II della Capitaneria di porto di Roma. Dal 1968 al settembre 1971 è l’Ufficiale Superiore Addetto al Ministro e successivamente, per tre anni, comanda la Capitaneria di porto di Gaeta. Nel 1974 viene impiegato alla sezione Traffico Marittimo dello Stato Maggiore Marina. Nominato Capitano di Vascello, comanda prima la Direzione Marittima di Reggio Calabria, dall’ottobre 1974 al settembre 1976, poi la Direzione Marittima di Cagliari da quel settembre sino allo stesso mese del 1979. Rientrato al Ministero, viene nominato ufficiale addetto al Ministro della Marina Mercantile, incarico ricoperto sino all’agosto del 1983. La nomina a Contrammiraglio scandisce il suo nuovo impegno in periferia dirigendo la Direzione Marittima di Venezia e quella di Napoli fino al dicembre 1987, anno in cui ritorna all’Ispettorato Generale come Capo Reparto del Personale. Ricopre l’incarico di Ispettore del Corpo delle Capitanerie di porto dall’agosto 1989 all’aprile 1990.
ONORIFICENZE
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 27/08/1989 al 03/04/1990
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Comandante Generale Giuseppe Francese è nato a Taranto l’11 novembre 1932, entra in Accademia giovanissimo, appena conseguita la maturità scientifica, nel 1950. Dal 1950 al 1962 effettua numerosi imbarchi su Navi e sommergibili della Marina Militare. In quell’anno transita nel Corpo delle Capitanerie di porto. Comanda il Circondario Marittimo di Porto Santo Stefano dall’ottobre 1963 al 1965. Successivamente viene impiegato presso il gruppo insegnamento delle Capitanerie di porto in Accademia. Con il grado di Capitano di Corvetta ricopre la mansione di comandante in II del Compartimento di Viareggio sino al 1971. Da quell’anno viene trasferito in Liguria presso l’ente autonomo portuale di Savona. Qui rimane fino al 1975. Nominato Capitano di Fregata comanda la Capitaneria di porto di Trapani. Dopo un biennio in Liguria negli uffici del Compartimento di Genova, presta servizio come comandante in II della Direzione Marittima di Napoli. Frequenta la 36^ sessione del Centro Alti studi difesa e, appena indossato il grado di Contrammiraglio, assume il Comando della Direzione Marittima della Toscana e Comandante del Porto di Livorno dal 1985 al 1987, e dal 1987 al 1990, dirige la Direzione Marittima della Liguria. Promosso Ammiraglio Ispettore, viene trasferito a Roma per dirigere il Corpo delle Capitanerie di porto, assumendo il 4 aprile 1990 l’incarico di Ispettore Generale. Sotto la sua guida vengono potenziati gli organici del Corpo (Legge 255/91), viene acquisita l’autonomia amministrativa, costituito il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto e stabilite solide regole per la gestione del Corpo. Muore a S. Giovanni alla Vena l’8 ottobre 1995, pochi giorni dopo aver lasciato il Comando del Corpo.,
ONORIFICENZE
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 04/04/1990 al 06/09/1995
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Francesco Cerenza è nato il 26 Agosto 1924 a Salerno, Francesco Cerenza entra nelle Capitanerie di porto a seguito di concorso nel 1948, dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale. Al termine del corso viene impiegato nel Servizio Direzione Marittima di Palermo sino al 1952. Dirige l’allora Ufficio locale marittimo di Mazara del Vallo, porto di importanza fondamentale per il settore della pesca italiana, dal 1952 al 1955. In quest’anno viene promosso Capitano di Porto e trasferito presso la Capitaneria di porto di Gaeta, dove ricopre dapprima l’incarico di Capo sezione Gente di Mare, Mobilitazione e Leva, ed infine di Ufficiale in II. Dal 1957 lavora nella sua città natale, Salerno, sino al 1964, come Comandante in II. Alla nomina a Maggiore corrisponde il trasferimento presso la Capitaneria di porto di Civitavecchia fino al 1966, e successivamente all’impiego come Ufficiale Superiore Addetto al Sottosegretario del Ministero della Marina Mercantile. Dal 1968 al 1970 è impiegato allo Stato Maggiore Difesa. Ritorna a Salerno al termine di quell’anno. Dirige la Capitaneria di porto campana sino al 1972, anno in cui promosso Tenente Colonnello, viene trasferito a Napoli. Nel capoluogo rimane per cinque anni, dal 1972 al 1977, come Comandante in II. Dal 1977 al 1983 dirige le Direzioni Marittimi di Toscana, del Veneto e della Liguria per rientrare all’Ispettorato Generale alla fine di quell’anno, come Capo del I Reparto Personale. Dal 1 Gennaio 1987 al 26 agosto 1989 guida il Corpo delle Capitanerie di porto con il grado di Ammiraglio Ispettore. Muore a Roma il 26 ottobre 2006.
È stato insignito delle seguenti decorazione/onorificenze:
Comandante Generale delle Capitaneri di Porto dal 01/01/1987 al 26/08/1989
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio Ispetore Capo (CP) Luigi Romani è nato a Lerici (SP) il 26 febbraio 1922. Ha conseguito la maturità classica a La Spezia nel 1941 e nello stesso anno è entrato nell’Accademia Navale come allievo di Stato Maggiore (Corso “Le Raffiche”, 1941-44).
Quale ufficiale subalterno è imbarcato sull’incrociatore Duca degli Abruzzi per quasi due anni; un altro anno lo trascorre sul Dragamine 212 per dragaggio effettivo nelle acque di Livorno. Sulle navi scuola, Colombo (dove già aveva effettuato la campagna navale come allievo) e Vespucci, è insegnante ai corsi Nocchieri ed Infermieri.
Dopo il Corso Superiore e due anni trascorsi a Maridepo Taranto, è imbarcato da tenente di vascello quale ufficiale al dettaglio e di rotta su navi Carabiniere e Grecale. E’trasferito nel Corpo delle Capitanerie di Porto, nel 1953.
Col grado di Capitano di Porto e la stessa anzianità che aveva da tenente di vascello, presta servizio a compamare La Spezia.
Effettua il primo comando a Circomare Riposto (CT) e successivamente frequenta a Livorno l’Istituto di Guerra Marittima. Al termine del Corso è destinato all’Ispettorato Generale delle Capitanerie dove rimane, con gradi diversi, fino al termine della carriera, conclusasi con l’incarico di Ispettore Generale (oggi Comandante Generale) per oltre quattro anni. Nel frattempo aveva comandato i porti di Viareggio, La Spezia e Genova.
Durante la sua carriera imbarca dodici volte quale Commissario governativo su navi in servizio di emigrazione e su nave da carico quale istruttore di giovani laureati appena nominati ufficiali. Fra i tanti incarichi avuti all’Ispettorato in sezioni e reparti diversi, è stato ufficiale superiore addetto al Sottosegretario di Stato della Marina Mercantile On. Amm. Luigi Durand de La Penne (1972/1973).
Al vertice del Corpo, nel 1985, vent’anni dopo la ricorrenza centenaria, fa allestire a Civitavecchia una mostra per ricordare l’istituzione del Corpo delle Capitanerie.
E’ stato il primo Capo di Corpo ad aver visitato tutte le Capitanerie e gli Uffici circondariali, nonché gli Uffici locali di Lampedusa e Pantelleria. Prima di lasciare il servizio invia tre ufficiali a frequentare il corso di pilotaggio negli U.S.A., mentre si stava realizzando la componente aerea. Congedato per sopraggiunti limiti d’età (1987), ha potuto dedicarsi con passione a studi storici e musicali, per i quali aveva sempre nutrito particolare inclinazione.
Ha continuato a collaborare con varie riviste e continua a tenere conferenze su argomenti storici e musicali.
E’ stato per oltre due anni presidente della Società dei Concerti de La Spezia e dal 1992 è presidente dell’Accademia di Marina dei Cavalieri di Santo Stefano con sede a Pisa.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 29/08/1982 al 31/12/1986
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Ugo Balducci Riccitelli è nato in Puglia, a Trani, il 28 Agosto 1917, Ugo Balducci Riccitelli dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Bari nel 1939, entra nel Corpo delle Capitanerie di porto nell’aprile del 1940, tramite concorso. Al termine del corso presso la Regia Accademia Navale, viene trasferito alla Capitaneria di porto di Palermo, per effettuare il tirocinio pratico. Appena nominato Tenente lascia l’Italia, dopo alcuni mesi trascorsi nella Capitaneria di Civitavecchia, per recarsi a Tripoli. Durante il viaggio a bordo del Cacciatorpedieniere Libeccio il 9 Novembre 1941 naufraga in mare aperto, a causa dello scontro a fuoco che coinvolge l’Unità con una squadra navale inglese. Il Tenente Balducci trascorre due anni della sue carriera in Africa: prima a Tripoli, come sottordine alla Sezione Tecnica e Armamento e Spedizioni, e successivamente all’Ufficio Circondariale di Tobruk, come sottordine al Comandante. A seguito della sconfitta in Africa Settentrionale, rientra in Italia nell’Aprile del 1943, a capo della sezione Leva e Mobilitazione della Capitaneria di porto di Chioggia. Ritorna a Roma a fine 1944 e nel 1945, al termine della Seconda Guerra mondiale, presta servizio presso il Compartimento marittimo di Reggio Calabria come Capo sezione economato e cassa. Nominato Capitano di Porto, dirige l’Ufficio circondariale di Sanremo. Dal 1948 al 1957 è alla Direzione Marittima di Venezia assolvendo diversi incarichi: dal Commissario Governativo a Bordo di Unità Mercantili destinate al servizio emigrazione, a quello di giudice del Tribunale Militare di Udine, dal Capo sezione Mobilitazione e Leva ad addetto al Direttore Marittimo. Durante l’alluvione del Polesine si segnala per l’attività svolta in aiuto delle popolazioni vittime del disastro ambientale. Nominato Maggiore di Porto si trasferisce a Roma dal 1957, con l’incarico di Capo Segreteria Generale e Ufficiale Addetto all’Ispettore Generale. Nel 1963 comanda per due anni il Compartimento marittimo di Castellamare di Stabia. Rientrato nella Capitale, il neopromosso Tenente Colonnello di Porto Balducci Riccitelli dirige il 1° Ufficio del Gabinetto del Ministro delle Difesa sino al 1970. Direttore Marittimo di Ancona durante il sisma del 1972, si prodiga attivamente nell’attività di soccorso alle popolazioni colpite dal tremendo terremoto, guadagnandosi la stima degli alti vertici dello Stato. Rientrato in quell’anno a Roma all’Ispettorato Generale è a capo prima del Secondo Reparto – Servizi d’Istituto e poi del 1° Reparto Personale. Viene chiamato a dirigere la Direzione Marittima della Liguria dall’agosto 1975 al luglio del 1977. E’ nominato Ammiraglio Ispettore del Corpo delle Capitanerie di porto dall’agosto 1977 al 28 agosto del 1982. Muore a Foggia il 20 aprile 2004.
È stato insignito delle seguenti decorazioni ed onorificenze:
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 10/09/1977 al 28/08/1982
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio Ispettore (CP) Alfredo Gifuni nacce il 9 settembre 1912 a Lucera in provincia di Foggia. Dopo essersi laureato in giurisprudenza nel 1935, si arruola come Ufficiale di Complemento nel Regio Esercito.
Nel 1937 vince il concorso per Sottotenenti di Porto e al termine del corso all’Accademia Navale viene trasferito alla Capitaneria di Portoferraio per completare l’iter formativo. Dopo tre anni ad Ancona, passa a Roma, presso il Ministero della Comunicazioni – Direzione Generale della Marina Mercantile alle dirette dipendenze di Giulio Ingianni. Trascorre un breve periodo a Bari tra il 1942 e il 1943 alla sezione Gente di Mare. Durante la liberazione di Napoli da parte alleata avvenuta a cavallo tra il settembre e l’ottobre 1943, il Capitano di Porto Gifuni è nella città partenopea. Svolge il periodo di Comando presso il Circondario marittimo di Molfetta dal 1946 al 1948.
Rientrato nella Capitale viene impiegato nella Direzione Generale del Naviglio presso il Ministero della Marina Mercantile. Durante i quasi tre anni alla Direzione Generale si prodiga attivamente per tutelare, sostenere e favorire l’industria navale italiana, uscita completamente distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale. Tale notevole impegno è riconosciuto dal Ministro Tambroni che lo vuole a capo della sua Segreteria Particolare fino al 1959.
Il Maggiore Gifuni viene premiato con l’avanzamento per meriti eccezionali a Tenente Colonnello nel 1958, a motivo della tempestiva applicazione dei primi solleciti provvedimenti per il recupero e la rimessa in efficienza del naviglio sinistrato o rimasto sugli scali durante il conflitto, dall’altra per lo studio, la preparazione e l’applicazione della nuova legislazione. Nel 1959 è a capo della Segreteria particolare del Ministro Tambroni nel suo nuovo incarico al dicastero del Bilancio. Dal 1960 al 1961 comanda la Capitaneria di porto di Roma, mentre dal 1961 al 1965 è a capo dell’Ufficio Studi dell’Ispettorato delle Capitanerie di porto. Nominato Colonnello di Porto, è Ufficiale Addetto al Ministro della Marina Mercantile Jervolino.
Ritorna a capo della Capitaneria di Roma prima e della Direzione Marittima del Lazio poi, nel 1966 e dal 1967 al 1968 rispettivamente. Nominato Maggiore Generale di Porto nel 1969, Ufficiale Superiore Addetto del Ministro Natali nello stesso anno, dirige, poi la Direzione Generale della Navigazione e Traffico Marittimo sino al 1971. Da quell’anno comanda il 1°Reparto dell’Ispettorato Generale sino al 1974, anno in cui nominato Ammiraglio Ispettore assume la direzione del Corpo delle Capitanerie di porto. E’ collocato in ausiliaria nel settembre del 1977.
È stato insignito delle seguenti onorificenze/decorazioni
Muore a Roma il 25 maggio 1984.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 02/04/1974 al 09/09/1977
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio Ispettore (CP) Demetrio Rando è nato a Messina il 17 giugno 1911, appena conseguita la laurea in giurisprudenza si arruola dapprima nel Regio Esercito come Ufficiale di Complemento e successivamente nel Corpo delle Capitanerie di porto nel 1935, come vincitore di concorso. Compie la sua prima esperienza lavorativa presso la Capitaneria di Catania, per poi essere trasferito a Messina nel 1938. Nominato Capitano di porto nel 1939 affronta il comando dell’Ufficio circondariale di Tobruk, per poi essere impiegato nella vicina Tripoli. Dal 1941, rientrato in Italia, assume la direzione della sezione Armamento e Spedizioni della Capitaneria di porto di Bari per poco tempo, rientrando in Sicilia, a Catania nel 1943. Dalla fine del 1943 al 1946 è il Reggente della Capitaneria di Messina, dove rimane sino al 1951, alternando all’incarico di Capo Sezione Armamento e Spedizioni quello di Commissario Governativo su navi adibite al trasporto di emigranti, mantenendo inoltre l’incarico di Giudice del Tribunale Militare di Catania. Promosso Maggiore nel 1952, trasferito a Catania, assume la direzione dell’Ufficio Lavori Portuali. Dal 1954 è impiegato nella Capitaneria di porto di Reggio Calabria, ricoprendo prima l’incarico di Comandante in II e poi quello di Direttore Marittimo. Nominato Colonnello dirige la Direzione Marittima di Palermo e successivamente quella di Genova dal 1970 al gennaio 1973. Da sempre impegnato in prima linea, Demetrio Rando è protagonista di un soccorso ad una nave in bacino nel capoluogo siciliano, meritandosi la Medaglia di Bronzo al Valor di Marina. Appena nominato Ammiraglio Ispettore, il 29 gennaio 1973 assume la guida del Corpo delle Capitanerie di porto, incarico mantenuto sino al marzo 1974.
È stato insignito delle seguenti decorazioni onorificenze:
Muore a Messina nell’agosto del 1997.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 29/01/1973 al 01/04/1974
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Francesco Garfi nasce a Firenze il 29 Gennaio 1908. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Economiche e Commerciali a Firenze, presta servizio prima nel Regio Esercito nell’arma di Artiglieria, poi tramite concorso come Ufficiale del Corpo delle Capitanerie di porto. Da Sottotenente viene impiegato presso le Capitanerie di Genova e Viareggio. Promosso Capitano guida l’Ufficio circondariale marittimo di Ortona, per esser poi trasferito, come Addetto al Traffico Marittimo, nella Commissione Italiana di Armistizio con la Francia, nelle sedi di Orano e Algeri. Sarà proprio nella capitale algerina che è fatto prigioniero dagli alleati il giorno del loro sbarco in terra africana (8 novembre 1942). Imprigionato dagli alleati fino al termine della guerra, dal 1 Agosto 1945, promosso Maggiore di Porto, dirige l’Ufficio Mobilitazione e Leva della Capitaneria di Livorno, dove rimane sino al 1954 ricoprendo svariati incarichi. Dal 1954 sino al 1958, viene impiegato come insegnante ai corsi per le Capitanerie di porto presso l’Accademia Navale, per poi ricoprire, con il grado di Colonnello, prima l’incarico di Comandante in II e poi quello di Direttore Marittimo della Toscana sino al 1965, mantenendo, tra le altre incombenze, anche quella di giudice del Tribunale Militare di Firenze. Il Maggiore Generale Carfì, dopo una piccola parentesi all’Ispettorato Generale, torna in periferia al comando della Direzione Marittima della Liguria dal 1966 al 1970. Dirige il Corpo delle Capitanerie di porto con il grado di Tenente Generale di Porto Ispettore dall’ottobre 1970. Cessa dall’incarico il 28 Gennaio 1973, collocato in ausiliaria per limiti di età subito dopo.
È stato insignito delle seguenti decorazioni/onorificenze:
Scompare a Livorno il 7 Aprile 1997.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 28/10/1970 al 28/01/1973
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Mario Battaglieri è nato nella provincia torinese il 27 ottobre 1905, Mario Battaglieri dimostra da subito il suo attaccamento al mare, diplomandosi al’Istituto Nautico di Genova. Entra in Accademia Navale quale Sottotenente di Porto nel 1933. Dal febbraio dell’anno successivo viene impiegato nella Capitaneria di La Spezia e in quella di Genova alla sezione Tecnica. Promosso capitano di porto nel 1937 dirige la seconda sezione della Capitaneria di Porto di Tripoli, da dove presta un' efficace opera durante il famoso sbarco dei “Ventimila” (esodo in massa verso le coste Libiche da parte di coloni italiani) e collabora fattivamente alla riorganizzazione del porto locale. Data la sua attitudine alla comunicazione e alla didattica, dal 1940 al 1942 è insegnante di Servizi Portuali e Marittimi presso l’Accademia Navale di Livorno. In quell’anno abbandona l’ambito didattico per quello operativo, impiegato come Comandante del porto di Tunisi durante la ritirata italiana dall’Africa. Nel porto africano dà prova sul campo delle sue qualità, guadagnandosi una croce al merito di guerra, ottenendo “il massimo rendimento nello scarico dei piroscafi e nei servizi del porto”, assicurando così rifornimenti e forniture per il fronte. Al termine della prigionia – viene fatto prigioniero dagli alleati nel maggio del 1943 - ormai finita la Seconda Guerra Mondiale, viene destinato alla Capitaneria di Porto di La Spezia. Dal settembre 1950, ormai promosso Tenente Colonnello di Porto viene trasferito a Genova a capo dell’ufficio servizi Portuali. Dal 1955 al 1958 è il Comandante in II della Capitaneria di Trieste. Dopo un breve periodo all’Ispettorato delle Capitanerie di porto, ritorna in periferia per dirigere prima la Direzione Marittima del Lazio, a Civitavecchia e poi quella del Friuli a Trieste (rispettivamente dal 1960 al 1962 e dal 1962 al 1966). Nel capoluogo giuliano ricopre, tra l’altro, anche il delicato incarico di Commissario Straordinario dell’Azienda Portuale dei Magazzini Generali di Trieste. Dal 12 Febbraio 1967 dirige l’Ispettorato Generale del Corpo delle Capitanerie di porto sino al 27 Ottobre 1970.
È stato insignito delle seguenti decorazioni/onorificenze
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 12/02/1967 al 27/10/1970
da www.guardiacostiera.it
/
Il Tenente Generale di Porto Domenico MODICA nasce a Trapani il 12 Febbraio 1902. Dopo aver concluso gli studi in giurisprudenza nel 1924, entra per concorso nel Corpo delle Capitanerie di Porto. Al termine del corso presso l’Accademia Navale di Livorno viene destinato a Trapani, dove ricopre tutti gli incarichi possibili, sino al 1932. Con il grado di Capitano di porto viene trasferito prima a Castellammare di Stabia e poi, con l’incarico di Comandante, all’Ufficio circondariale marittimo di Milazzo, sino al 1941. Dopo l’esperienza nella regione natia, il Maggiore di Porto Modica dirige il Regio Ufficio Portuale Fluviale di Ferrara e successivamente la sezione Armamento e Spedizioni della Capitaneria di porto di Trieste. Al termine della guerra, impiegato nella Direzione Marittima di Palermo, con il grado di Tenente Colonnello, riveste diversi incarichi, quale anche quello di Giudice del Tribunale Militare locale e di reggente. Dal 1953 a Roma, a capo della 1^ sezione della divisione generale del Naviglio del Ministero della Marina Mercantile, si segnala per l’impegno e la dedizione profusa, guadagnandosi la stima del Ministro Fernando Tambroni. Promosso Maggiore Generale di Porto dirige prima la Direzione Marittima di Catania e successivamente quella di Venezia, per sei anni dal 1959 al 1965. Dall’Ottobre 1965 al 11 febbraio 1967 ricopre l’incarico di Tenente Generale Ispettore del Corpo delle Capitanerie di porto.
È stato insignito delle seguenti decorazioni ed onorificenze:
Muore a Venezia il 21 Novembre 1992.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 18/10/1965 al 11/02/1967
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Michele Carnino piemontese di nascita, Michele Carnino vede i natali a Cuneo il 17 ottobre 1900. Giovanissimo entra nella Regia Accademia Navale, frequentando i corsi per gli Ufficiali dello Stato Maggiore nel 1914. Partecipa sia alle operazioni navali della Prima Guerra Mondiale sia a quelle in Africa sino al 1920. Terminato il ciclo di studi e raggiunto il grado di Guardiamarina nel 1920, Carnino effettua numerosi imbarchi su altrettante Navi della Regia Marina, prediligendo però l'arma subacquea, per la quale nel 1928 ottiene l'abilitazione. In quegli anni infatti, comanda prima il sommergibile Narvalo della classe squalo e successivamente il Tazzoli. Trasferito nel 1931 nel Corpo delle Capitanerie di porto, sino al 1934 presta servizio presso la Capitaneria di Genova, mentre successivamente, con il grado di Maggiore, assume l'incarico di Comandante in II del Compartimento Marittimo di Imperia fino al 1938. Raggiunto il grado di Tenente Colonnello viene impiego allo Stato Maggiore Marina, poi al Comando della Capitaneria di porto di Gaeta, e tra il 1942 e il 1943 ricopre l'incarico di Capo Servizio Marina Mercantile nel Comando Superiore delle Forze Subacquee Italiane in Atlantico a Bordeaux (BETASOM). Dopo aver comandato la Capitaneria di porto di Viareggio, diventa Direttore Marittimo della Toscana e Comandante del porto di Livorno. Nei primi anni '50 viene destinato all'Ente Autonomo Porto di Genova, e dal 1951 al 1954, con il grado di Generale di Porto assume la guida della Direzione Marittima di Venezia. Al termine del comando veneto, con il grado di Maggiore Generale ricopre l'incarico di Direttore Marittimo della Liguria e Comandante del Porto di Genova dal 1954 al 1961. Nominato Tenente Generale di Porto dirige il Corpo delle Capitanerie sino al 17 ottobre 1965, giorno in cui, raggiunti i limiti di età, lascia il servizio attivo.
ONORIFICENZE
Scompare il 18 Gennaio 1978 a Livorno.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 03/02/1961 al 17/10/1965
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Alfonso Federici nasce a Civitavecchia nel 1896. Entrato tramite concorso nel Corpo delle Capitanerie di porto, con il grado di Applicato di porto di 3^ classe nel 1914, viene destinato alla Capitaneria di Pizzo Calabro. In Calabria rimane per poco tempo, subito trasferito prima a Genova e poi a Civitavecchia fino al 1916. Militarizzato in seguito alla Prima Guerra Mondiale con il grado di Tenente e spedito prima nei Circondari di Gallipoli e Barletta durante gli anni del conflitto, con incarichi di comando, si trasferisce a Venezia, da dove è mandato in missione per la reggenza del Compartimento Marittimo di Rimini.
Al termine della grande guerra, promosso Tenente di Porto di 3^ classe viene trasferito a Trieste e di lì inviato in missione, per conto del governo italiano, nell’ isola di Curzola, a capo dell’ufficio di Porto di Vallegrande (Vela Luka), per ritornare poi in Italia nel Compartimento di Civitavecchia.
Nel 1923 viene promosso, in seguito all’ingresso del Corpo nei quadri della Marina Militare, Capitano di Porto. Sarà a capo dell’ufficio circondariale marittimo di Porto S. Stefano dal 1927 al 1930. Nella località toscana è il protagonista principale di un’azione eroica di soccorso a favore di un equipaggio di un bastimento.
Dal 1931, il Maggiore di Porto Federici è a Roma all’Ispettorato Generale dove, nella sua lunga permanenza – rimane nella Capitale sino al 1945 – riveste diversi ruoli. Fa parte prima dell’Ufficio della Marina Mercantile del Ministero delle Colonie e successivamente della commissione per la stesura del nuovo codice della Navigazione e del regolamento di attuazione. Assume, poi, il comando del 1° ufficio dell’Ispettorato. Colonnello di porto dal 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, è il comandante in II della Direzione Marittima del Lazio, con sede a Roma dopo i bombardamenti di Civitavecchia.
Dal 1945 al 1947 è Direttore Marittimo del Lazio, Riveste l’incarico di Direttore Marittimo della Liguria per circa un anno quando, promosso Tenente Generale nel 1955, assume la direzione del Corpo delle Capitanerie di porto.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1955 al 02/02/1961
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Francesco Serra Maninchedda nasce in Sardegna il 5 marzo 1892 a Porto Torres in provincia di Sassari. Dopo aver completato gli studi liceali entra nel 1911 nell’amministrazione delle Capitanerie di porto con il grado di Applicato di porto di 2^classe. La sua prima destinazione sarà Genova. Già in questa sede dà prova di coraggio ed ardimento – tratti costanti del suo carattere – riuscendo a trarre in salvo un barcaiolo in pericolo di vita. Attende nella sede ligure sino al 1914 per esser poi trasferito a Taranto. Trascorre gli anni della Prima Guerra Mondiale in Libia quando, militarizzato con il grado di Tenente, ha la reggenza della Capitaneria di Bengasi. Anche nella città libica si segnala per il suo spirito di sacrificio. Infatti, durante una tempesta, recupera ventidue naufraghi del piroscafo “Alba M.” meritandosi una Medaglia di Argento al Valor di Marina. Merita un’altra decorazione, questa volta di Bronzo, per aver salvato un passeggero caduto in mare da un piroscafo. Promosso Capitano dal 1920, rientra in Italia nel 1921 dopo un breve periodo a Tripoli, dove si segnala per la personale opera di soccorso nei confronti di un bagnante e di due improvvisati soccorritori. Problemi fisici, dovuti a causa di servizio, lo mantengono fuori dalle attività per ben due anni. Tornato nel 1923 a Genova, rientra in quella che sarà la sua sede fino alla Seconda Guerra Mondiale: l’Africa. Dopo un breve periodo nel 1924 a Tripoli, trascorre quasi due anni al comando degli Uffici Circondariali di Misurata e della Sirte. Rientra alla Capitaneria di Tripoli con l’incarico di Comandante in II e Vice Direttore Marittimo, con il grado di Maggiore di Porto. Anche nella sede di Tripoli Serra Maninchedda darà prova di coraggio e ardimento nelle operazioni di soccorso, guadagnandosi la stima dei collaboratori e quella dei superiori. Dal 1929 al 1941 l’ormai Colonnello Maninchedda alterna periodi a Genova a lunghi anni di comando nell’Africa Orientale, nelle sedi di Massaua e nella Direzione Marittima di Mogadiscio. Nella capitale somala viene catturato e fatto prigioniero dagli Inglesi, che lo trattengono fino al 1944. Viene riammesso al servizio solo nel 1945, e impiegato al comando della Direzione Marittima di Ancona prima e Venezia poi. Nominato Tenente Generale, dal 1951 siede al vertice dell’Ispettorato Generale del Corpo sino al 31 dicembre 1954, giorno del congedo. Muore a Roma il 14 Aprile 1959.
È stato insignito delle seguenti onorificienze:
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/02/1951 al 31/12/1954
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Alberto Pace nasce a Vasto il 1 luglio 1889. Entra a far parte del Corpo delle Capitanerie di porto tramite concorso nel 1908 e, dopo aver frequentato il corso presso l’Accademia Navale, viene impiegato a Salerno prima e Genova poi. Nel capoluogo ligure rimane sino al 1913, anno in cui, promosso Ufficiale di Porto di 3^classe, viene impiegato presso la Capitaneria di Porto di Venezia dove vi rimane sino al 1919. Militarizzato durante il conflitto con il grado di Capitano, nel 1920 si trasferisce nella Capitaneria di Porto di Rimini. Dopo una parentesi all’Ispettorato Generale dal 1923 al 1925, trascorre quattro anni, dal 1925 al 1929, al Comando di Zara con il grado di Tenente Colonnello di Porto. Dal 1932 al 1936 guida la Capitaneria di porto di Bengasi. Dopo un breve periodo in Italia, presso il Consorzio Autonomo del Porto di Genova, va alla Direzione Marittima di Napoli, dove riveste l’incarico di Comandante in II, distinguendosi nelle operazioni di soccorso ad una nave incendiata in porto. Nel 1938, ormai Colonnello di Porto, comanda il Porto di Massaua, e successivamente, nel 1941, farà parte della Commissione d’Armistizio Italo-Francese a Gibuti del giugno 1940. Proprio a Gibuti viene fatto prigioniero dall’avanzata inglese in Africa Orientale nel dicembre 1942. Trascorre nei campi di prigionia alleati quasi tre anni, rientrando in Italia solo a guerra conclusa, nel maggio 1945. Viene impiegato al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, fino al 1948 quando, promosso Tenente Generale di Porto, assume l’incarico di Ispettore Generale del Corpo. Al vertice rimane solo per due anni, per essere poi trasferito alla presidenza dell’Ente Autonomo Porto di Napoli. Cessa dal servizio nel 1952.
È stato insignito delle seguenti onorificenze:
Muore a Roma il 19 Novembre 1959.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1948 al 31/01/1951
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Antonio Bisconti è stato il primo Ispettore Generale del Corpo delle Capitanerie di porto del secondo dopoguerra: Ebbe i natali a Santa Maria Capua Vetere, il 22 marzo 1885. Diplomato presso il locale Istituto Tecnico, sezione commercio e ragioneria, entrò nel Corpo con il grado di Applicato di Porto di 2^classe nell’ottobre del 1904, dopo aver superato brillantemente il concorso. La sua prima esperienza lavorativa fu a Chioggia, dove rimase sino al 1906, anno del suo primo comando al Lido di Venezia. Nel 1908 durante il maremoto a Messina, fu in servizio presso la Capitaneria di porto dello Stretto, dove, per il soccorso prestato alla popolazione, ottenne una menzione onorevole. Al passaggio di grado ad Ufficiale di Porto di 3^classe, venne trasferito a Napoli, dove si trattenne sino al 1914, anno in cui, subito dopo la militarizzazione, con il grado di Capitano, prestò servizio a Trapani. Nel 1917, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, fu mandato al fronte, al comando della Capitaneria di porto di Grado, città austroungarica conquistata dall’esercito italiano nel 1915, persa con la rotta di Caporetto e definitivamente annessa all’Italia nel 1918. A seguito della rotta di Caporetto, fu integrato nei quadri del Reggimento Marina e per tutto il 1918 operò per la liberazione delle terre orientali sul fronte lagunare del basso Piave. Alla fine della guerra trascorse un periodo a Trieste, addetto al Governo Marittimo ex-austriaco (al capo del quale era stato designato il Generale Mazzinghi). Nel 1919 andò destinato a Fiume come capo del Governo marittimo ex-ungherese. Il Governo Marittimo, diviso nella monarchia bicefala nella sua parte austriaca, con sede a Trieste e nella parte ungherese con sede a Fiume, era l’istituzione imperiale cui era devoluto il governo di tutte le faccende marittime dello Stato, compresa l’edificazione e il mantenimento dei porti e dei fari. L’istituzione fu abolita con l’applicazione della legislazione italiana alle nuove provincie redente agli inizi degli anni venti. La permanenza di Bisconti a Fiume si prolungò per ben otto anni, essendo nominato, con l’annessione all’Italia nel 1924 e l’affermarsi delle istituzioni italiane, primo Direttore Marittimo di Fiume, con il grado di Tenente di Porto di 1^classe. Nella città quarnerina sposò, nell’ottobre del 1920, la signorina Elena His. Si laureò in scienze economiche e marittime presso l’Istituto Navale Superiore di Napoli il 23 novembre 1925. Dopo Fiume successero diversi comandi, dal 1928 al 1930 a Genova come Comandante in II, poi a Palermo e Venezia, come Direttore Marittimo. Infine ritornò in Campania, dove resse la Capitaneria partenopea dal 1937 al 1940, ed inoltre al già Maggiore Generale di Porto Antonino Bisconti fu affidato l’incarico di Commissario dell’ente autonomo del medesimo porto sino al 1943. La promozione a Generale Ispettore, alla fine di quell’anno, lo portò alla reggenza dell’Ispettorato Generale del Corpo delle Capitanerie di porto (facente funzioni di Comandante in II e a disposizione del segretariato generale del Ministero) fino al 1946. Diventò Ispettore Generale dal gennaio 1946 al 31 dicembre 1947. Collocato a disposizione dal 1 gennaio 1948, rimase in ausiliaria fino al 1958, anno in cui andò in congedo assoluto.
E’ stato insignito delle seguenti decorazioni e onorificenze:
Morì a Napoli il 26 Maggio 1974.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 15/01/1946 al 31/12/1947
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio di Divisione (FF. Comandante Generale) Aldo Ascoli nato ad Ancona il 14 settembre 1882, entra nella Regia Marina, frequentando l’Accademia Navale dal 1900 al 1904 nel Corpo dello Stato Maggiore. Nel 1906 la nomina a Sottotenente di Vascello. Durante questi anni comincia una diuturna esperienza di bordo che finirà temporaneamente durante gli anni della Grande Guerra, prendendo parte sia all’opera di soccorso ai territori devastati dal maremoto di Messina, sia alla guerra italo/turca, distinguendosi durante lo sbarco effettuato sulle coste libiche il 10 ottobre 1911 da bordo dell’Incrociatore Re Umberto. Nominato Tenente di Vascello dal luglio 1912, acquisisce la specializzazione in artiglieria durante gli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale. Destinato presso il Comando in Capo di Venezia, dà prova di grande acume tattico durante le operazioni sul fronte del Piave. Per questi meriti otterrà l’avanzamento a Capitano di Corvetta dal 16 settembre 1918. Sposa la Signorina Adele Beer il 29 maggio 1919. Dalla conclusione della Guerra riprende il suo imbarco, sino al 1923, quando assume l’incarico di Capo sezione Artiglieria presso il Comando Militare Marittimo di Venezia, mantenuto sino al 1925, anno in cui consegue il grado di Capitano di Fregata. Successivamente ricopre incarichi di comando su diverse Unità della Regia Marina. Capitano di Vascello nel 1930 comanda per i primi anni dal varo l’Incrociatore Giovanni Delle Bande Nere, dal 1932 al 1934, divenendo anche Capo di Stato Maggiore della 2° Squadra Navale. Questo il suo ultimo incarico a bordo. Per tutto il 1935 sarà il Capo di Stato Maggiore del Comando in Capo del Dipartimento Marittimo di Taranto. Nominato Contrammiraglio nel 1936, comanda il Distaccamento della Regia Marina di Massaua, in Africa Orientale, poi, rientrato in patria, il Regio Arsenale di Taranto. Transita nel grado Ammiraglio di Divisione dal 1 gennaio 1938, assumendo il Comando Militare Marittimo delle Isole dell’Egeo. E’ congedato il 31 dicembre di quell’anno, a causa della sua origine ebraica, ai sensi e per gli effetti del Regio Decreto del dicembre 1938, riguardante le “Disposizioni relative al collocamento in congedo assoluto ed al trattamento di quiescenza del personale militare delle Forze armate dello Stato di razza ebraica”. Ritiratosi a vita privata, dopo l’armistizio fuggì, nel novembre del 1943, con la famiglia a bordo di un peschereccio e dopo varie peripezie, arrivò a Bari, presentandosi al governo Badoglio. Recatosi a Taranto, si mise a disposizione della Marina e fu nominato Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto dell’Italia liberata. Ricollocato in ausiliaria, cessa dal servizio nel 1952.
È stato insignito delle seguenti decorazioni/onorificenze:
Muore a Roma il 9 giugno 1959.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 08/09/1943 al 14/01/1946
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiragflip di Squadra Silvio Salza nato il 12 gennaio 1879 a Torino, entra nella Regia Accademia Navale il 1° agosto 1897, per la frequenza del corso normale del Corpo dello Stato Maggiore. Appena terminato l’iter formativo viene imbarcato su nave Elba partecipando alla spedizione internazionale per la Rivolta dei Boxer nel 1901, per la quale fu garantita all'Italia una concessione commerciale nell'area della città di Tientsin (l'odierna Tianjin) in Cina. Nominato Sottotenente di Vascello il 1° luglio 1901, prosegue la sua carriera compiendo imbarchi su diverse unità della Regia Marina, partecipando a tutte le più grandi operazioni di quegli anni, dall’opera di soccorso alle popolazioni di Messina e Reggio Calabria per il terremoto del dicembre 1908, al conflitto italo – turco, sfruttando la sua abilità d’artigliere. La prima guerra mondiale lo sorprende a bordo della Regia nave da battaglia Leonardo da Vinci. Durante gli anni della Grande Guerra è anche al Comando dei Treni Armati, incarico che ricopre dando prova “in ogni circostanza di salde virtù militari”. Nel 1918 rientra a bordo della torpediniera Alcione come comandante e capo squadriglia. Sbarcherà solamente nel 1920 quando, nominato Capitano di Fregata, verrà destinato presso la Commissione Interalleata di controllo a Berlino sino al 1921, e all’Istituto di Guerra Marittima di Livorno, sino al 1923. Consegue il brevetto di specializzazione superiore tecnico-scientifica nel servizio di artiglieria, balistica e chimica degli esplosivi. Dopo due anni di imbarco sul Cavour (dove assume anche l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore delle Forza navale del Mediterraneo) e sul Confienza, il Capitano di Vascello Salza presta servizio presso lo Stato Maggiore Marina a Roma, per poi assumere i comandi delle Regie Navi Ferruccio, Giulio Cesare, Taranto, Doria e Duilio. Nel 1931 è nominato Direttore dell’Istituto di Guerra Marittima, guadagnando la libera docenza in Storia e Politica Navale. Contrammiraglio nel 1933 diviene Aiutante di Campo Generale di Sua Maestà il Re. Comanda nel 1935 il Duca d’Aosta e nel 1936 il Delle Bande Nere. Successivamente comanda il Dipartimento Marina Militare Autonomo dell’Alto Adriatico di Venezia. Nominato Ammiraglio di Squadra nel 1938 assume l’incarico di Comandante del Corpo delle Capitanerie di Porto dal 1939 sino al 1941. In questo periodo ha anche altri incarichi quali presidente del Comitato Superiore di Coordinamento di Progetti Tecnici e fa parte della Commissione Italiana di Armistizio con la Francia (CIAF), nella delegazione di Biserta. Nel novembre 1941 lascia il Comando Generale per sedersi a capo della Delegazione Generale della CIAF, con sede ad Algeri, sino a fine 1942, quando, sebbene collocato in ausiliaria per limiti d’età, sarà richiamato per ricoprire il medesimo incarico. Richiamato per altre due volte assumerà gli incarichi di Presidente della Commissione d’inchiesta sui sinistri marittimi e di membro della Commissione d’inchiesta speciale. Cessa dal servizio nel settembre 1946. Collocato in congedo assoluto nel 1954.
È stato insignito delle seguenti onorificienze:
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 10/07/1939 al 30/06/1940
da www.guardiacostiera.it/
L'Ammiraglio di Squadra Mario Falangola nato a Roma il 9 agosto 1880, entra in Accademia nel 1899. Nominato guardiamarina dello Stato Maggiore nel 1902, compie il suo primo periodo di imbarco sulla Corazzata Sardegna, a cui seguirà quello sulla gemella Calabria. Il 1 settembre 1906 viene promosso Sottotenente e nel 1911 Tenente di Vascello partecipando con l’incrociatore Garibaldi alla guerra italo-turca. Con questo grado contrae matrimonio con la Sig. Borg Wanda Caterina, da cui si separerà nel 1928. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale non lo coglie impreparato durante il suo imbarco sul sommergibile Salpa, e successivamente assumerà il comando dell’Orop. Durante l’intero arco del conflitto, si distingue in numerosi azioni di guerra, come testimoniato dalle diverse medaglie al valore a lui conferite, ma anche in studi tecnici per miglioramenti sugli apparati dei sommergibili. Per meriti di guerra viene anche promosso Capitano di Corvetta dal 1 aprile 1918. Sempre per meriti di guerra transita nel grado di Capitano di Fregata dal 16 settembre 1918, essendo al comando dei sommergibili F.7 prima e Marcello poi. All’indomani delle sue epiche gesta durante la Grande Guerra è impiegato come comandante di Regie Navi utilizzate per il trasporto costiero di gasolio e acqua come la Bronte e la Brennero. Nel 1924 è Capo Ufficio nella Base Navale di Pola e poi Addetto al Commissariato dell’Oltregiuba somalo. Dalla Somalia, dal 1925 interamente italiana, ritorna a metà di quell’anno. Il 1 maggio 1925, nominato Capitano di Vascello comanda alcune Unità navali, nell’ordine si susseguono Tigre, Leone, Volta, Mirabello e Giulio Cesare. L’imbarco è intervallato solamente da una destinazione a terra come Capo di Stato Maggiore del Comando Marina Militare di Sicilia e comandante del Difesa Marittima di Messina. Nominato Contrammiraglio dal 16 agosto 1932 assume il comando Marina in Sicilia sino al settembre 1933, passando in seguito al comando del Regio Arsenale di La Spezia. Ammiraglio di divisione dal 1 dicembre 1935, dirige l’Ispettore per la costruzione, l’allestimento e il collaudo di nuove navi fino al 1939, quando con il grado di ammiraglio di Squadra passa al Comando del Corpo delle Capitanerie di porto, in ottemperanza a quanto prescritto dal decreto del 11 novembre 1938, che prevedeva, tra le tante norme, un Ammiraglio di Squadra della Marina Militare al vertice delle Capitanerie di porto. Regge il Corpo sino al luglio del 1939, quando diviene Comandante in Capo della Squadra Sommergibili. Ritornerà al Comando delle Capitanerie dal gennaio 1942 al 8 settembre 1943, data dell’armistizio con gli alleati. Collocato in ausiliaria per età, viene posto in congedo assoluto nel 1945.
Gli sono state concesse le seguenti decorazioni/onorificenze:
Muore a Roma il 14 luglio 1967.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 03/01/1939 al 09/07/1939
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Armando Gaeta nasce il giorno 11 febbraio 1879 a Castellamare di Stabia. Superato il concorso per Applicato di Portto di 2^ classe il 1 aprile 1899, presta servizio nella Capitaneria della propria città. Qui vi rimane per due anni, prima di essere trasferito prima a Brindisi poi a Palermo. Appena ottenuto il passaggio per concorso ad Ufficiale di Porto di 3^ classe, comanda l’Ufficio di Porto di Termini Imerese, dalla fine del 1903 a tutto il 1904. Ritorna nella Capitaneria di Castellamare in quell’anno, dove sposa la Signorina Emma Sinigagliere il 27 giugno 1909. Nel 1913, con il grado di Ufficiale di Porto di 1^ classe viene trasferito nella vicina Capitaneria di Pizzo Calabro. Durante gli anni della Grande Guerra viene militarizzato con il grado di Capitano, e successivamente transita nei quadri della Regia Marina con quello di Tenente Colonnello. Lasciata Pizzo Calabro, ritorna per poco tempo a Castellamare per poi essere destinato ad Antivari (odierna Bar), tra il 1919 e il 1920, prima degli accordi di Tirana. Rientrato in Italia gli vengono affidati diversi incarichi di prestigio nelle diverse regioni italiane, dapprima nella sua città natale, Castellamare di Stabia, dal 1920 al 1923, come Comandante della locale Capitaneria, poi come Direttore Marittimo della Sardegna dal 1923 al 1928 ed infine Direttore Marittimo del Veneto dal 1928 al 1932. Il Maggiore Generale Gaeta, da quest’anno sino al 1936, è impiegato come Regio Commissario dei Magazzini Generali di Trieste, l’ente gestore dello scalo marittimo giuliano. Al suo rientro nella Capitale lo attende la nomina a Tenente Generale di Porto Ispettore del Corpo delle Capitanerie, dal 1 gennaio 1937 al 2 gennaio 1939, in virtù del decreto del 11 novembre del 1938, che stabiliva nuove attribuzioni ed ordinamento al Comando Generale (il quale doveva essere retto da un Ammiraglio di Squadra facente parte della Regia Marina), del personale militare e civile delle Capitanerie di porto, nonché l'organizzazione interna delle stesse. Dal 2 gennaio 1939 il Tenente Generale Ispettore Gaeta è impiegato come Comandante in II del Corpo nonché come reggente dello stesso durante le assenze dei Comandanti Generali a lui successivi. Collocato in ausiliaria dal 12 febbraio 1944, viene posto in congedo assoluto dal 1 maggio 1954.
È stato insignito delle seguenti decorazioni/onorificenze:
Deceduto a Roma il 14 dicembre 1963.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1937 al 02/01/1939
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Francesco Pasciuto nasce a Gaeta nel 1876, e dopo aver concluso gli studi liceali, supera il concorso per Applicato di Porto di 2^classe il 16 aprile 1897. Agli albori del XX secolo è nominato applicato di 1^classe, e si trasferisce da Napoli, a Porto Empedocle e a Reggio Calabria. Ufficiale di 3^classe nel 1904, dopo aver affrontato con successo il concorso, ha la sua prima esperienza di Comando presso l’Ufficio di Porto di Termini Imerese. Al termine di questa, è trasferito nella Capitaneria di Genova, dove rimane per quattro anni sino al 1907, anno in cui comincia la sua attività al centro dell’Amministrazione delle Capitanerie di Porto. Per dieci anni (dal 1907 al 1917) l’Ufficiale di 2^classe Pasciuto presta servizio all’Ispettorato. Successivamente lavora anche direttamente a contatto con la politica, sedendo nel Gabinetto del Ministro della Marina, Del Bono, per due anni sino al 1920. Durante gli anni della Grande Guerra, viene militarizzato con il grado di Capitano. Al transito delle Capitanerie nei quadri della Regia Marina, assume la denominazione di Tenente Colonnello. Dirige la quinta sezione della Direzione Generale della Marina Mercantile dal marzo di quell’anno all’aprile 1924. A questa prolungata esperienza a livello ministeriale, s’aggiunge anche quella in periferia. Infatti ad un breve comando presso la Capitaneria di Bari nel 1924, segue un biennio a capo della Direzione Marittima della Campania. Regge contemporaneamente il Commissariato del Porto di Napoli. Già Colonnello di Porto, Pasciuto dal 15 febbraio 1928 al 29 gennaio 1931 comanda la Direzione Marittima di Genova. Ritorna a Roma in quell’anno e con il grado di Maggiore Generale di Porto dirige l’Ispettorato del Lavoro Marittimo e Portuale, divisione della Direzione Generale della Marina Mercantile, per cinque anni, dal 1931 al 1936. Alla nomina a Tenente Generale, conseguita il 1 luglio 1936, assume il Comando dell’Ispettorato delle Capitanerie di porto, incarico mantenuto sino al dicembre di quell’anno. Posto a disposizione dal 1 gennaio 1937, per limiti d’età, è richiamato in servizio, durante la Seconda Guerra Mondiale, al Comando della Capitaneria di porto di Spalato dal 29 giugno 1941 al 30 aprile 1942. Sino al 1944 opera come Presidente del Commissariato Autonomo del Porto di Genova. Congedato dal richiamo, viene posto in congedo assoluto dal 1 gennaio 1949.
Onorificenze e Decorazioni
Muore a Roma il 30 dicembre 1971.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/07/1936 al 31/12/1936
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Carlo Vergara Caffarelli Di Craco, appartenente alla nobile famiglia dei Duchi di Craco, Marchesi di Savochetta e Marchesi di Comignano, nasce a Portici, nei pressi di Napoli, il 12 Febbraio 1877. Sin da piccolo dimostra grande interesse per il mare, entrando in Accademia Navale con il grado di Guardiamarina del Corpo dello Stato Maggiore. Presta servizio su numerose unità della Regia Marina, tra queste la Vittorio Emanuele, la Vespucci, la Trinacria, il Terribile e il Dandolo, sino al settembre 1905, quando con il grado di Tenente di Vascello transita nel Corpo delle Capitanerie come Ufficiale di Porto di 3^ classe. Le sue prime esperienze saranno all’interno delle strutture di Castellamare di Stabia e Napoli. Lascia la regione campana per trasferirsi prima a Civitavecchia dove contrae matrimonio con la signorina Ada Ronchey, nel 1906 e poi a Rodi, nelle locali Capitanerie di Porto. Questi erano i primi anni di governo italiano sulle isole del Dodecanneso, conquistate, insieme alla Libia, durante la guerra italo turca del 1911 - 12. Rientrerà in Italia allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando militarizzato con il grado di Capitano, assume il comando del Circondario Marittimo di Pozzuoli mantenuto sino al 1918, anno in cui si trasferisce per servizio nella Capitaneria istriana di Pola. Trascorre circa dieci anni a Roma al Ministero della Marina, in seguito delle Comunicazioni, a capo della Direzione Generale Marina Mercantile, e al Ministero delle Colonie, Ufficio della Marina Mercantile. Con il grado di Colonnello di Porto nel 1928 torna nella sua regione come Direttore Marittimo di Napoli. Due anni più tardi, ottiene il trasferimento per il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto di cui diventerà Tenente Generale Ispettore nel 1936, seppur per pochi mesi, perché colpito da limiti di età e collocato in ausiliaria. Per esigenze straordinarie durante la Seconda Guerra Mondiale, viene richiamato per dirigere gli uffici del Comando del Corpo delle Capitanerie di porto a Roma dal maggio 1943 al giugno 1944, ma dopo l'8 settembre 1943 non aderì alla Repubblica Sociale Italiana, rimanendo a Roma per otto mesi in un rifugio sicuro. Posto in riserva al termine del 1944.
E’ stato insignito delle seguenti decorazioni e onorificenze:
Scompare a Roma il 7 marzo 1966.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1936 al 30/06/1936
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenenete Generale di Porto Francesco Marena nasce a Bari nel 1868. Dopo aver trascorso i suoi primi anni di servizio come fuciliere telegrafista nei quadri della Regia Marina, transita nel Corpo delle Capitanerie il 12 marzo 1899 con il grado di Applicato di Porto di 2^classe. Presta servizio nella sua città natale, dove sposerà la signorina Amina Vanalesti. Dopo solo cinque anni nel grado, nel 1904, supera l’esame per diventare Ufficiale di Porto di 3^classe, trasferendosi dalla Capitaneria di Bari, che aveva a capo il futuro primo Comandante Generale del Corpo Francesco Mazzinghi, all’Ufficio di Porto di Barletta, come titolare. Dal 1908 ritorna a Bari sino al 1915, anno in cui si trasferisce nel vicino ufficio di Porto di Molfetta, come Comandante, per tutta la durata della Prima Guerra Mondiale. Nel porto pugliese si segnala per la fattiva collaborazione fornita alle varie autorità militari operanti sul territorio, essendo zona battuta da pesanti bombardamenti nemici. Per la temporanea militarizzazione del Corpo assume il grado di Capitano e successivamente, con il riconoscimento delle Capitanerie nei quadri della Regia Marina, quello di Tenente Colonnello. Poco dopo il termine della Grande Guerra lascia la regione natia per giungere in Liguria, dove ricopre l’incarico di Comandante del Porto di Genova e Direttore Marittimo della regione, ininterrottamente per nove anni dal 1919 al 1928, con il grado di Maggiore Generale di Porto. Giunto, in quell’anno, nella capitale italiana all’Ispettorato Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, attende poco più di un anno per assumere il comando del Corpo con il grado di Tenente Generale. Durante la sua reggenza, durata un quinquennio, le Capitanerie di Porto rispondono prontamente alla chiamata del conflitto italo-etiopico, concretizzando le spedizioni, mantenendo un constante afflusso di quanto richiesto dalla condotta delle azioni militari e controllando le navi addette al trasporto di uomini e mezzi per il fronte. Raggiunti i limiti di età, viene collocato a disposizione il 1 gennaio 1936.
Decorazioni:
Muore a Genova il 15 ottobre 1945.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 09/09/1930 al 31/12/1935
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Gnenerale di Porto Pirro Alferi Osorio è nato a Torino da nobile famiglia. Il giovane Pirro Alferi Osorio entra nel Corpo delle Capitanerie tramite concorso per Applicato di Porto di 2^ classe, il 12 febbraio 1883. Nei primi anni della sua carriera svolge servizio in Sicilia nella sede di Porto Empedocle. Dal 1885, invece ritorna sulla penisola nella capitaneria di Porto di Civitavecchia da dove si trasferirà con il grado di Ufficiale di 3^ classe a Genova. Intervallati da due anni presso la sede di Napoli, l’esperienza genovese porta al giovane Pirro utili insegnamenti e tanta esperienza nell’amministrazione marittima. Dal 1895 al 1902 è a capo dell’ufficio di Porto di Pozzuoli con il grado di Ufficiale di 2^ classe. Nello scalo campano sarà l’artefice di una valente opera di salvataggio nei confronti di numerosi equipaggi che naufragarono il giorno 9 dicembre 1897, sforzo che gli vale la nomina a Cavaliere nell’ordine della Corona d’Italia. Da quel 1902 l’Ufficiale di 1^classe Pirro Alferi Osorio si trasferirà nella capitaneria di Porto di Livorno dove nel 1904 si distingue per il suo zelo ed impegno nella direzione della stessa durante l’assenza del titolare. Nel 1909 viene promosso a Capitano di Porto. Si trasferisce poi a Venezia durante i difficili anni della Prima Guerra Mondiale. Militarizzato con il grado di Maggiore, eccelle nel Comando di questo territorio sottoposto a pesanti attacchi nemici ed a ridosso della linea del fronte di guerra per la liberazione delle terre giuliane. La Croce al merito di guerra appuntata sul suo petto è la testimonianza di questa sua attitudine al Comando. Al termine della Prima Guerra Mondiale, per effetto del transito del Corpo nei quadri della Regia Marina, è promosso al grado di Colonnello.
Dopo la permanenza veneta, torna a Livorno come Comandante del Porto e Direttore Marittimo della Toscana dal 1918 con il grado di Generale. Arriva nella sede dell’Ispettorato Centrale delle Capitanerie di Porto nel 1925. Viene nominato Tenente Generale di Porto dal 21 dicembre 1927, assumendo la nomina di Ispettore del Corpo delle Capitanerie di Porto solamente nel 1928. Colpito dai limiti di età viene posto in ausiliaria l’8 settembre 1930.
Richiamato in servizio dal 8 settembre 1930 al 30 settembre 1931, viene posto in congedo assoluto nel 1940.
E’ stato insignito delle seguenti onorificenze:
Si spegne a Livorno il 19 aprile 1941.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 21/12/1927 al 08/09/1930
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Giulio Ingianni nato a Marsala il 18 dicembre 1876, diplomato presso l‘Istituto Tecnico Nautico di Trapani, Giulio Ingianni viene iscritto nella terza categoria della leva obbligatoria di Porto Empedocle. Entra nell’amministrazione delle Capitanerie di Porto tramite concorso nel gennaio del 1896, con la qualifica di Applicato di Porto di 2^classe, destinato presso la Capitaneria di Porto di Porto Empedocle. Dopo la promozione ad Applicato di Porto di 1^classe, conseguita nel 1898, viene trasferito nella sede di Palermo e l’anno dopo contrae matrimonio con la signorina Giulia Fodale, da cui avrà tre figlie. In questa sede permane sino al 1904, anno in cui, passato Ufficiale di Porto di 3^classe, Giulio Ingianni viene trasferito presso l’Ispettorato del Corpo delle Capitanerie di Porto a Roma. Nella capitale trascorre gran parte della sua carriera, con l’eccezione dei periodi successivi all’entrata in guerra dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, consumati con il grado di Capitano di Porto al seguito di Francesco Mazzinghi, primo Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, negli scenari di conflitto del versante adriatico della penisola. Al termine della Grande Guerra partecipa a Parigi alla “Commissione delle Riparazioni di Guerra”, in cui si adopera attivamente affinché il patrimonio navale della Venezia Giulia, in particolare triestino, non sia diviso tra le potenze vincitrici del conflitto, scoraggiando, nella fattispecie, le mire inglesi sulla flotta navale ex-austriaca e quelle jugoslave. Rientra in Italia nel 1921, venendo nominato Colonnello di Porto a scelta per meriti eccezionali. Successivamente ricopre gli incarichi di Commissario Straordinario del Consorzio Autonomo del Porto di Genova e Reggente della Direzione Generale della Marina Mercantile. E’ nominato Generale Capo, Ispettore del Corpo delle Capitanerie di Porto il 19 aprile del 1925, incarico mantenuto sino al 1927, detenendo tuttavia, anche quello di Direttore Generale della Marina Mercantile, che coprirà sino al giugno/luglio 1944. Fa parte della delegazione italiana, come esperto navale, alla conferenza di Londra per la riduzione degli armamenti nell’inverno del 1930. Cessa dal servizio nel 1939, entrando a far parte del Senato del Regno di Italia con Regio Decreto del 12 ottobre 1939 ma subito richiamato in servizio durante la Seconda Guerra Mondiale fino al 1944. Nel secondo dopoguerra, ormai ritirato dalla vita pubblica, viene investito del titolo di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana nel 1953, in tal maniera vengono riconosciuti a Giulio Ingianni l’impegno e la dedizione che per una vita ha dedicato alla marineria Italiana e al Corpo delle Capitanerie di Porto.
Medaglie, decorazioni e riconoscenze:
Muore a Roma il 10 luglio 1958.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto 19/04/1925 al 21/12/1927
da www.guardiacostiera.it/
Il Generale di Porto Ispettore Federico Mandillo è nato a Torino il 22 febbraio 1865: Diplomato all’Istituto tecnico sezione Commercio e Ragioneria, appena ventenne, entra nelle Capitanerie di Porto tramite concorso per Applicato di Porto il 22 febbraio 1885. Destinato presso la Capitaneria di Palermo, dal 1885 al 1896, lì ottiene le varie promozioni ai gradi superiori, Applicato di1^classe nel 1887, ufficiale di Porto di 3^classe nel 1889 per concorso interno, Ufficiale di 2^ classe nel 1890. Successivamente presta servizio a Civitavecchia sino al 1899. A cavallo del secolo, dopo pochi mesi in servizio presso l’Ispettorato delle Capitanerie di Porto a Roma, Federico Mandillo viene trasferito ad Ancona, dove rimarrà sino al 1904. Alle pendici del monte Conero, dimostra tutto il suo valore, guadagnandosi una gratificazione pecuniaria per le azioni svolte a soccorso del piroscafo di nuova costruzione “Regina Elena”, incagliatosi sullo scalo di un cantiere ad Ancona durante il dicembre 1902. Ed è sempre qui che effettua la sua prima esperienza di comando per alcuni mesi, dall’agosto al dicembre 1904. Ritornato all’Ispettorato del Corpo per quattro anni, ricopre poi i ruoli di Comandante della Capitaneria di Siracusa, e di Comandante in II di quella di Napoli, dove viene elogiato per l’organizzazione degli aiuti alla popolazioni colpite da un epidemia colerica. Già Capitano di Porto, rientra a Roma solo per alcuni mesi, a Capo del 2° Reparto del Comando Generale del Corpo. Il 10 ottobre del 1911 sarà imbarcato per Tripoli, in qualità di primo Comandante della futura Capitaneria di Porto libica. Il lavoro da lui svolto sui territori della quarta sponda, sono i primi esempi di ausilio del Corpo in operazioni tipicamente militari, e gli valgono la nomina a Cavaliere nell’Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro. Il Corpo durante gli anni del conflitto italo-turco si occupa dell’organizzazione dell'imbarco di uomini e di materiali nonché degli sbarchi sulla costa africana. Al successo delle operazioni, dovuto altresì all'efficiente funzionamento dei servizi portuali, seguì l'organizzazione dei porti nei territori occupati, in modo da assicurare il costante collegamento dell'Italia con le sponde africane. Nel 1913 rientra dall’Africa, diretto al comando del Reparto Tecnico dell’Ispettorato del Corpo delle Capitanerie, incarico mantenuto sino al 1914. Militarizzato con il grado di Tenente Colonnello, durante tutto il primo conflitto mondiale comanda il porto di Ancona, quello stesso porto dal quale partivano le gloriose azioni dei MAS del Capitano di Corvetta Luigi Rizzo. Per l’eccelsa opera d’amministrazione del porto, si guadagna una Croce al merito di Guerra. Transita nei quadri della Regia Marina con il grado di Colonnello. Dopo la Grande Guerra dirige la Direzione Marittima della Campania sino al 1920. Promosso prima Brigadiere Generale di Porto e poi Maggiore Generale di Porto in soprannumero, dal 15 marzo 1923 è a Roma, all’Ispettorato Generale, prima come Capo Divisione e poi come Sottocapo Ispettore del Corpo rispettivamente. Ne assume il Comando solo dal gennaio all’aprile 1925, prima di essere posto in ausiliaria per raggiunti limiti di età.
È stato insignito delle seguenti onorificenze/decorazioni:
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1925 al 18/04/1925
da www.guardiacostiera.it/
Il Generale Capo di Porto Ernesto Policastro, nasce in un piccolo centro della Lucania, Trivigno, l’11 gennaio 1862. Spinto dal suo amore per il mare, entra nel Corpo delle Capitanerie di Porto il 1 febbraio 1883, dopo aver superato il concorso. Nell’arco dei suoi primi anni lavorativi presta servizio a Castellamare di Stabia, La Maddalena, Catania e Castellamare del Golfo, nelle cui sedi ricopre incarichi minori. Nel 1887, con il grado di Applicato di Porto di 1^ classe viene trasferito all’Ufficio Marittimo di Sciacca, dove rimane per tredici lunghi anni. All’inizio del nuovo secolo da Ufficiale di Porto di 1^ ritorna nella penisola a Napoli. Dalla città partenopea andrà via solamente otto anni più tardi per la sua prima esperienza di comando a Pizzo Calabro prima e Messina poi, per il complessivo periodo tra il 1908 e il 1914.
Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale viene mandato nell’isola italiana di Rodi al comando della locale Capitaneria, con il grado di Tenente Colonnello, per gli effetti della temporanea militarizzazione del Corpo avvenuta a seguito del primo conflitto mondiale. Dopo un anno, rientra in Italia, prendendo il Comando della Direzione Marittima di Livorno dal 1915 al 1918, e successivamente di Palermo per tutto il 1918. Infine presiede il Governo Marittimo di Trieste, ente asburgico con parziali omologhi compiti delle Capitanerie di Porto, dal 12 novembre 1918. Assume la denominazione di Maggiore Generale allorquando il Corpo transiterà definitivamente nei quadri della Regia Marina nel 1919 (Regio Decreto n. 2142 del 2 novembre 1919). Rimane nella città giuliana sino al 1920, anno in cui viene nominato Ispettore del Corpo delle Capitanerie, con il grado di Generale di Porto. Incarico questo che manterrà sino al 1925, quando per raggiunti limiti di età cesserà dal servizio attivo. Nominato Tenente Generale Ispettore in ausiliaria, è richiamato in servizio dal 1 giugno 1927 al 1 marzo 1929.
È stato insignito delle seguenti decorazioni ed onorificenze:
Muore a Roma il 11 gennaio 1933.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/05/1919 al 31/12/1924
da www.guardiacostiera.it/
Il Generale di Porto Ispettore Francesco Mazzinghi, nato a Livorno il 18 dicembre 1852, compie l’anno di volontariato nel 1871-72 alle dipendenze del 27° distretto del Regio Esercito, nella sede genovese del Segretariato Generale dell’Ufficio Operazioni Militari, con il grado di caporale. Entra, nel 1874, a far parte del Corpo delle Capitanerie di Porto, fondato da poco con il R.D. n. 2438 del 1865, tramite concorso pubblico, con il grado di Applicato di Porto di 2^classe. Viene destinato nelle sedi di Livorno e Genova. Qui incontra la sua futura moglie, Maria Caterina Bersani, sposata nel 1876, Da quest’ultima sede viene trasferito a Meta di Sorrento, dove farà la sua prima esperienza di comando, con il grado appena conseguito di Ufficiale di Porto di 3^classe. Ritorna a Livorno il 1 gennaio 1882. Lascerà di nuovo la sua città solo nel 1891, dopo esser stato promosso ad Ufficiale di Porto di 1^classe, chiamato a Genova e poi a La Spezia. Dal 1899 viene impiegato presso la Divisione Porti e Spiagge del Ministero della Marina Mercantile a Roma. Viene destinato successivamente a Bari nel 1905 con il grado di Capitano di porto di 2^ classe. Con la promozione a scelta al grado di Capitano di porto di 1^Classe rientra nella sede di Livorno. Nel 1910 prende il Comando del Corpo delle Capitanerie di porto, con il grado di Generale di Porto Ispettore, divenendo il primo Comandante Generale del Corpo, che proprio in quell’anno con il R.D. n 857 vedeva sancita la nascita dell’Ispettorato Generale, con sede a Roma. Francesco Mazzinghi traghetta il Corpo durante i difficili anni a cavallo della Prima Guerra Mondiale, anni in cui le Capitanerie partecipano con i loro uomini e mezzi allo sbarco in Africa nel conflitto Italo-Turco del 1911 e successivamente si ritrovano a fronteggiare la Grande Guerra Mondiale, aiutando la Marina Militare nella mobilitazione del personale militare, nella difesa delle coste e nella requisizione di naviglio mercantile per fini bellici. Mazzinghi era al comando del Corpo durante l’opera di salvataggio dell’esercito serbo, bell’esempio di solerzia e dedizione alla nobile causa della salvaguardia della vita umana in mare. Nel 1919 viene riconosciuta la militarizzazione del Corpo, contemporaneamente quasi all’uscita di scena di Francesco Mazzinghi, colpito dai limiti di età. Nel periodo dell’occupazione militare della Venezia Giulia sarà richiamato a presiedere il Governo Marittimo di Trieste, istituzione cui era devoluto il governo di tutte le faccende marittime del litorale austriaco, poi scomparsa per l’assorbimento di questa nelle subentranti istituzioni italiane.
Medaglie, decorazioni e riconoscenze
Muore a Roma il 12 Gennaio 1938.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 1910 al 30/04/1919
da www.guardiacostiera.it/
Il Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera è un Corpo della Marina Militare [24] che svolge compiti e funzioni collegate in prevalenza con l'uso del mare per i fini civili e con dipendenza funzionale da vari ministeri che si avvalgono della loro opera: primo fra tutti il «Ministero delle infrastrutture e dei trasporti» che ha "ereditato", dal Ministero della marina mercantile, la maggior parte delle funzioni collegate all'uso del mare per attività connesse con la navigazione commerciale e da diporto e sul cui bilancio gravano le spese di funzionamento. Il Corpo dispone di un organico complessivo di circa 11.000 persone tra Ufficiali, Sottufficiali e Truppa.
I servizi d'istituto sono effettuati con dipendenza da diversi Organi dello Stato, dei quali il «Comando Generale del Corpo delle Capitanerie» è l'interfaccia naturale. A tale immediata e diretta dipendenza funzionale, se ne aggiungono altre che parimenti il Corpo esercita per conto di altre Amministrazioni dello Stato - tutte aventi come denominatore comune il mare e la navigazione - sia nella veste di "Organo periferico" della rispettiva Amministrazione centrale, sia quale "Organo di polizia marittima” per quanto concerne gli aspetti di tutela, di vigilanza e repressivi.
Fra queste, l’attività più importante è la gestione della “pesca marittima”, espletata per conto del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali – Dir. Generale Pesca ed Acquacoltura, che si esplica ai sensi della Legge n. 491/93 sia quale Organo amministrativo periferico del Ministero (tramite rilascio licenze ministeriali, attestazioni provvisorie, istruttoria pratiche concernenti benefici contributivi, ecc.) sia quale Organo di polizia marittima sulla intera filiera della pesca, dalla cattura alla successiva commercializzazione, tramite il "Centro Controllo Nazionale Pesca" (C.C.N.P.) del Comando Generale del Corpo ubicato direttamente presso detto Ministero, e tramite i "Centri Controllo Area Pesca" (C.C.A.P.), esistenti presso le Direzioni Marittime, applicando altresì in tale specifica attività anche direttive comunitarie.
Altra dipendenza funzionale del Corpo si ha col “Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare [25]”, per conto del quale le Capitanerie di Porto curano tutta l’attività connessa alla tutela dell’ambiente marino ai sensi della Legge 31 dicembre 1982, n. 979 (Disposizioni per la difesa del mare .. [26]come modif. dal D.lgs. n. 202/2007) e successiva Legge 28 gennaio 1994, n. 84 [27]e successive modificazioni [27] (Riordino della legislazione in materia portuale), nonché, per quanto applicabile, della Direttiva CE 2008/99 sulla tutela penale dell’ambiente sia intesa quale attività di prevenzione, di bonifica e repressione dell’inquinamento marino, sia quale tutela dell’ecosistema e delle specie marine protette, sia come gestione e tutela delle Riserve Marine giusta Legge 6.12.1991, n. 394 [28], attività queste che sono gestite per il tramite del "Reparto Ambientale Marino" (R.A.M.) del Corpo delle Capitanerie di Porto istituito presso il Ministero dell’Ambiente.
Naturalmente il Corpo delle Capitanerie di Porto, quale Corpo della Marina Militare, svolge anche compiti e funzioni quale Organo periferico del “Ministero della Difesa”, fra i quali vanno annoverati:
Oltre a queste attività, ricomprese fra i principali compiti d’istituto svolti dal Corpo, ve ne sono altre, svolte essenzialmente in funzione di “ Polizia Marittima ”, anche in via sussidiaria ed ancillare, in concorso con altre Forze di Polizia, per conto di altre Amministrazioni, fra le quali possono menzionarsi:
Infine, con l’entrata in vigore della Legge n. 559/95 che ha disposto il passaggio alle "Regioni" dell’amministrazione del Demanio Marittimo, ramo turistico-balneare, le Capitanerie di Porto esplicano anche "funzioni amministrative" (laddove esiste una convenzione in tale senso) e di "polizia" per conto delle Regioni.
Tali peculiari attività, svolte alle dipendenze dei suddetti Dicasteri, andranno quindi ad esplicitarsi, rispettivamente, attraverso le seguenti funzioni:
1. Il Corpo delle Capitanerie di porto dipende dalla Marina Militare, ai sensi dell' articolo 118 ed esercita, in tale ambito, le seguenti competenze:
2. Il Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera concorre, in particolare, nell’ambito della Forza armata, allo svolgimento delle seguenti attività:
a) assicurare la difesa dello Stato mediante:
b) realizzare la pace e la sicurezza internazionale mediante:
c) supportare l'organo cartografico di Stato (IIMM) per quanto concerne la documentazione nautica;
d) svolgere i servizi militari attinenti al personale marittimo, alla difesa dei porti, delle installazioni militari e del naviglio mercantile indicati nel Regolamento, nonché gli altri compiti assegnati alla Marina militare.
3. Gli uffici periferici del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera dipendono, quanto ai servizi attinenti alla Marina militare, dai Comandi in capo di dipartimento militare marittimo e dai Comandi militari marittimi autonomi di zona.
1. Il Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera:
2. Nell'ambito delle funzioni di cui al comma 1, il Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera, attraverso le proprie articolazioni periferiche:
3. Il Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera esercita ulteriori funzioni relativamente alle seguenti materie:
► Per le linee di attività richiamate dall'art. 135 del Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 - Codice dell'ordinamento militare
1. Il Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera dipende funzionalmente dal Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, ai sensi dell' articolo 8 della legge 8 luglio 1986, n. 349, e dell' articolo 3 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, esercitando funzioni di vigilanza e controllo in materia di tutela dell'ambiente marino e costiero.
2. In dipendenza delle attribuzioni di cui al comma 1, e fermo restando quanto previsto dall' articolo 12 del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 202, il Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera esercita, in particolare, le sottoelencate funzioni:
► Per le linee di attività richiamate dall'art. 136 del Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 - Codice dell'ordinamento militare
1. Il Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera dipende funzionalmente dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ai sensi del decreto legislativo 26 maggio 2004, n. 153, per l'esercizio delle funzioni delegate in materia di pesca marittima.
2. In dipendenza delle attribuzioni di cui al comma 1, il Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera esercita, in particolare, le sotto elencate funzioni:
► Per le linee di attività richiamate dall'art. 137 del Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 - Codice dell'ordinamento militare
1. Il Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera svolge, nell'ambito delle attribuzioni di polizia giudiziaria previste dall'articolo 1235 del codice della navigazione e da altre leggi speciali, nonché ai sensi dell'articolo 57, comma 3, del codice di procedura penale, le sottoelencate funzioni, riconducibili nelle più generali competenze di altri ministeri:
L’ampiezza e la varietà delle attività svolte pongono le Capitanerie di porto come Organo di riferimento per le «attività marittime» e ne fanno un vero e proprio “sportello unico” nei rapporti con l’utenza del mare.
Il Corpo si configura come una struttura altamente specialistica, sia sotto il profilo amministrativo che tecnico-operativo, per l’espletamento di funzioni pubbliche statali che si svolgono negli spazi marittimi di interesse nazionale. Tali spazi comprendono 155.000 Kmq di acque marittime interne e territoriali, che sono a tutti gli effetti parte del territorio dello Stato, nonchè ulteriori 350.000 Kmq di acque sulle quali l'Italia ha diritti eslusivi (sfruttamento delle risorse dei fondali) o doveri (soccorso in mare e protezione dell'ambiente marino): un complesso di aree marine di estensione quasi doppia rispetto all'intero territorio nazionale che, com'è ben noto ammonta a 301.000 Kmq.
Secondo le linee di tendenza che si stanno affermando in Europa, l’Autorità marittima – Guardia costiera deve esercitare un effettivo controllo sui mari per la "salvaguardia della vita umana", per la "sicurezza della navigazione", per il "corretto svolgimento delle attività economiche" (pesca e sfruttamento della piattaforma continentale) e per la "tutela dell’ambiente marino".
► Le principali linee di attività del Corpo sono le seguenti:
Per il necessario decentramento, e per l'applicazione delle norme emanate dall'Amministrazione attiva centrale sono stati istituiti Organi posti nelle località più adatte del territorio dello Stato, che rappresentano l'espressione funzionale periferica del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Questi organi periferici, o locali, costituiscono, nel loro insieme, la «Amministrazione diretta attiva periferica» della navigazione marittima. e ciascun organo ha giurisdizione solo su una parte del territorio stesso.
A livello periferico, il litorale dello Stato è suddiviso in circoscrizioni marittime . Queste sono le “Zone marittime”, divise in “Compartimenti marittimi”, a loro volta suddivisi in “Circondari marittimi”.
In ogni Zona esiste un "Ufficio" della zona marittima (Direzione marittima); in ogni Compartimento una "Capitaneria di porto", in ogni Circondario un "Ufficio Circondariale marittimo" (D.P.R. 699/1944).
I rispettivi responsabili (Direttori Marittimi, Capi del Compartimento e Capi del Circondario) sono definiti "Autorità marittime" (art. 2 Legge n. 84/94). Il Direttore marittimo è anche Capo del compartimento in cui ha sede l’ufficio della Direzione marittima e il Capo del compartimento è anche Capo del Circondario in cui ha sede l’ufficio compartimentale.
Il Capo del Compartimento, il Capo del Circondario e i Capi degli altri Uffici Marittimi di pendenti sono "Comandanti del Porto o dell'approdo", in cui hanno sede (art. 16 Cod. nav.).
Operano a livello locale in autonomia dai predetti organi anche le “Autorità portuali” istituite con la Legge n. 84/94 nei principali porti del Paese, con compiti di indirizzo, coordinamento e controllo delle operazioni portuali e delle altre attività esercitate in ambito portuale.
La "struttura periferica" del Corpo delle Capitanerie di porto (organizzzaione territoriale), distribuita lungo gli 8.000 chilometri dello sviluppo costiero nazionale, prevede attualmente:
VTSL - "Bonifacio Traffic" - Forte di San Vittorio
di Guardia Vecchia
"Il FORTE SAN VITTORIO", risale al XIX° secolo, si trova nell’Italia insulare, in Sardegna, in provincia di Olbia-Tempio, nel Comune di La Maddalena (Arcipelago di La Maddalena), a 159 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche 41°13’N9°24’E. Il suo scopo era la protezione di forti e batterie dell’isola, nonché prigioni.
Le Direzioni marittime1 sono state istituite col compito di decentrare e sveltire l'Amministrazione attiva centrale. Attualmente, come anzi detto, sono 15 e hanno sede a Genova (Liguria), Livorno (Toscana), Roma (Lazio), Napoli (Campania), Reggio Calabria (Calabria), Bari (Puglia), Ancona (Marche), Pescara (Abruzzo), Ravenna (Emilia Romagna) Venezia (Veneto), Trieste (Friuli), Palermo e Catania (Sicilia), Cagliari e Olbia (Sardegna).
Le Direzioni Marittime (indirizzo telegrafico - Direziomare) non hanno attribuzioni di diretto ordine militare e, pertanto possono essere considerate «Organi esclusivi» dell'Amministrazione della Navigazione Marittima.
1 La Direzione marittima è una suddivisione amministrativa del litorale dello Stato.
Le Capitanerie di porto hanno sede nei principali porti dello Stato. Contrariamente alle Direzioni Marittime, le Capitanerie (indirizzo telegrafico - Compamare) sono anche "Organi periferici della Marina Militare".
Per i compiti loro affidati sotto tale veste, sono alle dirette dipendenze dello Stato Maggiore della Marina, dei Comandi in Capo di Dipartimento e dei Comandi Militari Marittimi Autonomi, per quanto attiene al concorso nella difesa marittima e costiera, all'esercizio della polizia militare, alla requisizione e noleggio delle navi, ecc.
Per quanto riguarda i "servizi di leva" (attualmente sospesi) e di "mobilitazione" dipendono dalla Direzione Generale della Leva (LEVADIFE).
Inoltre, per ciò che si riferisce alla "sanità marittima", le Capitanerie di Porto ricevono istruzioni dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociale, mentre per la "pesca" hanno rapporti col Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, relativamente alle "opere portuali" ed alla "conservazione dei porti" sono collegate con i competenti Uffici del genio Civile Opere Marittime (OO.PP.) ed hanno infine, rapporti col Ministero degli Affari Esteri, per il "servizio di emigrazione" nonché con altri "Ministeri ed Enti pubblici" per i numerosi rimanenti settori della loro competenza.
Il Corpo delle Capitanerie di porto svolge compiti funzionali nell'Amministrazione dei trasporti con adeguata presenza lungo il territorio rivierasco nazionale. L'attuazione di importanti riforme che hanno riconosciuto competenze amministrative diffuse alle Regioni (art. 105 del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 e art. 118, comma 1, della legge 18 ottobre 2001) hanno nel tempo modificato in parte le attribuzioni del Corpo delle Capitanerie di porto. Tuttavia, rimangono ancora presenti rilevanti funzioni amministrative, previste dal Codice della navigazione nonchè in leggi speciali.
dalla pagina facebook "Guardia Costiera web site fans"
Gli Uffici Circondariali Marittimi (indirizzo telegrafico - Circomare) hanno attribuzioni più ristrette delle Capitanerie di Porto. Identica, però, è la natura delle funzioni.
Tali Uffici esercitano la vigilanza sul servizio degli Uffici Minori dipendenti: Ufficio Locale Marittimo (indirizzo telegrafico - Locamare) e Delegazione di Spiaggia (indirizzo telegrafico - Delemare). Provvedono per quanto riguarda l'esecuzione del servizio militare marittimo secondo le istruzioni delle Capitanerie di Porto.
Le rimanenti attribuzioni sono identiche a quelle delle Capitanerie di Porto, ma ridotte nella estensione
► Uffici dipendenti
Nei porti e negli approdi che abbiano una certa importanza e non siano sedi di Compamare e di Circomare sono istituiti:
Questi Uffici hanno funzioni ancora più ridotte rispetto agli Uffici Circondariali marittimi da cui dipendono. Provvedono per l'esecuzione del servizio militare secondo le istruzioni dell'Ufficio Circondariale Marittimo; esercitano la vigilanza sul demanio marittimo.
In particolare, le Delegazioni di Spiaggia devono essere autorizzate dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per tenere le «Matricole» della Gente di Mare di III^ categoria e dalla Direzione Marittima per tenere il «Registro delle Navi Minori e Galleggianti» (mod. 34).
Non tengono sessioni di esami per il conseguimento dei Titoli professionali marittimi e non rilasciano, quindi, nessun titolo.
La Componente Navale della Guardia Costiera trae origine dall'attuazione della Legge 979/82 "Disposizioni per la difesa del mare" (DIFMAR). Infatti tale legge ha previsto, tra l'altro, l'istituzione:
Il Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera, dispone di una "flotta" composta da unità navali di vario tipo (costiere, d’altura), dislocate fra porti e approdi della penisola italiana e delle sue isole.
Per il «soccorso in mare» la componente navale opera in “attività costiera” svolta entro le 40 miglia dalla costa e in “attività d’altura” condotta oltre tale limite. Ciò senza porre in secondo ordine i rapporti funzionali che il Corpo intrattiene con diversi Dicasteri, per "l'esercizio del controllo sulla pesca marittima" o "la protezione dell'ambiente marino".
Il potenziamento dei Mezzi navali del Corpo delle Capitanerie di porto ha origine con la promulgazione della Legge n. 413/1998, con la quale sono stati messi in cantiere e realizzati, presso la Fincantieri di la Spezia, 6 pattugliatori della Classe 900 “Saettia/Diciotti” nonchè 28 unità d'altura a grande autonomia (AGA) della Classe 200/S, dei Cantieri Navali Rodriguez di Messina, che attualmente rappresentano i segmenti della flotta dedicati alle attività “alturiere”.
Nel febbraio 2008, è stato inoltre avviato il programma “Classe 300”, unità di circa 20 metri che rappresentano l’evoluzione della collaudata "Classe 800" da impiegarsi in attività SAR (Search Rescue) alturiero e di cui si prevede l’acquisizione nel breve termine di 9 unità delle quali 2 già consegnate e in servizio operativo.
Per quanto invece attiene la flotta del segmento “medio”, procede il completamento della messa in linea delle unità "Classe 800 SAR" per un totale di 88 unità, a cui vanno aggiunte 6 motovedette specificamente studiate "per il soccorso aereo" , e delle "Classi 2000, 500 e 700", rispettivamente in numero di 54, 76 e 12 unità, impegnate principalmente nei "servizi di istuituto" del Corpo.
Esistono inoltre, 3 unità della "Classe 450" dedicate esclusivamente al "servizio di idrambulanza" con le isole minori.
Per quanto riguarda le peculiari attività connesse al "soccorso ad aeromobili incidentati in mare" e "polizia marittima" costiera, in aderenza al documento programmatico del Corpo, sono stati avviati studi specifici per la realizzazioine di una nuova tipologia di unità navale dalle elevate caratteristiche prestazionali, flesibilità di impiego operativo, nonché, perfettamente coniugate a contenuti costi di esercizio, denominata "Classe 600", di cui si debbano considerare ulteriori 10 già in linea, di ulteriori 2 unità.
Per gli stessi compiti previsti per la Classe 600 si debbano considerare ulteriori 26 mezzi nautici di varie tipologie.
Il parco "mezzi minori", anch’esso in continua evoluzione, molto sensibile alle innovazioni tecnologiche connesse agli scafi e relative motorizzazioni, ha raggiunto la consistenza di 290 unità di svariate tipologie ed attualmente identificate con i distintivi alfanumerici: GC A – B – L.
Nel "segmento A" trovano allocazione 36 battelli serie "Hurricane" (Società Zodiac) dalle innovative caratteristiche e prestazioni, con uno scafo di circa 10 metri dotati di motorizzazione entrofuoribordo e apparati radar/tic che ne consentono l’inserimento nei più disparati contesti operativi.
Con l’aggiornamento della flotta per effetto di nuove acquisizioni e programmate radiazioni, la componente navale della Guardia Costiera appare, attualmente, un moderno e sofisticato strumento operativo. Il ricorso alle attuali tendenze costruttive degli scafi, relativamente all’utilizzo di materiali quali acciaio, leghe di alluminio e vetroresina, coniugati ad affidabili motorizzazioni ed evoluti impianti di scoperta/TLC, ha consentito la realizzazione di piattaforme navali sempre più adeguate ad assicurare una idonea copertura tecnico-operativa di tutto il territorio marittimo di giurisdizione e oltre.
La Componente di Volo del Corpo delle Capitanerie di porto è stata istituita alla fine degli anni ‘80 a seguito della Legge 31 dicembre 1982, n. 979 (DIFMAR) recante “disposizioni sulla difesa del mare”.
Il programma di sviluppo allora definito prevedeva una linea ad “ala fissa” costituita da 12 aerei di pattugliamento a medio raggio ed una linea ad “ala rotante” costituita da 24 elicotteri medi, dei quali sono stati acquisiti di fatto solo 10.
In relazione agli impegni derivanti dalla Legge 3 aprile 1994 n. 622, attuativi della convenzione internazionale sulla ricerca ed il salvataggio marittimo (Amburgo 1979), che prevedono l'impiego di mezzi idonei ad un adeguato controllo e intervento su vaste aree, si è cominciata a valutare la possibilità di acquisire velivoli long range per missioni tipiche di protezione civile (grandi soccorsi, antinquinamento, ecc.). Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha convenuto sulla necesità, per l’ala fissa, di transitare sulla linea dei più moderni ATR42MP, pattugliatori marittimi a lungo raggio, confacenti alle suddette specifiche, e per l’ala rotante, sulla linea AW139.
Tutti gli aeromobili in dotazione sono attrezzati con "sensori" di elevata capacità, in grado di assolvere alle funzioni sopra citate.
La loro scelta ha consentito di coniugare in maniera efficace il numero di aeromobili di cui il Corpo dispone con le preminenti esigenze di carattere operativo. E’ stato delineato negli ultimi anni, ed è in corso di esecuzione, il piano di sviluppo della componente aerea, realizzato per soddisfare al meglio le nuove esigenze operative. Tale piano interessa tanto la logistica con l’apertura di nuove basi (in particolare Cagliari (Sardegna), Pontecagnano ( ) e Grottaglie (Puglia), quanto i velivoli, con l’acquisizione di nuovi mezzi.
Nel corso dell’anno 2007 sono stati formalizzati i contratti per l’acquisizione di un terzo velivolo ATR42MP e di 2 elicotteri AW139. Tali nuovi mezzi entreranno in servizio entro il 2010, in concomitanza all’avvenuta "radiazione" dei rimanenti velivoli Piaggio P166DL3SEM.
E’ allo studio, inoltre, l’acquisizione di un velivolo da trasporto tattico-veloce, per l’assolvimento di specifiche missioni istituzionali.
Elicottero Agusta-BELL
AB412CP, dislocato presso le basi di Sarzana
Le attività del Corpo delle Capitaneria di porto non si limitano soltanto alla superficie del mare ed al sovrastante spazio aereo, ma si estendono anche al settore subacqueo.
Avendo oramai consolidata l’esperienza nelle attività subacquee e riconoscendo, nel contempo, la necessità di procedere ad una diffusione dei "Reparti operativi subacquei" stessi, sono stati istituiti, in ordine di tempo, 5 Nuclei Operatori Subacquei delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera nelle sedi di
Attualmente la componente subacquea si avvale di 37 operatori di ogni ruolo e grado, ai quali si aggiungono 5 infermieri specializzati in fisiopatologie subacquee. Tali operatori sono in possesso del “brevetto militare per sommozatori” rilasciato dal Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare. Il brevetto abilita gli operatori ad effettuare "immersioni ad aria entro i 40 metri" e "ad ossigeno entro i 12 metri" di profondità
I Nuclei operativi subacquei sono dotati di attrezzature individuali e di reparto di ultima generazione tra cui il veicolo subacqueo a controllo remoto, il «ROV» (Remote Operate Vehicle)[ [33]1] [33], denominato “Prometeo”, con finalità principalmente investigative.
Il “Prometeo” è un vettore di telecamere con capacità secondarie di prelievo di campioni. La struttura è in acciaio inox, con 4 motori elettrici, molto leggero e di piccole dimensioni. Tali caratteristiche permettono al ROV di operare fino a 300 metri di profondità e consentono agli operatori di condurre indagini “mirate” che non comportano la necessità di eseguire lunghi percorsi di ricerca in un’ampia area, quali verifiche su relitti ed ispezioni in ambienti altrimenti non accessibili.
I Nuclei sommozzatori hanno in dotazione mezzi idonei al trasporto di personale e materiali e di battelli pneumatici che li rendono completamente indipendenti ed in grado di operare in autonomia in ogni parte del territorio nazionale.
[1] I ROV sono sistemi completamente mobili di telecamere subacquee che sono controllate dalla superficie e capace di rimanere sommersi a tempo indeterminato. Queste ROV sono ideali per una varietà di applicazioni, tra cui ispezioni condotte, fiume e le ricerche in oceano, indagini diga, piattaforme del petrolio e del gas e piattaforma di lavoro, l'allevamento ittico, e le operazioni di sicurezza interna, in caso di incidenti in mare, naufraghi, maremoti, inondazioni, ecc Essi possono ridurre drasticamente i tempi di ricerca, così come i rischi e i costi elevati associati alle operazioni subacquee. Equipaggiato con il RMD-1 metal detector telecomando del ROV diventa un sistema di ricerca di alta tecnologia in grado di localizzare armi, ordigni inesplosi, oleodotti, tesori sepolti, e altri oggetti metallici.
L’articolo 16 [34] della [34]Legge 1 aprile 1981, n. 121 [34] e succ. modif., espressamente prevede le varie componenti delle “Forze di Polizia” cui spetta lo svolgimento delle funzioni di polizia, ai fini della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Rientrano pertanto nella categoria di «Forze di polizia interforze», oltre alla Polizia di Stato quale primaria tipica struttura funzionale di polizia, anche tutti gli organismi istituzionali che, pure essendo sottoposti ad autonomi ordinamenti (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato), svolgono o sono chiamati a svolgere funzioni di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Non è ricompreso, nella categoria, il Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera.
Tuttavia, di fatto, le Capitanerie di Porto esplicano "funzioni di polizia" analogamente alle Forze di polizia o Corpi di Polizia ad ordinamento militare e civile, in ragione delle specifiche funzioni di Polizia Giudiziaria esercitate nei settori d’istituto, sia pur limitati ai particolari compiti di sicurezza pubblica esercitati in ambito portuale, delle funzioni residuali di Polizia Militare, della specifica ed esclusiva competenza esercitata in alcune materie, con consequenziale potestà sanzionatoria e di accertamento delle relative violazioni, e considerando altresì le attività di indagini di Polizia Giudiziaria, anche per reati comuni, che sempre più spesso le locali Procure delegano alle Capitanerie di Porto delle rispettive giurisdizioni, oltre ai servizi di vigilanza e controllo sul demanio effettuati autonomamente o in concorso con le Forze di Polizia, della partecipazione ai Comitati prefettizi di Ordine e Sicurezza Pubblica.
Fra i compiti di istituto espletati dal Corpo delle Capitanerie di Porto rientrano quindi, come sopra meglio specificato, anche le funzioni ed i compiti di polizia, intendendo con essa sia di «polizia amministrativa», sia di «attività di pubblica sicurezza», sia di «polizia militare», sia di «polizia stradale», sia, infine, di «polizia giudiziaria».
L’attribuzione di tali funzioni di polizia va ricercata nel combinato disposto dell’art. 57 comma 3 c.p.p. con l’art. 1235 Cod. nav., laddove questi recitano che “sono Ufficiali di P.G. gli Ufficiali ...ed i Sottuffìciali del Corpo delle Capitanerie di Porto...” sebbene “..nei limiti del servizio cui sono destinati e secondo le relative attribuzioni”. Dette funzioni sono state poi riprese da leggi speciali, quali, ad esempio l'art. 22, comma 3 (Persone incaricate della vigilanza) del Decreto Legislativo 9 Gennaio 2012, n. 4 recante “Misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura, a norma dell'articolo 28 della legge 4 giugno 2010, n. 96", l’art. 23 della Legge 31 dicembre 982, n° 979 e succ. modifiche (disposizioni per la difesa del mare), e gli artt. 135 comma 2° e 195 comma 5° del D.lgs. 03 aprile 2006, n° 152 in materia di ambiente, ecc.
Compiti infine di vigilanza e ronda in ambito portuale e sul demanio sono inoltre attribuiti, dall’art. 499 Reg. Cod. nav.[1] (Libro V - Disposizioni penali e disciplinari – Titolo I - Disposizioni in materia di polizia), a tutto il personale della M.M. che presta servizio nelle Capitanerie di Porto, indipendentemente quindi dalla categoria di appartenenza.
Tali attribuzioni di polizia sono limitate, tuttavia, ratione materiae, ai “reati previsti dal Codice della Navigazione” nonché “ai reati comuni commessi nel porto, qualora manchino in tale luogo Uffici di pubblica sicurezza” (art. 1235, comma 2° Cod. nav.)[2]
Detti limiti territoriali non vengono posti tuttavia per la repressione delle violazioni alle leggi sulla pesca penalmente perseguibili (L. 963/65), nonché per l’attività di prevenzione ed accertamento dei reati concernenti l’inquinamento marittimo (L. 979/82 e D.lgs. 152/2006 e successive modif.).
[1] Art. 499 Reg. Cod. nav. (Servizio di ronda) - Ai fini della sorveglianza sulla regolarità dei servizi l’Autorità marittima mercantile ha facoltà di disporre servizi di ronda. Gli Agenti in servizio di ronda possono visitare, in qualunque momento, le navi, i galleggianti e gli aeromobili nonché gli stabilimenti e le altre opere nell’ambito del demanio marittimo e del mare territoriale.
Il servizio di ronda è eseguito per mezzo di marinai o sottufficiali di porto e, ove occorra, dai carabinieri e dagli agenti di pubblica sicurezza, previa richiesta alle autorità da cui questi agenti della forza pubblica dipendono ovvero da militari del corpo equipaggi della marina militare o di altre categorie destinati presso gli uffici di porto.
[2] La nozione di “Reato Marittimo” di cui al citato art. 1235 appare troppo restrittiva, in quanto, cosi formulata, verrebbe ad escludere alcuni gravissimi reati contro la sicurezza della navigazione, quali il reato di naufragio, di danneggiamento seguito da naufragio, o di un delitto colposo di danno per naufragio o sommersione, che verrebbero pertanto con tale limitazione sottratti alla competenza dell’Autorità Marittima, che pure è il principale se non l’unico Organo dello Stato competente ex lege per tale materia.
Deve rilevarsi tuttavia come la Suprema Corte abbia confermato l’esclusione dalle funzioni piene di Polizia Giudiziaria anche per i reati comuni in capo al personale del Corpo, limitando detta qualifica in relazione al servizio affidatogli in connessione con l’attività istituzionale espletata dal Corpo delle Capitanerie di Porto ex art. 1235 Cod. nav., con esclusione quindi sia di quelle di cui all’art. 57, comma 1° c.p.p.. sia di quelle di Polizia Giudiziaria Militare di cui all’art. 301 c.p.m.p. (Cass. Pen., Sez. VI^, Sent. n° 1169 del 01.02.96 ).
Il Regolamento CE n° 562/2006 [35] emanato in data 15.03.06 prevede alcuni compiti di "Polizia di Frontiera" in capo all’Autorità Marittima, laddove non vi sia la c.d. “Guardia di Frontiera” (cioè Ufficio di Polizia di Frontiera per l’Italia).
Tali attività, classificabili quali attività di Polizia Amministrativa connesse alle operazioni di ingresso di stranieri nel territorio nazionale, sono specificate in alcune disposizioni del suddetto Regolamento, e precisamente:
Si rammenta infine l’onere posto a carico del vettore marittimo dall’art.10 comma 3° del T.U. 286/98 che dispone come “ il vettore aereo o marittimo è tenuto ad accertarsi che lo straniero trasportato sia in possesso dei documenti richiesti per l’ingresso nello Stato, riferendo alla Polizia di frontiera dell’eventuale presenza di stranieri irregolari a bordo dei mezzi di trasporto”
Analoga disposizione è disposta a carico di chi “assume lo straniero alle proprie dipendenze” senza darne conoscenza entro 24 ore all’Autorità di P.S. (art. 7 T.U. 286/98).
Al riguardo, la Suprema Corte ha statuito come costituisce comunque reato agevolare il transito dei clandestini nel territorio nazionale,anche se gli stessi siano solo di passaggio perché diretti in altri paesi UE, così sanzionando penalmente anche il semplice valico di frontiera anche se non finalizzato alla permanenza dello straniero nel territorio nazionale (Cass. Pen. – Sent. n° 6398 del 08.02.08).
L’Amministrazione della Pubblica Sicurezza e le relative attività d’istituto sono disciplinate dalla Legge 1 aprile 1981, n. 121 [34], nonché dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza ( [36]T.U.L.P.S), che ne pone al vertice il Ministro dell’Interno e, a livello periferico, rispettivamente:
L’impiego delle FF.AA. da parte del Prefetto è disciplinato dall’art. 13 della L. 121/81, che consente al Prefetto di ”disporre della Forza Pubblica....e delle altre Forze….. eventualmente poste dalla legge a sua disposizione,….e di coordinarne l’attività”.
Quanto sopra premesso, deve rilevarsi come i militari del C.E.M.M. appartenenti al Corpo delle Capitanerie di Porto rivestono la qualifica di Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria ex art. 1235 Cod. nav., nei limiti di competenza per materie d’istituto, ma non rivestono tuttavia specifica qualifica in materia di Pubblica Sicurezza, non rientrando formalmente il Corpo fra le c.d. “Forze di Polizia” di cui all’art. 16 della L. 121/81, se non limitatamente ad alcuni aspetti che di seguito saranno meglio esaminati.
Alcuni compiti e funzioni di Pubblica Sicurezza sono tuttavia specificatamente attribuiti all’Autorità Marittima e, segnatamente, al Comandante del Porto, dagli artt. 81 e 82, comma 2 del Codice della Navigazione, in aggiunta a quelli che, in via concorsuale, anche se non certamente ancillari, sono ormai permanentemente espletati in materia di “antimmigrazione clandestina”, “traffici illeciti di armi” (embargo ex Jugoslavia) e “lotta al narcotraffico via mare” (questi ultimi su espressa disposizione dell’Autorità Giudiziaria).
A tale contesto, pertanto, appare riconducibile la ratio che ha comportato l’inserimento del personale del Corpo delle Capitanerie di Porto fra le categorie di dipendenti dell’Amministrazione che, a causa della esposizione a rischio dipendente dall’attività svolta nell’ambito delle Amministrazioni della giustizia e della difesa, o nell’esercizio di compiti di pubblica sicurezza, sono esonerate dall’obbligo del pagamento della tassa di concessione governativa prevista per il rilascio della Licenza di porto d’armi di cui al D.M. 24/03/94, n° 371 (Regolamento di attuazione dell’art. 7, comma 2° e 3° della L. 21.02.90 , n° 36).
[1] Più specificamente, l’art. 82 cod. nav. dispone che in occasione di avvenimenti che possono turbare l’ordine nei porti, nelle altre zone del demanio marittimo, ovvero sulle navi mercantili che si trovano in porto o in corso di navigazione nel mare territoriale, qualora l’Autorità di pubblica sicurezza non possa tempestivamente intervenire, l’Autorità Marittima del luogo provvede, nei casi di urgenza, a ristabilire l’ordine, richiedendo, ove sia necessario, l’intervento della forza pubblica o, in mancanza, delle Forze Armate. In forza del previsto coinvolgimento delle Forze Armate non è escluso che gli equipaggi delle Unità M.M. presenti nei porti o nell’ambito delle acque territoriali possano essere chiamati a prestare il proprio concorso in materia di ordine pubblico, nei casi in cui al citato art. 82 cod. nav., compatibilmente con l’assolvimento dei prioritari compiti di istituto e fermo restando la salvaguardia della sicurezza delle unità.
Nello svolgimento dei compiti di istituto, il personale del Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera può «imbattersi» in fatti concreti costituenti reato e trovarsi, di conseguenza, costretto ad esercitare "funzioni di polizia giudiziaria" (art. 55 c.p.p.).
Tuttavia, il personale del Corpo, può legittimamente svolgere dette funzioni solo “entro gli ambiti“ per esso rispettivamente determinati dal Codice di procedura penale e dalle numerose leggi speciali (o dai provvedimenti a esse equiparati) che si interessano della materia. Per questo motivo, si dice solitamente che la legge stabilisce la “competenza” degli Ufficiali ed Agenti di polizia giudiziaria indicando non solo quali atti possono essere compiuti dall’una o dall’altra categoria di soggetti (c.d. competenza agli atti), ma anche i limiti (di tempo, spazio e materia) entro i quali quegli atti possono esere compiuti dai vari Organi e persone cui essa attribuisce la qualifica di Ufficiale o Agente di polizia giudiziaria.
Il personale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, pur avendo quasi sempre una “competenza piena“ quanto alle funzioni che possono svolgere, vedono tuttavia “limitata” la sfera di svolgimento di tali funzioni all’accertamento di alcune determinate categorie di reati (e non, invece, di qualunque reato) che attengono all’assolvimento dei compiti di istituto.
Per il personale del Corpo l’attività di polizia giudiziaria è generalmente un’attività “residuale” che viene svolta esclusivamente quando la normale attività amministrativa (di controllo, ispezione e vigilanza) affidata dai Comandi di appartenenza progredisce nell’accertamento di un reato e impone perciò il compimento di attività dirette ad assicurare le fonti di prova e a raccogliere quant’altro possa servire per l’applicazione della legge penale.
Nel carattere residuale dell’attività di polizia giudiziaria degli Ufficiali ed Agenti di polizia giudiziaria a «competenza limitata» va individuata la ragione per la quale gli appartenenti al Corpo delle Capitanerie, a differenza della gran parte degli Ufficiali e degli Agenti di polizia giudiziaria a «competenza generale», possono esercitare la loro funzione solo entro definiti limiti temporali e spaziali.
E’ bene chiarire che il riferimento all’«esercizio delle funzioni» ed «ai limiti del servizio» non serve a restringere l’ambito temporale e territoriale entro il quale il personale del Corpo delle Capitanerie può e deve esercitare le sue funzioni di polizia giudiziaria.
Pur se non con qualche approssimazione, può infatti dirsi che, con riguardo ai compiti di istituto, il personale del Corpo riveste «in servizio» e «senza limiti spaziali» la qualità di Ufficiale o Agente di polizia giudiziaria a seconda, ovviamente, che si tratti di Ufficiali, Sottufficiali ovvero Sottocapi e Volontari di truppa in s.p.e. ed in ferma prefissata.
Il settore d’indagine non può prescindere da fare riferimento, in primo luogo, al predetto Codice della Navigazione, che contiene i fondamenti del “diritto penale marittimo”.
In tale ambito di competenza detto personale è investito di tutti i «poteri» propri della Polizia Giudiziaria e necessari per l’espletamento delle funzioni, non esclusa quindi neppure la possibilità di adottare misure di coercizione quali il fermo o l’arresto, per evitare che un reato venga portato a ulteriori, estreme conseguenze.
Links:
[1] http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=12398
[2] http://www.marina.difesa.it/storiacultura/corpimarina/Pagine/CapitaneridiPorto.aspx
[3] http://www.mit.gov.it/
[4] http://www.marina.difesa.it/
[5] http://www.guardiacostiera.gov.it/organizzazione/Pages/comando-generale.aspx
[6] http://www.minambiente.it/pagina/reparto-ambientale-marino-del-corpo-della-capitanerie-di-porto
[7] https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4904
[8] http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario;jsessionid=KGxo3RpMDLDse9GN4NfCAA__.ntc-as3-guri2b?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1989-06-24&atto.codiceRedazionale=089A2774&elenco30giorni=false
[9] http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1994/12/01/094G0688/sg
[10] http://www.guardiacostiera.gov.it/attivita/ricerca
[11] http://www.guardiacostiera.gov.it/mezzi-e-tecnologie/manuali-centri-vts
[12] https://it.wikipedia.org/wiki/Corpo_delle_capitanerie_di_porto_-_Guardia_costiera
[13] https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Italiana
[14] https://it.wikipedia.org/wiki/Ammiraglio_ispettore_capo
[15] https://it.wikipedia.org/wiki/Roma
[16] https://it.wikipedia.org/wiki/Eur_(zona_di_Roma)
[17] https://it.wikipedia.org/wiki/Ministero_delle_Infrastrutture_e_dei_Trasporti
[18] https://it.wikipedia.org/wiki/Ammiraglio_ispettore
[19] https://it.wikipedia.org/wiki/Decreto_del_presidente_della_Repubblica
[20] https://it.wikipedia.org/wiki/1938
[21] https://it.wikipedia.org/wiki/Ammiraglio_di_squadra
[22] https://it.wikipedia.org/wiki/Corpo_di_stato_maggiore_della_Marina_Militare
[23] https://it.wikipedia.org/wiki/Regia_Marina
[24] http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/organizzazione/guardiacostiera/Pagine/default.aspx
[25] http://www.minambiente.it/
[26] https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&ved=0ahUKEwi0gJ6Ho-rbAhXkBsAKHesqCbkQFgg1MAI&url=http%3A%2F%2Fwww.arpae.it%2Fcms3%2Fdocumenti%2Facqua%2Fl82_979.pdf&usg=AOvVaw3AXwnbO8UMyaVpsXgn5OkZ
[27] http://www.sardegnamobilita.it/documenti/33_26_20090713160432.pdf
[28] http://ww2.gazzettaamministrativa.it/opencms/opencms/_gazzetta_amministrativa/amministrazione_trasparente/_basilicata/_parco_nazionale_appennino_lucano_val_d__Agri_lagonegrese/010_dis_gen/020_att_gen/2013/Documenti_1387272981730/
[29] https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0ahUKEwi4m_nEperbAhVJ6RQKHc8lCYsQFghGMAA&url=http%3A%2F%2Fwww.interno.gov.it%2Fit%2Fministero%2Fdipartimenti%2Fdipartimento-liberta-civili-e-limmigrazione%2Fdirezione-centrale-politiche-dellimmigrazione-e-dellasilo&usg=AOvVaw2zu0wbJRNnnhJhUaos2F5S
[30] https://www.giustizia.it/giustizia/
[31] https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=4&ved=0ahUKEwin4t_LpurbAhVGbRQKHaylB8sQFghvMAM&url=http%3A%2F%2Fwww.governo.it%2Fministeri%2Fministero-dei-beni-e-delle-attivit-culturali-e-del-turismo&usg=AOvVaw1Np1hQ8UFrlvmkcbNsheu4
[32] http://www.protezionecivile.gov.it/
[33] http://www.nonnodondolo.it/edit%2311
[34] http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1981/04/10/081U0121/sg
[35] https://www.esteri.it/mae/normative/Normativa_Consolare/Visti/20130912_Codice_frontiere_vers_consolidata_2013.pdf
[36] https://alloggiatiweb.poliziadistato.it/PortaleAlloggiati/Download/TULPS.pdf