Nell’intero perimetro della Riserva (80.000 ettari) la frequentazione è libera e autorizzata nel rispetto della tranquillità dei luoghi (divieto di nuocere a fauna e flora, sbarcare con veicoli a motore e lasciare immondizia).
Sono vietati: l’introduzione di specie non domestiche, la caccia nello stagno e nel golfo di Ventilegne.
La pesca sportiva-ricreativa e la pesca professionale sono sottoposte alla regolamentazione
Non è consentita la pesca subacquea.
E’ vietato lo sbarco, anche a piedi, sulle isole Piana, Ratino, Porraggia, Sperduti e sugli isolotti annessi all’isola di Lavezzi.
N.B.: L’Isola di Cavallo è privata, è controllata da vigilanza privata e non è possibile recarvisi o sbarcare liberamente .
Le nuove misure sulla pesca sportiva e ricreativa, introdotte con Ordinanza del Prefetto della Corsica, rispondono sostanzialmente alle necessità di garantire una maggiore tutela per la pesca e di evitare, per le specie ittiche, effetti negativi derivanti da un prelievo che negli ultimi anni si è fatto sempre più massiccio a causa dell’evoluzione delle tecniche di questo genere di pesca.
Tra le nuove disposizioni, sono da segnalare in particolare:
Altrettanto importante è la norma che comporta l’obbligo di presentare all’Office de l’environnement de la Corse (OEC), ente gestore della Riserva naturale delle Bocche di Bonifacio, un’apposita “dichiarazione” per la pesca sportiva e ricreativa: chiunque desideri dedicarsi a questo tipo di attività ricreativa all’interno dell’Area protetta corsa dovrà perciò essere munito dell’attestazione rilasciata dall’OEC.
Attenzione !
Per non incorrere in possibili sanzioni la “dichiarazione” dovrà essere conservata da ogni pescatore ricreativo e presentata, a richiesta, al personale della Riserva o alle Forze dell’ordine francesi.
Isola di Cavallo - Spiaggia "Zeri"
[1] Il vincolo dei 5 chilogrammi massimo di pescato per pescatore – sono del tutto identiche a quelle già in vigore sin dal 2007 nel Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, giacché obiettivo per il medio e lungo periodo è infatti l’armonizzazione delle regole per la fruizione delle due aree protette gemelle, divise da poche miglia nautiche.