I «fenomeni abiotici immediati» fanno parte integrante della fenomenologia della morte e rappresentano i primi segni esteriori della morte stessa, mostrando lo stato in cui viene a trovarsi il corpo subito dopo la cessazione delle attività vitali. I fenomeni sono detti "abiotici" quando dipendono dalla cessazione delle attività vitali; ecco perché i segni che li rivelano all'osservatore sono «negativi».
La "perdita della coscienza" e delle "altre facoltà cerebrali superiori" è il primo e più evidente dei fenomeni che si manifestano al momento della morte.
La "abolizione della sensibilità generale e specifica" è un altro aspetto indicativo del cessare della funzione autonoma del sistema nervoso centrale e pari significato hanno la "perdita della motilità volontaria" e il "rilassamento del tono muscolare".
L’arresto della respirazione polmonare e dell’attività cardio-circolatoria, con la fenomenologia che ne consegue, completa il quadro dei segni indicativi della realtà della morte.
Tali quesiti, di regola, vengono risolti dal Magistrato inquirente al perito Medico legale. L’ Ufficiale di polizia giudiziaria, tuttavia, deve conoscere la sintomatologia ed i procedimenti che consentono di fornire la risposta ai quesiti proposti in modo da poter intervenire efficacemente nelle prime indagini rilevando i dati (immediati) utili agli accertamenti medico-legali, che in genere sono successivi.
Nonostante la constatazione di questi fatti di rilievo immediato, dei dubbi più o meno fondati possono comunque sorgere sulla realtà della morte. Può esistere, infatti, la possibilità di stati "catalettici" che possono ridurre le più appariscenti manifestazioni vitali a minime espressioni di difficile rilievo ma dai quali l’organismo potrebbe riaversi.
Sono, invece, sintomi reali di morte i fenomeni "abiotici consecutivi" (il raffreddamento, la disidratazione, l’ipostasi,
l’irrigidimento muscolare) e quelli "trasformativi" (la putrefazione, la macerazione, la saponificazione e la mummificazione).