I «Cetacei» un ordine di mammiferi euplacentati, completamente adattatisi alla vita acquatica. Il nome cetaceo deriva dal greco kētos, che significa balena o mostro marino e fu introdotto da Aristotele per designare gli animali acquatici dotati di respirazione polmonare.
L'ordine Cetacea comprende circa 85 specie, quasi tutte marine tranne 5 specie di delfini di acqua dolce. Le specie sono suddivise in due sottordini: Mysticeti ed Odontoceti. Esiste un terzo sottordine, Archaeoceti, cui appartengono solo specie estinte.
Tra i misticeti si trovano gli animali comunemente chiamati balene, i più grandi conosciuti al mondo: in particolare la balenottera azzurra è il più grande animale mai esistito sulla Terra, più grande anche dei famosi Dinosauri. Tra gli odontoceti, invece, si trovano delfini e orche, spesso allevati e addestrati nei delfinari.
Nel Mediterraneo e in particolare nei mari italiani vivono in forma stanziale 2 specie di misticeti e 6 specie di odontoceti. Altre specie di odontoceti possono entrare nel Mediterraneo dallo stretto di Gibilterra ed essere avvistate sporadicamente nei mari italiani.
Tutti i cetacei che vivono nei mari italiani sono inclusi nell’elenco delle specie rigorosamente protette nei mari europei (Convenzione di Berna, All. 2). Per tutti sono vietati la catturare o l’uccisione nell’ambiente naturale. il possesso, il trasporto, lo scambio e la commercializzazione di esemplari provenienti dall’ambiente naturale (art. 8 D.P.R. 357 del 8/9/1997). Per gli esemplari catturati in acque internazionali, valgono le norme della Convenzione di Washington.
L'ordine Cetacea comprende circa 85 specie, quasi tutte marine tranne 5 specie di delfini di acqua dolce.
Le specie sono suddivise in due sottordini: Mysticeti ed Odontoceti.
LR: specie a basso rischio;
VU: specie Vulnerabile;
EN: specie in pericolo;
CR: specie in pericolo in modo critico
Il «Santuario dei Cetacei» si estende in un’area protetta di vaste dimensioni, ben 87.500 chilometri quadrati, quasi due volte la Svizzera, la maggior parte dei quali in acque internazionali, e ha come limiti Punta Escampobariu (43°20'00''N ; 004°50'30''E) in Francia, Capo Falcone (40°58'00'' N ; 008°12'00''E) e Capo Ferro (41°09'18'' N ; 009°31'00'' E) nella Sardegna Occidentale e Fosso Chiarone (42°21'24'' N ; 011°31'00'' E) in Toscana.
Confini del Santuario Mediterraneo per i Cetacei
Dopo anni di studi e progetti, la firma ufficiale che sancisce la nascita è stata firmata a Roma nell’ottobre del 1999 dai ministri italiano, francese e monegasco e rattificato dal Governo Italiano con legge n°391 dell''11 ottobre del 2001.
Il Santuario dei Cetacei comprende numerose "Aree Marine Protette", inoltre è delimitato da ben 5 grandi Aree Protette Terrestri: 4 Parchi Nazionali ed un Parco Regionale. Il Parco Nazionale delle Cinque Terre in Liguria, il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, il Parco Regionale della Maremma Toscana, Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena ed il Parco Nazionale dell'Asinara. Essi possono essere considerati non solo i limiti geografici ma parte integrante del Santuario stesso, poichè l'area di tutela spesso si estende anche al mare.
Un triangolo marino ricco di vita, un ambiente che può vantare la più alta concentrazione di cetacei fra tutti i mari italiani e che con tutta probabilità rappresenta l'area faunisticamente più ricca dell'intero Mediterraneo.
Capodogli, balenottere comuni, delfini, grampi, globicefali costituiscono un ecosistema di grande ricchezza che connota quest'area come eccezionalmente produttiva e ricca di forme viventi.
Un ecosistema prezioso di cui occorre mantenere le condizioni ottimali se non si vuole correre il rischio di vederlo modificato dalle attività umane che si svolgono sul mare.
Ordine: Cetacea
Sott’ordine: Misticete
Famiglia: Balaenopteridae
Genere: Balaenoptera
Specie: Balaenoptera physalus
Dimensioni: fino a 21 m. di lunghezza oltre 50 t. di peso.
Corporatura: estremamente affusolata e idrodinamica.
Capo: cuneiforme, dorsalmente diviso a metà da una cresta longitudinale.
Pinna dorsale: alta e falcata, situata all’inizio del terzo posteriore.
Pinne pettorali: piccole e lanceolate.
Coda: possente, con marcato seno interlombare.
Colorazione: grigia uniforme sul dorso e biancastra sul ventre, sulla superficie inferiore delle pettorali e della coda; parte destra della mandibola bianca.
Forma di protezione: totale nei mari italiani (D.P.R. 357 del 8/9/1997). E’ inclusa tra le specie di cetacei in pericolo mondiale di estinzione (CITES, App. 1).
Balenottera comune (Balaenoptera physalus)
► Classificazione del rischio di estinzione:
Ordine: Cetacea
Sott’ordine: Odontocete
Famiglia: Delphinidae
Genere: Globicephala
Specie: Globicephala melas
Dimensioni: 5-6 m. di lunghezza e 2 t. di peso.
Corporatura: allungata.
Capo: globoso e voluminoso, con melone pronunciato e rostro quasi assente.
Pinna dorsale: in posizione avanzata, con base molto larga.Pinne pettorali: lunghissime, sottili e ricurve.
Colorazione: nero ebano, talvolta le regioni golare e ventrale portano un disegno bianco.
Forma di protezione: totale nei mari italiani (D.P.R. 357 del 8/9/1997). Il Globicefalo non è considerato in pericolo di estinzione a livello mondiale (CITES, App. 2).
Globicefalo (Globicephala melas)
► Classificazione del rischio di estinzione:
Ordine: Cetacea
Sott’ordine: Odontocete
Famiglia: Physeteridae
Genere: Physeter
Specie: Physeter macrocephalus
Dimensioni: fino a 18 m. di lunghezza e oltre 50 t. di peso.
Capo: squadrato e di enormi dimensioni (tra ¼ e 1/3 delle dimensioni totali). Mandibola lunga, sottile e dotata di denti (nella mascella non erompono dalla gengiva).
Pinna dorsale: bassa, smussata, triangolare, posta prima del terzo posteriore. Dietro di essa sono presenti delle gibbosità che arrivano alla coda.
Coda: larga, triangolare, con margine posteriore rettilineo e cospicuo seno interlobare.
Colorazione: generalmente grigia uniforme, bordata di bianco sulla mandibola. Rari esemplari albini.
Forma di protezione: totale nei mari italiani (D.P.R. 357 del 8/9/1997). Il Capodoglio in particolare, è considerato in pericolo di estinzione a livello mondiale (CITES, App. 1).
Capodoglio (Physeter catodon)
► Classificazione del rischio di estinzione:
Ordine: Cetacea
Sott’ordine: Odontocete
Famiglia: Delphinidae
Genere: Grampus
Specie: Grampus griseus
Dimensioni: circa 3,5 m. di lunghezza e 400 kg di peso.
Corporatura: relativamente slanciata ma tozza nella parte anteriore.
Capo: rotondeggiante con melone ben sviluppato, rostro assente.
Pinna dorsale: mediana, alta e falcata.
Pinne pettorali: lunghe e appuntite.
Colorazione: generalmente grigia con numerose graffiature chiare che aumentano con l’età.
Forma di protezione: totale nei mari italiani (D.P.R. 357 del 8/9/1997). Il Grampo non è considerato in pericolo di estinzione a livello mondiale (CITES, App. 2).
Grampo (Grampus griseus)
► Classificazione del rischio di estinzione:
Ordine: Cetacea
Sott’ordine: Odontocete
Famiglia: Ziphiiidae
Genere: Ziphius
Specie: Ziphius cavirostris
Dimensioni: circa 6 m. di lunghezza e 3 t. di peso.
Corporatura: siluriforme e piuttosto tozza.
Capo: piccolo, lateralmente compresso, con piccolo melone e rostro corto; rima boccale corta, sigmoide.
Pinna dorsale: piccola, arretrata e falcata.
Pinne pettorali: corte e sottili, vicino al corpo vengono tenute in una apposita depressione.
Coda: grande, priva di seno interlombare.
Colorazione: grigia ardesia nel maschio, dal grigio al bruno nelle femmine, nero bluastro nel piccolo. Presenza di macchie e graffiature chiare.
Forma di protezione: totale nei mari italiani (D.P.R. 357 del 8/9/1997). Lo Zifio non è considerato in pericolo di estinzione a livello mondiale (CITES, App. 2), anche se si conosce molto poco sulla sua consistenza numerica.
Zifio (Ziphius cavirostris)
► Classificazione del rischio di estinzione:
Ordine: Cetacea
Sott’ordine: Odontocete
Famiglia: Delphinidae
Genere: Stenella
Specie: Stenella coeruleoalba
Dimensioni: circa 2 m. di lunghezza e 100 kg di peso.
Corporatura: slanciata ed elegante.
Capo: melone visibile, rostro lungo e sottile.
Pinna dorsale: di medie dimensioni e leggermente falcata.
Pinne pettorali: piccole e leggermente incurvate.
Colorazione: grigio scuro sul dorso, grigio chiaro sui fianchi, bianca sul ventre. Fiamma chiara vicino la dorsale. Tre striature scure che partono dall’occhio.
Forma di protezione: totale nei mari italiani (D.P.R. 357 del 8/9/1997). Anche se la frequenza di cattura è elevata nei mari europei, non è considerata in pericolo di estinzione a livello mondiale (CITES, App. 2). Non sempre le catture vengono segnalate perché dalle Stenelle si ricava il “musciame”, che viene poi venduto clandestinamente.
Stenella (Stenella coeruleoalba)
► Classificazione del rischio di estinzione:
Ordine: Cetacea
Sott’ordine: Odontocete
Famiglia: Delphinidae
Genere: Delphinus
Specie: Delphinus delphis
Dimensioni: circa 2 m. di lunghezza e 100 kg di peso.
Corporatura: estremamente slanciata.
Capo: melone modesto ma distintamente separato dal rostro, che è lungo e sottile.
Pinna dorsale: relativamente alta e falcata, in posizione mediana.
Pinne pettorali: piccole, sottili e leggermente incurvata.
Colorazione: generalmente grigia scura sul dorso, biancastra sul ventre, area a forma di clessidra color senape sui fianchi, linea scura che congiunge la pettorale alla mandibola.
Forma di protezione: totale nei mari italiani (D.P.R. 357 del 8/9/1997). Al di fuori del Mediterraneo il Delfino comune non presenta particolare rischio di estinzione (CITES, App. 2). Le popolazioni dei mari europei invece sono a rischio, anche se le cause del declino sono sconosciute.
Delfino comune (Delphinus delphis)
► Classificazione del rischio di estinzione:
Ordine: Cetacea
Sott’ordine: Odontocete
Famiglia: Delphinidae
Genere: Tursiops
Specie: Tursiops truncatus
Dimensioni: circa 3 m. di lunghezza e 300 kg di peso.
Corporatura: piuttosto tozza e possente.
Capo: melone ben sviluppato, rostro corto e tozzo.
Pinna dorsale: alta e falcata.
Pinne pettorali: corte e sottili.
Colorazione: generalmente grigia uniforme sul dorso e biancastra sul ventre, ma esistono numerose varianti.
Forma di protezione: totale nei mari italiani (D.P.R. 357 del 8/9/1997). La densità del Tursiope nel mondo è ancora alta (CITES, App. 2) malgrado venga cacciato o catturato in numerosi stati: Nell’area geografica europea è in forte diminuzione.
Tursiope (Tursiops truncatus)
► Classificazione del rischio di estinzione: