L'Ammiraglio di Squadra Mario Falangola nato a Roma il 9 agosto 1880, entra in Accademia nel 1899. Nominato guardiamarina dello Stato Maggiore nel 1902, compie il suo primo periodo di imbarco sulla Corazzata Sardegna, a cui seguirà quello sulla gemella Calabria. Il 1 settembre 1906 viene promosso Sottotenente e nel 1911 Tenente di Vascello partecipando con l’incrociatore Garibaldi alla guerra italo-turca. Con questo grado contrae matrimonio con la Sig. Borg Wanda Caterina, da cui si separerà nel 1928. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale non lo coglie impreparato durante il suo imbarco sul sommergibile Salpa, e successivamente assumerà il comando dell’Orop. Durante l’intero arco del conflitto, si distingue in numerosi azioni di guerra, come testimoniato dalle diverse medaglie al valore a lui conferite, ma anche in studi tecnici per miglioramenti sugli apparati dei sommergibili. Per meriti di guerra viene anche promosso Capitano di Corvetta dal 1 aprile 1918. Sempre per meriti di guerra transita nel grado di Capitano di Fregata dal 16 settembre 1918, essendo al comando dei sommergibili F.7 prima e Marcello poi. All’indomani delle sue epiche gesta durante la Grande Guerra è impiegato come comandante di Regie Navi utilizzate per il trasporto costiero di gasolio e acqua come la Bronte e la Brennero. Nel 1924 è Capo Ufficio nella Base Navale di Pola e poi Addetto al Commissariato dell’Oltregiuba somalo. Dalla Somalia, dal 1925 interamente italiana, ritorna a metà di quell’anno. Il 1 maggio 1925, nominato Capitano di Vascello comanda alcune Unità navali, nell’ordine si susseguono Tigre, Leone, Volta, Mirabello e Giulio Cesare. L’imbarco è intervallato solamente da una destinazione a terra come Capo di Stato Maggiore del Comando Marina Militare di Sicilia e comandante del Difesa Marittima di Messina. Nominato Contrammiraglio dal 16 agosto 1932 assume il comando Marina in Sicilia sino al settembre 1933, passando in seguito al comando del Regio Arsenale di La Spezia. Ammiraglio di divisione dal 1 dicembre 1935, dirige l’Ispettore per la costruzione, l’allestimento e il collaudo di nuove navi fino al 1939, quando con il grado di ammiraglio di Squadra passa al Comando del Corpo delle Capitanerie di porto, in ottemperanza a quanto prescritto dal decreto del 11 novembre 1938, che prevedeva, tra le tante norme, un Ammiraglio di Squadra della Marina Militare al vertice delle Capitanerie di porto. Regge il Corpo sino al luglio del 1939, quando diviene Comandante in Capo della Squadra Sommergibili. Ritornerà al Comando delle Capitanerie dal gennaio 1942 al 8 settembre 1943, data dell’armistizio con gli alleati. Collocato in ausiliaria per età, viene posto in congedo assoluto nel 1945.
Gli sono state concesse le seguenti decorazioni/onorificenze:
Muore a Roma il 14 luglio 1967.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 03/01/1939 al 09/07/1939
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Armando Gaeta nasce il giorno 11 febbraio 1879 a Castellamare di Stabia. Superato il concorso per Applicato di Portto di 2^ classe il 1 aprile 1899, presta servizio nella Capitaneria della propria città. Qui vi rimane per due anni, prima di essere trasferito prima a Brindisi poi a Palermo. Appena ottenuto il passaggio per concorso ad Ufficiale di Porto di 3^ classe, comanda l’Ufficio di Porto di Termini Imerese, dalla fine del 1903 a tutto il 1904. Ritorna nella Capitaneria di Castellamare in quell’anno, dove sposa la Signorina Emma Sinigagliere il 27 giugno 1909. Nel 1913, con il grado di Ufficiale di Porto di 1^ classe viene trasferito nella vicina Capitaneria di Pizzo Calabro. Durante gli anni della Grande Guerra viene militarizzato con il grado di Capitano, e successivamente transita nei quadri della Regia Marina con quello di Tenente Colonnello. Lasciata Pizzo Calabro, ritorna per poco tempo a Castellamare per poi essere destinato ad Antivari (odierna Bar), tra il 1919 e il 1920, prima degli accordi di Tirana. Rientrato in Italia gli vengono affidati diversi incarichi di prestigio nelle diverse regioni italiane, dapprima nella sua città natale, Castellamare di Stabia, dal 1920 al 1923, come Comandante della locale Capitaneria, poi come Direttore Marittimo della Sardegna dal 1923 al 1928 ed infine Direttore Marittimo del Veneto dal 1928 al 1932. Il Maggiore Generale Gaeta, da quest’anno sino al 1936, è impiegato come Regio Commissario dei Magazzini Generali di Trieste, l’ente gestore dello scalo marittimo giuliano. Al suo rientro nella Capitale lo attende la nomina a Tenente Generale di Porto Ispettore del Corpo delle Capitanerie, dal 1 gennaio 1937 al 2 gennaio 1939, in virtù del decreto del 11 novembre del 1938, che stabiliva nuove attribuzioni ed ordinamento al Comando Generale (il quale doveva essere retto da un Ammiraglio di Squadra facente parte della Regia Marina), del personale militare e civile delle Capitanerie di porto, nonché l'organizzazione interna delle stesse. Dal 2 gennaio 1939 il Tenente Generale Ispettore Gaeta è impiegato come Comandante in II del Corpo nonché come reggente dello stesso durante le assenze dei Comandanti Generali a lui successivi. Collocato in ausiliaria dal 12 febbraio 1944, viene posto in congedo assoluto dal 1 maggio 1954.
È stato insignito delle seguenti decorazioni/onorificenze:
Deceduto a Roma il 14 dicembre 1963.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1937 al 02/01/1939
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Francesco Pasciuto nasce a Gaeta nel 1876, e dopo aver concluso gli studi liceali, supera il concorso per Applicato di Porto di 2^classe il 16 aprile 1897. Agli albori del XX secolo è nominato applicato di 1^classe, e si trasferisce da Napoli, a Porto Empedocle e a Reggio Calabria. Ufficiale di 3^classe nel 1904, dopo aver affrontato con successo il concorso, ha la sua prima esperienza di Comando presso l’Ufficio di Porto di Termini Imerese. Al termine di questa, è trasferito nella Capitaneria di Genova, dove rimane per quattro anni sino al 1907, anno in cui comincia la sua attività al centro dell’Amministrazione delle Capitanerie di Porto. Per dieci anni (dal 1907 al 1917) l’Ufficiale di 2^classe Pasciuto presta servizio all’Ispettorato. Successivamente lavora anche direttamente a contatto con la politica, sedendo nel Gabinetto del Ministro della Marina, Del Bono, per due anni sino al 1920. Durante gli anni della Grande Guerra, viene militarizzato con il grado di Capitano. Al transito delle Capitanerie nei quadri della Regia Marina, assume la denominazione di Tenente Colonnello. Dirige la quinta sezione della Direzione Generale della Marina Mercantile dal marzo di quell’anno all’aprile 1924. A questa prolungata esperienza a livello ministeriale, s’aggiunge anche quella in periferia. Infatti ad un breve comando presso la Capitaneria di Bari nel 1924, segue un biennio a capo della Direzione Marittima della Campania. Regge contemporaneamente il Commissariato del Porto di Napoli. Già Colonnello di Porto, Pasciuto dal 15 febbraio 1928 al 29 gennaio 1931 comanda la Direzione Marittima di Genova. Ritorna a Roma in quell’anno e con il grado di Maggiore Generale di Porto dirige l’Ispettorato del Lavoro Marittimo e Portuale, divisione della Direzione Generale della Marina Mercantile, per cinque anni, dal 1931 al 1936. Alla nomina a Tenente Generale, conseguita il 1 luglio 1936, assume il Comando dell’Ispettorato delle Capitanerie di porto, incarico mantenuto sino al dicembre di quell’anno. Posto a disposizione dal 1 gennaio 1937, per limiti d’età, è richiamato in servizio, durante la Seconda Guerra Mondiale, al Comando della Capitaneria di porto di Spalato dal 29 giugno 1941 al 30 aprile 1942. Sino al 1944 opera come Presidente del Commissariato Autonomo del Porto di Genova. Congedato dal richiamo, viene posto in congedo assoluto dal 1 gennaio 1949.
Onorificenze e Decorazioni
Muore a Roma il 30 dicembre 1971.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/07/1936 al 31/12/1936
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Carlo Vergara Caffarelli Di Craco, appartenente alla nobile famiglia dei Duchi di Craco, Marchesi di Savochetta e Marchesi di Comignano, nasce a Portici, nei pressi di Napoli, il 12 Febbraio 1877. Sin da piccolo dimostra grande interesse per il mare, entrando in Accademia Navale con il grado di Guardiamarina del Corpo dello Stato Maggiore. Presta servizio su numerose unità della Regia Marina, tra queste la Vittorio Emanuele, la Vespucci, la Trinacria, il Terribile e il Dandolo, sino al settembre 1905, quando con il grado di Tenente di Vascello transita nel Corpo delle Capitanerie come Ufficiale di Porto di 3^ classe. Le sue prime esperienze saranno all’interno delle strutture di Castellamare di Stabia e Napoli. Lascia la regione campana per trasferirsi prima a Civitavecchia dove contrae matrimonio con la signorina Ada Ronchey, nel 1906 e poi a Rodi, nelle locali Capitanerie di Porto. Questi erano i primi anni di governo italiano sulle isole del Dodecanneso, conquistate, insieme alla Libia, durante la guerra italo turca del 1911 - 12. Rientrerà in Italia allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando militarizzato con il grado di Capitano, assume il comando del Circondario Marittimo di Pozzuoli mantenuto sino al 1918, anno in cui si trasferisce per servizio nella Capitaneria istriana di Pola. Trascorre circa dieci anni a Roma al Ministero della Marina, in seguito delle Comunicazioni, a capo della Direzione Generale Marina Mercantile, e al Ministero delle Colonie, Ufficio della Marina Mercantile. Con il grado di Colonnello di Porto nel 1928 torna nella sua regione come Direttore Marittimo di Napoli. Due anni più tardi, ottiene il trasferimento per il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto di cui diventerà Tenente Generale Ispettore nel 1936, seppur per pochi mesi, perché colpito da limiti di età e collocato in ausiliaria. Per esigenze straordinarie durante la Seconda Guerra Mondiale, viene richiamato per dirigere gli uffici del Comando del Corpo delle Capitanerie di porto a Roma dal maggio 1943 al giugno 1944, ma dopo l'8 settembre 1943 non aderì alla Repubblica Sociale Italiana, rimanendo a Roma per otto mesi in un rifugio sicuro. Posto in riserva al termine del 1944.
E’ stato insignito delle seguenti decorazioni e onorificenze:
Scompare a Roma il 7 marzo 1966.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1936 al 30/06/1936
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenenete Generale di Porto Francesco Marena nasce a Bari nel 1868. Dopo aver trascorso i suoi primi anni di servizio come fuciliere telegrafista nei quadri della Regia Marina, transita nel Corpo delle Capitanerie il 12 marzo 1899 con il grado di Applicato di Porto di 2^classe. Presta servizio nella sua città natale, dove sposerà la signorina Amina Vanalesti. Dopo solo cinque anni nel grado, nel 1904, supera l’esame per diventare Ufficiale di Porto di 3^classe, trasferendosi dalla Capitaneria di Bari, che aveva a capo il futuro primo Comandante Generale del Corpo Francesco Mazzinghi, all’Ufficio di Porto di Barletta, come titolare. Dal 1908 ritorna a Bari sino al 1915, anno in cui si trasferisce nel vicino ufficio di Porto di Molfetta, come Comandante, per tutta la durata della Prima Guerra Mondiale. Nel porto pugliese si segnala per la fattiva collaborazione fornita alle varie autorità militari operanti sul territorio, essendo zona battuta da pesanti bombardamenti nemici. Per la temporanea militarizzazione del Corpo assume il grado di Capitano e successivamente, con il riconoscimento delle Capitanerie nei quadri della Regia Marina, quello di Tenente Colonnello. Poco dopo il termine della Grande Guerra lascia la regione natia per giungere in Liguria, dove ricopre l’incarico di Comandante del Porto di Genova e Direttore Marittimo della regione, ininterrottamente per nove anni dal 1919 al 1928, con il grado di Maggiore Generale di Porto. Giunto, in quell’anno, nella capitale italiana all’Ispettorato Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, attende poco più di un anno per assumere il comando del Corpo con il grado di Tenente Generale. Durante la sua reggenza, durata un quinquennio, le Capitanerie di Porto rispondono prontamente alla chiamata del conflitto italo-etiopico, concretizzando le spedizioni, mantenendo un constante afflusso di quanto richiesto dalla condotta delle azioni militari e controllando le navi addette al trasporto di uomini e mezzi per il fronte. Raggiunti i limiti di età, viene collocato a disposizione il 1 gennaio 1936.
Decorazioni:
Muore a Genova il 15 ottobre 1945.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 09/09/1930 al 31/12/1935
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Gnenerale di Porto Pirro Alferi Osorio è nato a Torino da nobile famiglia. Il giovane Pirro Alferi Osorio entra nel Corpo delle Capitanerie tramite concorso per Applicato di Porto di 2^ classe, il 12 febbraio 1883. Nei primi anni della sua carriera svolge servizio in Sicilia nella sede di Porto Empedocle. Dal 1885, invece ritorna sulla penisola nella capitaneria di Porto di Civitavecchia da dove si trasferirà con il grado di Ufficiale di 3^ classe a Genova. Intervallati da due anni presso la sede di Napoli, l’esperienza genovese porta al giovane Pirro utili insegnamenti e tanta esperienza nell’amministrazione marittima. Dal 1895 al 1902 è a capo dell’ufficio di Porto di Pozzuoli con il grado di Ufficiale di 2^ classe. Nello scalo campano sarà l’artefice di una valente opera di salvataggio nei confronti di numerosi equipaggi che naufragarono il giorno 9 dicembre 1897, sforzo che gli vale la nomina a Cavaliere nell’ordine della Corona d’Italia. Da quel 1902 l’Ufficiale di 1^classe Pirro Alferi Osorio si trasferirà nella capitaneria di Porto di Livorno dove nel 1904 si distingue per il suo zelo ed impegno nella direzione della stessa durante l’assenza del titolare. Nel 1909 viene promosso a Capitano di Porto. Si trasferisce poi a Venezia durante i difficili anni della Prima Guerra Mondiale. Militarizzato con il grado di Maggiore, eccelle nel Comando di questo territorio sottoposto a pesanti attacchi nemici ed a ridosso della linea del fronte di guerra per la liberazione delle terre giuliane. La Croce al merito di guerra appuntata sul suo petto è la testimonianza di questa sua attitudine al Comando. Al termine della Prima Guerra Mondiale, per effetto del transito del Corpo nei quadri della Regia Marina, è promosso al grado di Colonnello.
Dopo la permanenza veneta, torna a Livorno come Comandante del Porto e Direttore Marittimo della Toscana dal 1918 con il grado di Generale. Arriva nella sede dell’Ispettorato Centrale delle Capitanerie di Porto nel 1925. Viene nominato Tenente Generale di Porto dal 21 dicembre 1927, assumendo la nomina di Ispettore del Corpo delle Capitanerie di Porto solamente nel 1928. Colpito dai limiti di età viene posto in ausiliaria l’8 settembre 1930.
Richiamato in servizio dal 8 settembre 1930 al 30 settembre 1931, viene posto in congedo assoluto nel 1940.
E’ stato insignito delle seguenti onorificenze:
Si spegne a Livorno il 19 aprile 1941.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 21/12/1927 al 08/09/1930
da www.guardiacostiera.it/
Il Tenente Generale di Porto Giulio Ingianni nato a Marsala il 18 dicembre 1876, diplomato presso l‘Istituto Tecnico Nautico di Trapani, Giulio Ingianni viene iscritto nella terza categoria della leva obbligatoria di Porto Empedocle. Entra nell’amministrazione delle Capitanerie di Porto tramite concorso nel gennaio del 1896, con la qualifica di Applicato di Porto di 2^classe, destinato presso la Capitaneria di Porto di Porto Empedocle. Dopo la promozione ad Applicato di Porto di 1^classe, conseguita nel 1898, viene trasferito nella sede di Palermo e l’anno dopo contrae matrimonio con la signorina Giulia Fodale, da cui avrà tre figlie. In questa sede permane sino al 1904, anno in cui, passato Ufficiale di Porto di 3^classe, Giulio Ingianni viene trasferito presso l’Ispettorato del Corpo delle Capitanerie di Porto a Roma. Nella capitale trascorre gran parte della sua carriera, con l’eccezione dei periodi successivi all’entrata in guerra dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, consumati con il grado di Capitano di Porto al seguito di Francesco Mazzinghi, primo Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, negli scenari di conflitto del versante adriatico della penisola. Al termine della Grande Guerra partecipa a Parigi alla “Commissione delle Riparazioni di Guerra”, in cui si adopera attivamente affinché il patrimonio navale della Venezia Giulia, in particolare triestino, non sia diviso tra le potenze vincitrici del conflitto, scoraggiando, nella fattispecie, le mire inglesi sulla flotta navale ex-austriaca e quelle jugoslave. Rientra in Italia nel 1921, venendo nominato Colonnello di Porto a scelta per meriti eccezionali. Successivamente ricopre gli incarichi di Commissario Straordinario del Consorzio Autonomo del Porto di Genova e Reggente della Direzione Generale della Marina Mercantile. E’ nominato Generale Capo, Ispettore del Corpo delle Capitanerie di Porto il 19 aprile del 1925, incarico mantenuto sino al 1927, detenendo tuttavia, anche quello di Direttore Generale della Marina Mercantile, che coprirà sino al giugno/luglio 1944. Fa parte della delegazione italiana, come esperto navale, alla conferenza di Londra per la riduzione degli armamenti nell’inverno del 1930. Cessa dal servizio nel 1939, entrando a far parte del Senato del Regno di Italia con Regio Decreto del 12 ottobre 1939 ma subito richiamato in servizio durante la Seconda Guerra Mondiale fino al 1944. Nel secondo dopoguerra, ormai ritirato dalla vita pubblica, viene investito del titolo di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana nel 1953, in tal maniera vengono riconosciuti a Giulio Ingianni l’impegno e la dedizione che per una vita ha dedicato alla marineria Italiana e al Corpo delle Capitanerie di Porto.
Medaglie, decorazioni e riconoscenze:
Muore a Roma il 10 luglio 1958.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto 19/04/1925 al 21/12/1927
da www.guardiacostiera.it/
Il Generale di Porto Ispettore Federico Mandillo è nato a Torino il 22 febbraio 1865: Diplomato all’Istituto tecnico sezione Commercio e Ragioneria, appena ventenne, entra nelle Capitanerie di Porto tramite concorso per Applicato di Porto il 22 febbraio 1885. Destinato presso la Capitaneria di Palermo, dal 1885 al 1896, lì ottiene le varie promozioni ai gradi superiori, Applicato di1^classe nel 1887, ufficiale di Porto di 3^classe nel 1889 per concorso interno, Ufficiale di 2^ classe nel 1890. Successivamente presta servizio a Civitavecchia sino al 1899. A cavallo del secolo, dopo pochi mesi in servizio presso l’Ispettorato delle Capitanerie di Porto a Roma, Federico Mandillo viene trasferito ad Ancona, dove rimarrà sino al 1904. Alle pendici del monte Conero, dimostra tutto il suo valore, guadagnandosi una gratificazione pecuniaria per le azioni svolte a soccorso del piroscafo di nuova costruzione “Regina Elena”, incagliatosi sullo scalo di un cantiere ad Ancona durante il dicembre 1902. Ed è sempre qui che effettua la sua prima esperienza di comando per alcuni mesi, dall’agosto al dicembre 1904. Ritornato all’Ispettorato del Corpo per quattro anni, ricopre poi i ruoli di Comandante della Capitaneria di Siracusa, e di Comandante in II di quella di Napoli, dove viene elogiato per l’organizzazione degli aiuti alla popolazioni colpite da un epidemia colerica. Già Capitano di Porto, rientra a Roma solo per alcuni mesi, a Capo del 2° Reparto del Comando Generale del Corpo. Il 10 ottobre del 1911 sarà imbarcato per Tripoli, in qualità di primo Comandante della futura Capitaneria di Porto libica. Il lavoro da lui svolto sui territori della quarta sponda, sono i primi esempi di ausilio del Corpo in operazioni tipicamente militari, e gli valgono la nomina a Cavaliere nell’Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro. Il Corpo durante gli anni del conflitto italo-turco si occupa dell’organizzazione dell'imbarco di uomini e di materiali nonché degli sbarchi sulla costa africana. Al successo delle operazioni, dovuto altresì all'efficiente funzionamento dei servizi portuali, seguì l'organizzazione dei porti nei territori occupati, in modo da assicurare il costante collegamento dell'Italia con le sponde africane. Nel 1913 rientra dall’Africa, diretto al comando del Reparto Tecnico dell’Ispettorato del Corpo delle Capitanerie, incarico mantenuto sino al 1914. Militarizzato con il grado di Tenente Colonnello, durante tutto il primo conflitto mondiale comanda il porto di Ancona, quello stesso porto dal quale partivano le gloriose azioni dei MAS del Capitano di Corvetta Luigi Rizzo. Per l’eccelsa opera d’amministrazione del porto, si guadagna una Croce al merito di Guerra. Transita nei quadri della Regia Marina con il grado di Colonnello. Dopo la Grande Guerra dirige la Direzione Marittima della Campania sino al 1920. Promosso prima Brigadiere Generale di Porto e poi Maggiore Generale di Porto in soprannumero, dal 15 marzo 1923 è a Roma, all’Ispettorato Generale, prima come Capo Divisione e poi come Sottocapo Ispettore del Corpo rispettivamente. Ne assume il Comando solo dal gennaio all’aprile 1925, prima di essere posto in ausiliaria per raggiunti limiti di età.
È stato insignito delle seguenti onorificenze/decorazioni:
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1925 al 18/04/1925
da www.guardiacostiera.it/
Il Generale Capo di Porto Ernesto Policastro, nasce in un piccolo centro della Lucania, Trivigno, l’11 gennaio 1862. Spinto dal suo amore per il mare, entra nel Corpo delle Capitanerie di Porto il 1 febbraio 1883, dopo aver superato il concorso. Nell’arco dei suoi primi anni lavorativi presta servizio a Castellamare di Stabia, La Maddalena, Catania e Castellamare del Golfo, nelle cui sedi ricopre incarichi minori. Nel 1887, con il grado di Applicato di Porto di 1^ classe viene trasferito all’Ufficio Marittimo di Sciacca, dove rimane per tredici lunghi anni. All’inizio del nuovo secolo da Ufficiale di Porto di 1^ ritorna nella penisola a Napoli. Dalla città partenopea andrà via solamente otto anni più tardi per la sua prima esperienza di comando a Pizzo Calabro prima e Messina poi, per il complessivo periodo tra il 1908 e il 1914.
Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale viene mandato nell’isola italiana di Rodi al comando della locale Capitaneria, con il grado di Tenente Colonnello, per gli effetti della temporanea militarizzazione del Corpo avvenuta a seguito del primo conflitto mondiale. Dopo un anno, rientra in Italia, prendendo il Comando della Direzione Marittima di Livorno dal 1915 al 1918, e successivamente di Palermo per tutto il 1918. Infine presiede il Governo Marittimo di Trieste, ente asburgico con parziali omologhi compiti delle Capitanerie di Porto, dal 12 novembre 1918. Assume la denominazione di Maggiore Generale allorquando il Corpo transiterà definitivamente nei quadri della Regia Marina nel 1919 (Regio Decreto n. 2142 del 2 novembre 1919). Rimane nella città giuliana sino al 1920, anno in cui viene nominato Ispettore del Corpo delle Capitanerie, con il grado di Generale di Porto. Incarico questo che manterrà sino al 1925, quando per raggiunti limiti di età cesserà dal servizio attivo. Nominato Tenente Generale Ispettore in ausiliaria, è richiamato in servizio dal 1 giugno 1927 al 1 marzo 1929.
È stato insignito delle seguenti decorazioni ed onorificenze:
Muore a Roma il 11 gennaio 1933.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/05/1919 al 31/12/1924
da www.guardiacostiera.it/
Il Generale di Porto Ispettore Francesco Mazzinghi, nato a Livorno il 18 dicembre 1852, compie l’anno di volontariato nel 1871-72 alle dipendenze del 27° distretto del Regio Esercito, nella sede genovese del Segretariato Generale dell’Ufficio Operazioni Militari, con il grado di caporale. Entra, nel 1874, a far parte del Corpo delle Capitanerie di Porto, fondato da poco con il R.D. n. 2438 del 1865, tramite concorso pubblico, con il grado di Applicato di Porto di 2^classe. Viene destinato nelle sedi di Livorno e Genova. Qui incontra la sua futura moglie, Maria Caterina Bersani, sposata nel 1876, Da quest’ultima sede viene trasferito a Meta di Sorrento, dove farà la sua prima esperienza di comando, con il grado appena conseguito di Ufficiale di Porto di 3^classe. Ritorna a Livorno il 1 gennaio 1882. Lascerà di nuovo la sua città solo nel 1891, dopo esser stato promosso ad Ufficiale di Porto di 1^classe, chiamato a Genova e poi a La Spezia. Dal 1899 viene impiegato presso la Divisione Porti e Spiagge del Ministero della Marina Mercantile a Roma. Viene destinato successivamente a Bari nel 1905 con il grado di Capitano di porto di 2^ classe. Con la promozione a scelta al grado di Capitano di porto di 1^Classe rientra nella sede di Livorno. Nel 1910 prende il Comando del Corpo delle Capitanerie di porto, con il grado di Generale di Porto Ispettore, divenendo il primo Comandante Generale del Corpo, che proprio in quell’anno con il R.D. n 857 vedeva sancita la nascita dell’Ispettorato Generale, con sede a Roma. Francesco Mazzinghi traghetta il Corpo durante i difficili anni a cavallo della Prima Guerra Mondiale, anni in cui le Capitanerie partecipano con i loro uomini e mezzi allo sbarco in Africa nel conflitto Italo-Turco del 1911 e successivamente si ritrovano a fronteggiare la Grande Guerra Mondiale, aiutando la Marina Militare nella mobilitazione del personale militare, nella difesa delle coste e nella requisizione di naviglio mercantile per fini bellici. Mazzinghi era al comando del Corpo durante l’opera di salvataggio dell’esercito serbo, bell’esempio di solerzia e dedizione alla nobile causa della salvaguardia della vita umana in mare. Nel 1919 viene riconosciuta la militarizzazione del Corpo, contemporaneamente quasi all’uscita di scena di Francesco Mazzinghi, colpito dai limiti di età. Nel periodo dell’occupazione militare della Venezia Giulia sarà richiamato a presiedere il Governo Marittimo di Trieste, istituzione cui era devoluto il governo di tutte le faccende marittime del litorale austriaco, poi scomparsa per l’assorbimento di questa nelle subentranti istituzioni italiane.
Medaglie, decorazioni e riconoscenze
Muore a Roma il 12 Gennaio 1938.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 1910 al 30/04/1919
da www.guardiacostiera.it/