Il Tenente Generale di Porto Mario Battaglieri è nato nella provincia torinese il 27 ottobre 1905, Mario Battaglieri dimostra da subito il suo attaccamento al mare, diplomandosi al’Istituto Nautico di Genova. Entra in Accademia Navale quale Sottotenente di Porto nel 1933. Dal febbraio dell’anno successivo viene impiegato nella Capitaneria di La Spezia e in quella di Genova alla sezione Tecnica. Promosso capitano di porto nel 1937 dirige la seconda sezione della Capitaneria di Porto di Tripoli, da dove presta un' efficace opera durante il famoso sbarco dei “Ventimila” (esodo in massa verso le coste Libiche da parte di coloni italiani) e collabora fattivamente alla riorganizzazione del porto locale. Data la sua attitudine alla comunicazione e alla didattica, dal 1940 al 1942 è insegnante di Servizi Portuali e Marittimi presso l’Accademia Navale di Livorno. In quell’anno abbandona l’ambito didattico per quello operativo, impiegato come Comandante del porto di Tunisi durante la ritirata italiana dall’Africa. Nel porto africano dà prova sul campo delle sue qualità, guadagnandosi una croce al merito di guerra, ottenendo “il massimo rendimento nello scarico dei piroscafi e nei servizi del porto”, assicurando così rifornimenti e forniture per il fronte. Al termine della prigionia – viene fatto prigioniero dagli alleati nel maggio del 1943 - ormai finita la Seconda Guerra Mondiale, viene destinato alla Capitaneria di Porto di La Spezia. Dal settembre 1950, ormai promosso Tenente Colonnello di Porto viene trasferito a Genova a capo dell’ufficio servizi Portuali. Dal 1955 al 1958 è il Comandante in II della Capitaneria di Trieste. Dopo un breve periodo all’Ispettorato delle Capitanerie di porto, ritorna in periferia per dirigere prima la Direzione Marittima del Lazio, a Civitavecchia e poi quella del Friuli a Trieste (rispettivamente dal 1960 al 1962 e dal 1962 al 1966). Nel capoluogo giuliano ricopre, tra l’altro, anche il delicato incarico di Commissario Straordinario dell’Azienda Portuale dei Magazzini Generali di Trieste. Dal 12 Febbraio 1967 dirige l’Ispettorato Generale del Corpo delle Capitanerie di porto sino al 27 Ottobre 1970.
È stato insignito delle seguenti decorazioni/onorificenze
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 12/02/1967 al 27/10/1970
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Il Tenente Generale di Porto Domenico MODICA nasce a Trapani il 12 Febbraio 1902. Dopo aver concluso gli studi in giurisprudenza nel 1924, entra per concorso nel Corpo delle Capitanerie di Porto. Al termine del corso presso l’Accademia Navale di Livorno viene destinato a Trapani, dove ricopre tutti gli incarichi possibili, sino al 1932. Con il grado di Capitano di porto viene trasferito prima a Castellammare di Stabia e poi, con l’incarico di Comandante, all’Ufficio circondariale marittimo di Milazzo, sino al 1941. Dopo l’esperienza nella regione natia, il Maggiore di Porto Modica dirige il Regio Ufficio Portuale Fluviale di Ferrara e successivamente la sezione Armamento e Spedizioni della Capitaneria di porto di Trieste. Al termine della guerra, impiegato nella Direzione Marittima di Palermo, con il grado di Tenente Colonnello, riveste diversi incarichi, quale anche quello di Giudice del Tribunale Militare locale e di reggente. Dal 1953 a Roma, a capo della 1^ sezione della divisione generale del Naviglio del Ministero della Marina Mercantile, si segnala per l’impegno e la dedizione profusa, guadagnandosi la stima del Ministro Fernando Tambroni. Promosso Maggiore Generale di Porto dirige prima la Direzione Marittima di Catania e successivamente quella di Venezia, per sei anni dal 1959 al 1965. Dall’Ottobre 1965 al 11 febbraio 1967 ricopre l’incarico di Tenente Generale Ispettore del Corpo delle Capitanerie di porto.
È stato insignito delle seguenti decorazioni ed onorificenze:
Muore a Venezia il 21 Novembre 1992.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 18/10/1965 al 11/02/1967
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Il Tenente Generale di Porto Michele Carnino piemontese di nascita, Michele Carnino vede i natali a Cuneo il 17 ottobre 1900. Giovanissimo entra nella Regia Accademia Navale, frequentando i corsi per gli Ufficiali dello Stato Maggiore nel 1914. Partecipa sia alle operazioni navali della Prima Guerra Mondiale sia a quelle in Africa sino al 1920. Terminato il ciclo di studi e raggiunto il grado di Guardiamarina nel 1920, Carnino effettua numerosi imbarchi su altrettante Navi della Regia Marina, prediligendo però l'arma subacquea, per la quale nel 1928 ottiene l'abilitazione. In quegli anni infatti, comanda prima il sommergibile Narvalo della classe squalo e successivamente il Tazzoli. Trasferito nel 1931 nel Corpo delle Capitanerie di porto, sino al 1934 presta servizio presso la Capitaneria di Genova, mentre successivamente, con il grado di Maggiore, assume l'incarico di Comandante in II del Compartimento Marittimo di Imperia fino al 1938. Raggiunto il grado di Tenente Colonnello viene impiego allo Stato Maggiore Marina, poi al Comando della Capitaneria di porto di Gaeta, e tra il 1942 e il 1943 ricopre l'incarico di Capo Servizio Marina Mercantile nel Comando Superiore delle Forze Subacquee Italiane in Atlantico a Bordeaux (BETASOM). Dopo aver comandato la Capitaneria di porto di Viareggio, diventa Direttore Marittimo della Toscana e Comandante del porto di Livorno. Nei primi anni '50 viene destinato all'Ente Autonomo Porto di Genova, e dal 1951 al 1954, con il grado di Generale di Porto assume la guida della Direzione Marittima di Venezia. Al termine del comando veneto, con il grado di Maggiore Generale ricopre l'incarico di Direttore Marittimo della Liguria e Comandante del Porto di Genova dal 1954 al 1961. Nominato Tenente Generale di Porto dirige il Corpo delle Capitanerie sino al 17 ottobre 1965, giorno in cui, raggiunti i limiti di età, lascia il servizio attivo.
ONORIFICENZE
Scompare il 18 Gennaio 1978 a Livorno.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 03/02/1961 al 17/10/1965
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Il Tenente Generale di Porto Alfonso Federici nasce a Civitavecchia nel 1896. Entrato tramite concorso nel Corpo delle Capitanerie di porto, con il grado di Applicato di porto di 3^ classe nel 1914, viene destinato alla Capitaneria di Pizzo Calabro. In Calabria rimane per poco tempo, subito trasferito prima a Genova e poi a Civitavecchia fino al 1916. Militarizzato in seguito alla Prima Guerra Mondiale con il grado di Tenente e spedito prima nei Circondari di Gallipoli e Barletta durante gli anni del conflitto, con incarichi di comando, si trasferisce a Venezia, da dove è mandato in missione per la reggenza del Compartimento Marittimo di Rimini.
Al termine della grande guerra, promosso Tenente di Porto di 3^ classe viene trasferito a Trieste e di lì inviato in missione, per conto del governo italiano, nell’ isola di Curzola, a capo dell’ufficio di Porto di Vallegrande (Vela Luka), per ritornare poi in Italia nel Compartimento di Civitavecchia.
Nel 1923 viene promosso, in seguito all’ingresso del Corpo nei quadri della Marina Militare, Capitano di Porto. Sarà a capo dell’ufficio circondariale marittimo di Porto S. Stefano dal 1927 al 1930. Nella località toscana è il protagonista principale di un’azione eroica di soccorso a favore di un equipaggio di un bastimento.
Dal 1931, il Maggiore di Porto Federici è a Roma all’Ispettorato Generale dove, nella sua lunga permanenza – rimane nella Capitale sino al 1945 – riveste diversi ruoli. Fa parte prima dell’Ufficio della Marina Mercantile del Ministero delle Colonie e successivamente della commissione per la stesura del nuovo codice della Navigazione e del regolamento di attuazione. Assume, poi, il comando del 1° ufficio dell’Ispettorato. Colonnello di porto dal 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, è il comandante in II della Direzione Marittima del Lazio, con sede a Roma dopo i bombardamenti di Civitavecchia.
Dal 1945 al 1947 è Direttore Marittimo del Lazio, Riveste l’incarico di Direttore Marittimo della Liguria per circa un anno quando, promosso Tenente Generale nel 1955, assume la direzione del Corpo delle Capitanerie di porto.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1955 al 02/02/1961
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Il Tenente Generale di Porto Francesco Serra Maninchedda nasce in Sardegna il 5 marzo 1892 a Porto Torres in provincia di Sassari. Dopo aver completato gli studi liceali entra nel 1911 nell’amministrazione delle Capitanerie di porto con il grado di Applicato di porto di 2^classe. La sua prima destinazione sarà Genova. Già in questa sede dà prova di coraggio ed ardimento – tratti costanti del suo carattere – riuscendo a trarre in salvo un barcaiolo in pericolo di vita. Attende nella sede ligure sino al 1914 per esser poi trasferito a Taranto. Trascorre gli anni della Prima Guerra Mondiale in Libia quando, militarizzato con il grado di Tenente, ha la reggenza della Capitaneria di Bengasi. Anche nella città libica si segnala per il suo spirito di sacrificio. Infatti, durante una tempesta, recupera ventidue naufraghi del piroscafo “Alba M.” meritandosi una Medaglia di Argento al Valor di Marina. Merita un’altra decorazione, questa volta di Bronzo, per aver salvato un passeggero caduto in mare da un piroscafo. Promosso Capitano dal 1920, rientra in Italia nel 1921 dopo un breve periodo a Tripoli, dove si segnala per la personale opera di soccorso nei confronti di un bagnante e di due improvvisati soccorritori. Problemi fisici, dovuti a causa di servizio, lo mantengono fuori dalle attività per ben due anni. Tornato nel 1923 a Genova, rientra in quella che sarà la sua sede fino alla Seconda Guerra Mondiale: l’Africa. Dopo un breve periodo nel 1924 a Tripoli, trascorre quasi due anni al comando degli Uffici Circondariali di Misurata e della Sirte. Rientra alla Capitaneria di Tripoli con l’incarico di Comandante in II e Vice Direttore Marittimo, con il grado di Maggiore di Porto. Anche nella sede di Tripoli Serra Maninchedda darà prova di coraggio e ardimento nelle operazioni di soccorso, guadagnandosi la stima dei collaboratori e quella dei superiori. Dal 1929 al 1941 l’ormai Colonnello Maninchedda alterna periodi a Genova a lunghi anni di comando nell’Africa Orientale, nelle sedi di Massaua e nella Direzione Marittima di Mogadiscio. Nella capitale somala viene catturato e fatto prigioniero dagli Inglesi, che lo trattengono fino al 1944. Viene riammesso al servizio solo nel 1945, e impiegato al comando della Direzione Marittima di Ancona prima e Venezia poi. Nominato Tenente Generale, dal 1951 siede al vertice dell’Ispettorato Generale del Corpo sino al 31 dicembre 1954, giorno del congedo. Muore a Roma il 14 Aprile 1959.
È stato insignito delle seguenti onorificienze:
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/02/1951 al 31/12/1954
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Il Tenente Generale di Porto Alberto Pace nasce a Vasto il 1 luglio 1889. Entra a far parte del Corpo delle Capitanerie di porto tramite concorso nel 1908 e, dopo aver frequentato il corso presso l’Accademia Navale, viene impiegato a Salerno prima e Genova poi. Nel capoluogo ligure rimane sino al 1913, anno in cui, promosso Ufficiale di Porto di 3^classe, viene impiegato presso la Capitaneria di Porto di Venezia dove vi rimane sino al 1919. Militarizzato durante il conflitto con il grado di Capitano, nel 1920 si trasferisce nella Capitaneria di Porto di Rimini. Dopo una parentesi all’Ispettorato Generale dal 1923 al 1925, trascorre quattro anni, dal 1925 al 1929, al Comando di Zara con il grado di Tenente Colonnello di Porto. Dal 1932 al 1936 guida la Capitaneria di porto di Bengasi. Dopo un breve periodo in Italia, presso il Consorzio Autonomo del Porto di Genova, va alla Direzione Marittima di Napoli, dove riveste l’incarico di Comandante in II, distinguendosi nelle operazioni di soccorso ad una nave incendiata in porto. Nel 1938, ormai Colonnello di Porto, comanda il Porto di Massaua, e successivamente, nel 1941, farà parte della Commissione d’Armistizio Italo-Francese a Gibuti del giugno 1940. Proprio a Gibuti viene fatto prigioniero dall’avanzata inglese in Africa Orientale nel dicembre 1942. Trascorre nei campi di prigionia alleati quasi tre anni, rientrando in Italia solo a guerra conclusa, nel maggio 1945. Viene impiegato al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, fino al 1948 quando, promosso Tenente Generale di Porto, assume l’incarico di Ispettore Generale del Corpo. Al vertice rimane solo per due anni, per essere poi trasferito alla presidenza dell’Ente Autonomo Porto di Napoli. Cessa dal servizio nel 1952.
È stato insignito delle seguenti onorificenze:
Muore a Roma il 19 Novembre 1959.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 01/01/1948 al 31/01/1951
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Il Tenente Generale di Porto Antonio Bisconti è stato il primo Ispettore Generale del Corpo delle Capitanerie di porto del secondo dopoguerra: Ebbe i natali a Santa Maria Capua Vetere, il 22 marzo 1885. Diplomato presso il locale Istituto Tecnico, sezione commercio e ragioneria, entrò nel Corpo con il grado di Applicato di Porto di 2^classe nell’ottobre del 1904, dopo aver superato brillantemente il concorso. La sua prima esperienza lavorativa fu a Chioggia, dove rimase sino al 1906, anno del suo primo comando al Lido di Venezia. Nel 1908 durante il maremoto a Messina, fu in servizio presso la Capitaneria di porto dello Stretto, dove, per il soccorso prestato alla popolazione, ottenne una menzione onorevole. Al passaggio di grado ad Ufficiale di Porto di 3^classe, venne trasferito a Napoli, dove si trattenne sino al 1914, anno in cui, subito dopo la militarizzazione, con il grado di Capitano, prestò servizio a Trapani. Nel 1917, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, fu mandato al fronte, al comando della Capitaneria di porto di Grado, città austroungarica conquistata dall’esercito italiano nel 1915, persa con la rotta di Caporetto e definitivamente annessa all’Italia nel 1918. A seguito della rotta di Caporetto, fu integrato nei quadri del Reggimento Marina e per tutto il 1918 operò per la liberazione delle terre orientali sul fronte lagunare del basso Piave. Alla fine della guerra trascorse un periodo a Trieste, addetto al Governo Marittimo ex-austriaco (al capo del quale era stato designato il Generale Mazzinghi). Nel 1919 andò destinato a Fiume come capo del Governo marittimo ex-ungherese. Il Governo Marittimo, diviso nella monarchia bicefala nella sua parte austriaca, con sede a Trieste e nella parte ungherese con sede a Fiume, era l’istituzione imperiale cui era devoluto il governo di tutte le faccende marittime dello Stato, compresa l’edificazione e il mantenimento dei porti e dei fari. L’istituzione fu abolita con l’applicazione della legislazione italiana alle nuove provincie redente agli inizi degli anni venti. La permanenza di Bisconti a Fiume si prolungò per ben otto anni, essendo nominato, con l’annessione all’Italia nel 1924 e l’affermarsi delle istituzioni italiane, primo Direttore Marittimo di Fiume, con il grado di Tenente di Porto di 1^classe. Nella città quarnerina sposò, nell’ottobre del 1920, la signorina Elena His. Si laureò in scienze economiche e marittime presso l’Istituto Navale Superiore di Napoli il 23 novembre 1925. Dopo Fiume successero diversi comandi, dal 1928 al 1930 a Genova come Comandante in II, poi a Palermo e Venezia, come Direttore Marittimo. Infine ritornò in Campania, dove resse la Capitaneria partenopea dal 1937 al 1940, ed inoltre al già Maggiore Generale di Porto Antonino Bisconti fu affidato l’incarico di Commissario dell’ente autonomo del medesimo porto sino al 1943. La promozione a Generale Ispettore, alla fine di quell’anno, lo portò alla reggenza dell’Ispettorato Generale del Corpo delle Capitanerie di porto (facente funzioni di Comandante in II e a disposizione del segretariato generale del Ministero) fino al 1946. Diventò Ispettore Generale dal gennaio 1946 al 31 dicembre 1947. Collocato a disposizione dal 1 gennaio 1948, rimase in ausiliaria fino al 1958, anno in cui andò in congedo assoluto.
E’ stato insignito delle seguenti decorazioni e onorificenze:
Morì a Napoli il 26 Maggio 1974.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 15/01/1946 al 31/12/1947
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L'Ammiraglio di Divisione (FF. Comandante Generale) Aldo Ascoli nato ad Ancona il 14 settembre 1882, entra nella Regia Marina, frequentando l’Accademia Navale dal 1900 al 1904 nel Corpo dello Stato Maggiore. Nel 1906 la nomina a Sottotenente di Vascello. Durante questi anni comincia una diuturna esperienza di bordo che finirà temporaneamente durante gli anni della Grande Guerra, prendendo parte sia all’opera di soccorso ai territori devastati dal maremoto di Messina, sia alla guerra italo/turca, distinguendosi durante lo sbarco effettuato sulle coste libiche il 10 ottobre 1911 da bordo dell’Incrociatore Re Umberto. Nominato Tenente di Vascello dal luglio 1912, acquisisce la specializzazione in artiglieria durante gli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale. Destinato presso il Comando in Capo di Venezia, dà prova di grande acume tattico durante le operazioni sul fronte del Piave. Per questi meriti otterrà l’avanzamento a Capitano di Corvetta dal 16 settembre 1918. Sposa la Signorina Adele Beer il 29 maggio 1919. Dalla conclusione della Guerra riprende il suo imbarco, sino al 1923, quando assume l’incarico di Capo sezione Artiglieria presso il Comando Militare Marittimo di Venezia, mantenuto sino al 1925, anno in cui consegue il grado di Capitano di Fregata. Successivamente ricopre incarichi di comando su diverse Unità della Regia Marina. Capitano di Vascello nel 1930 comanda per i primi anni dal varo l’Incrociatore Giovanni Delle Bande Nere, dal 1932 al 1934, divenendo anche Capo di Stato Maggiore della 2° Squadra Navale. Questo il suo ultimo incarico a bordo. Per tutto il 1935 sarà il Capo di Stato Maggiore del Comando in Capo del Dipartimento Marittimo di Taranto. Nominato Contrammiraglio nel 1936, comanda il Distaccamento della Regia Marina di Massaua, in Africa Orientale, poi, rientrato in patria, il Regio Arsenale di Taranto. Transita nel grado Ammiraglio di Divisione dal 1 gennaio 1938, assumendo il Comando Militare Marittimo delle Isole dell’Egeo. E’ congedato il 31 dicembre di quell’anno, a causa della sua origine ebraica, ai sensi e per gli effetti del Regio Decreto del dicembre 1938, riguardante le “Disposizioni relative al collocamento in congedo assoluto ed al trattamento di quiescenza del personale militare delle Forze armate dello Stato di razza ebraica”. Ritiratosi a vita privata, dopo l’armistizio fuggì, nel novembre del 1943, con la famiglia a bordo di un peschereccio e dopo varie peripezie, arrivò a Bari, presentandosi al governo Badoglio. Recatosi a Taranto, si mise a disposizione della Marina e fu nominato Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto dell’Italia liberata. Ricollocato in ausiliaria, cessa dal servizio nel 1952.
È stato insignito delle seguenti decorazioni/onorificenze:
Muore a Roma il 9 giugno 1959.
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 08/09/1943 al 14/01/1946
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L'Ammiragflip di Squadra Silvio Salza nato il 12 gennaio 1879 a Torino, entra nella Regia Accademia Navale il 1° agosto 1897, per la frequenza del corso normale del Corpo dello Stato Maggiore. Appena terminato l’iter formativo viene imbarcato su nave Elba partecipando alla spedizione internazionale per la Rivolta dei Boxer nel 1901, per la quale fu garantita all'Italia una concessione commerciale nell'area della città di Tientsin (l'odierna Tianjin) in Cina. Nominato Sottotenente di Vascello il 1° luglio 1901, prosegue la sua carriera compiendo imbarchi su diverse unità della Regia Marina, partecipando a tutte le più grandi operazioni di quegli anni, dall’opera di soccorso alle popolazioni di Messina e Reggio Calabria per il terremoto del dicembre 1908, al conflitto italo – turco, sfruttando la sua abilità d’artigliere. La prima guerra mondiale lo sorprende a bordo della Regia nave da battaglia Leonardo da Vinci. Durante gli anni della Grande Guerra è anche al Comando dei Treni Armati, incarico che ricopre dando prova “in ogni circostanza di salde virtù militari”. Nel 1918 rientra a bordo della torpediniera Alcione come comandante e capo squadriglia. Sbarcherà solamente nel 1920 quando, nominato Capitano di Fregata, verrà destinato presso la Commissione Interalleata di controllo a Berlino sino al 1921, e all’Istituto di Guerra Marittima di Livorno, sino al 1923. Consegue il brevetto di specializzazione superiore tecnico-scientifica nel servizio di artiglieria, balistica e chimica degli esplosivi. Dopo due anni di imbarco sul Cavour (dove assume anche l’incarico di Sottocapo di Stato Maggiore delle Forza navale del Mediterraneo) e sul Confienza, il Capitano di Vascello Salza presta servizio presso lo Stato Maggiore Marina a Roma, per poi assumere i comandi delle Regie Navi Ferruccio, Giulio Cesare, Taranto, Doria e Duilio. Nel 1931 è nominato Direttore dell’Istituto di Guerra Marittima, guadagnando la libera docenza in Storia e Politica Navale. Contrammiraglio nel 1933 diviene Aiutante di Campo Generale di Sua Maestà il Re. Comanda nel 1935 il Duca d’Aosta e nel 1936 il Delle Bande Nere. Successivamente comanda il Dipartimento Marina Militare Autonomo dell’Alto Adriatico di Venezia. Nominato Ammiraglio di Squadra nel 1938 assume l’incarico di Comandante del Corpo delle Capitanerie di Porto dal 1939 sino al 1941. In questo periodo ha anche altri incarichi quali presidente del Comitato Superiore di Coordinamento di Progetti Tecnici e fa parte della Commissione Italiana di Armistizio con la Francia (CIAF), nella delegazione di Biserta. Nel novembre 1941 lascia il Comando Generale per sedersi a capo della Delegazione Generale della CIAF, con sede ad Algeri, sino a fine 1942, quando, sebbene collocato in ausiliaria per limiti d’età, sarà richiamato per ricoprire il medesimo incarico. Richiamato per altre due volte assumerà gli incarichi di Presidente della Commissione d’inchiesta sui sinistri marittimi e di membro della Commissione d’inchiesta speciale. Cessa dal servizio nel settembre 1946. Collocato in congedo assoluto nel 1954.
È stato insignito delle seguenti onorificienze:
Comandante Generale delle Capitanerie di Porto dal 10/07/1939 al 30/06/1940
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